30 gennaio 2007

Mister No è volato via

Trentun anni fa ero un misero pischelletto che ansimava avventure e fame di tutto. Per carità, ansimo ancor oggi, ma non sono più un pischelletto.
Se leggendo Tex vivevo spalle all'indietro, immaginandomi epopee mai esistite ma sempre raccontate, con Mister No mi creai una vita parallela che ancor oggi cerco di conservare con i miei viaggi, le mie foto, appunti personali.
Il Brasile che ho visitato nel '91 era un Brasile fortemente condizionato da quelle letture: senza Mister No mai avrei risalito il Rio delle Amazzoni con quello sguardo rincoglionito e inebetito che ancor oggi ritiro fuori ogni volta che rievoco quei giorni.
È languorosamente delizioso ritrovarsi nel fumetto che hai sempre amato.
E anche quando giravo con la mia Vespa per Roma, non inseguivo chissà quali Vacanze romane, ma il Piper di Mister No. E, pensate un po', quella povera disgraziata partiva solo se le davi un calcetto sotto, all'altezza del parafango, proprio come Mister No faceva partire il suo aereoplanino. Manco a farlo apposta.
Poi quei fumetti li ho abbandonati. Stanno sulla testa di mia madre... nel senso che sono belli e impacchettati su un soppalco della sua casa.
In questi giorni Repubblica regala i primissimi Tex (dei capolavori). Mi son giracchiato il sito della Bonelli (che il dio dei fumetti lo benedica a vita) e scopro che il novembre scorso hanno cessato di pubblicare le storie del mio Mister No.
Mister No volerà via, verso nuove avventure forse, ma anche dai cuori dei suoi lettori.
Ragionando da vecchietto, mi vien da dire che forse quel modo di raccontare la vita non è più al passo con le volgarità di oggi. A me i fumetti di adesso fanno pena, tranne qualche manga buttato là e le felici intuizioni di Frank Miller (come anche i bellissimi graphic novel che girano con certi periodici).
I fumetti di oggi fanno vedere; quelli di allora no. Il lettore ci aggiungeva sempre qualcosa di suo. Magari mi sto sbagliando, ma non me ne frega niente di fare il conciliante. Il mio amico di mille avventure non c'è più, ed è anche colpa di questa fottuta società del cavolo.

1 commento:

luposelvatico ha detto...

Beh, dai, non viverla così...:-)
Probabilmente gli autori di Mister No non hanno più motivazioni per il futuro, ed allora è meglio che cessino adesso piuttosto che far tristemente declinare il personaggio.
Ad esempio, anche uno stupendo fumetto come Ken Parker (di Berardi e Milazzo) ha avuto fine, ma questo non fa che rendere ancora più bello il suo ricordo (ho comprato negli ultimi anni le ristampe, ed è un fumetto ancora oggi straordinario).
Invece, fare un esempio negativo, il (una volta) mitico Alan Ford continua stancamente ad uscire, molto lontano ormai dalle stupende atrmosfere grottesche di Magnus&Bunker, e quanto sarebbe stato meglio darci un taglio dopo il numero 100...per non parlare della musica: se i Jethro Tull avessero smesso di comporre dischi dopo i primi cinque, oggi li amerei molto molto di più:-)))
Lo stesso dicasi per gli U2 o - peggio ancora - per i Rolling Stones...