22 settembre 2010

fare sesso per un esame universitario

Il 19 settembre scorso, su Repubblica appare questa lettera che ha dell'incredibile (qui per l'originale): una lettrice confessa di aver fatto sesso con un professore per passare un esame universitario... anche se poi mal gliene incolse, perché dovette sostenerlo con un assistente.
Vale però il doppio principio che da una parte la tipa ha ceduto a un ricatto senza alcuna forza coercitiva che la costringesse a farlo - quindi ha scelto di farlo; dall'altra c'è in giro un prof che usa la sua posizione per proporre schifezze simili, e sarebbe ora che qualcuno lo denunciasse.
Sono certo, certissimo, che le lettrici e i lettori di questo blog mai si abbasserebbero a mezzucci simili (da ambedue le prospettive, ovviamente), e che comunque il vostro sdegno non è dettato da sentimenti moralisticheggianti, quanto invece da una posizione che ho cercato di riassumere come segue, e che sinteticamente - molto sinteticamente - Augias ha riportato stamattina.
Su Repubblica trovate il mio brevissimo passaggio, qui ve lo regalo per intero.
A dispetto dei diffusi canoni moralisti ipocriti in salsa cattolica, la lettrice che ha fatto sesso col prof per superare un esame universitario non è una "prostituta", ma una ladra.
Una ladra perché ha scavalcato i colleghi studenti con l'astuzia anziché con il doveroso studio; una ladra perché ha ottenuto un conseguente lavoro anche grazie la macchia di questo furto, magari togliendo spazio a chi quel posto lo avrebbe ottenuto rispettando però le regole.
Sicuramente la sua coscienza (sempre che ne abbia una) le ha suggerito che pur vantandosi in maniera così patetica era meglio non firmarsi. Non si preoccupi la tipa: questo è un paese in cui i ladri sono ben che noti ed evidenti. La prossima volta che scriverà, osi firmarsi: sarà solo un'altra ladra nella lunga lista degli stranoti.
Alessandro Loppi

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