27 novembre 2009

come nasce un bullo

Diciamo che potremmo aprire la descrizione con la fine, un commento buttato là: "che vuoi che sia?". Poi, camminando a ritroso, potremo renderci conto che nessun genitore dice più "no".
Infine arriviamo all'inizio, da una pallonata: distacco della retina, operazione d'urgenza, alla Tac risulta qualcosa di più grave, il pensionando passerà un anno di tribolazioni perdendo anche l'opportunità di un rinnovo contrattuale per altre due stagioni che gli avrebbe certo fatto comodo.
L'ambiente: Testaccio, il bellissimo rione a ridosso dell'Aventino, il più antico colle romano, da dove cioè Romolo si dice abbia scagliato la lancia che si conficcò nel Palatino per poi fondare la Città Eterna.
Testaccio ha tre amplissimi campi sportivi gratuiti, uno parrocchiale e due scolastici (aperti e controllati fino a sera), una piscina dai costi contenuti, due campi di calcio a basso costo che possono essere affittati da più genitori contemporaneamente al ritmo di pochissimi euro al giorno.
C'è anche una lunga pista ciclabile che percorre tutta via Rubattino, con annessa riva ciclabile subito dopo il Ponte Sublicio (anch'esso tra i più antichi di Roma, più di Ponte Milvio).
E invece i ragazzi si concentrano qui, al centro di Piazza Santa Maria Liberatrice, uno slargo asfaltato e delicatamente alberato tutt'altro che attrezzato e ricco invece di insidie fisiologiche, dove passano e riposano persone anziane, bimbi in carrozzina, esseri umani insomma, liberi di vivere come si dovrebbe in un ritrovo così bello e sicuro.
In più, nel giro di pochi metri le auto che transitano rischiano o di prendere pallonate che potrebbero compromettere l'attenzione alla guida, o di investire imprevedebili e improvvisati calciatori presi dalla legittima foga del gioco.
A riguardo già solo il Codice della Strada vieta qualsiasi attività sportiva al di fuori degli spazi previsti: ma qui non siamo nelle aride periferie; qui gli spazi ci sono a volontà e pure coperti da assicurazione per eventuali infortuni.
Non solo, ma più i pupi crescono e più aumentano i comportamenti fuori luogo: con motorini e biciclette sui marciapiedi slalomano tra persone anziane e fastidiosi esseri viventi, oppure scatenano ovunque cani sguinzagliati e cacherecci, stereo ad alto volume, atti di vandalismo sulle infrastrutture e cose simili... perché?
Perché provare a dire "no", provare a far capire che la loro libertà è ben che tutelata in appositi confini significa subire l'aggressione dei genitori e il "che vuoi che sia" dei passanti.
È un po' come quando certe deficienti attraversano la strada buttando avanti prima la carrozzina col figlioletto. Il "ricatto" dell'infanzia, insomma. È un bambino? Può fare quello che cazzo gli pare. Punto e basta.
E quando poi sono adolescenti, cosa sono diventati? Questo?
Per la cronaca: ora il vecchietto ci vede, ma non esce più di casa: gli hanno estirpato la sua piazza, le sue panchine, i suoi spazi. Nessuno gli ha mai chiesto scusa. Nessuno ha punito l'autore della pallonata.

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