01 ottobre 2010

inception, il cinema visivo

Riuscire a girare un film che ha bisogno di trama, senza che la trama sia essenziale, che ha bisogno di effetti speciali, senza che vengano abusati, che ha bisogno di dialoghi, senza che siano profondi, che ha bisogno di una sceneggiatura rigida, senza che sia percepibile... riuscire a fare tutto questo, cioè, è un'impresa difficile e complessa. Ma Christopher Nolan ci è riuscito.
Inception è un film fortemente visivo, basato cioè sull'antica fascinosa regola del cinematografare la maraviglia e metterla al puro servizio dello spettatore, senza costringerlo a chissà quale profondità (nonostante l'argomento, intendiamoci), ma avvinghiandolo alla sedia per il puro gusto di condividere momenti belli o intriganti.
Tutto è in perfetto equilibrio, tutto si lascia assaporare, tutto si lascia andare via senza pretese ma anche senza essere cosi facile come potrebbe sembrare.
Denso di citazioni e di omaggi (dal treno - essenziale - dei Lumière, alla neve avventurosa dello 007 migliore - ma col peggiore interprete... unica nota stonata la morte del vecchio in stile 2001), il film scorre via senza che i 148 minuti di durata si facciano sentire, con dei momenti notevoli e altri di raccordo che comunque hanno corpo e anima.

Ne riparleremo.

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