07 febbraio 2011

il discorso del re

Film notevole questo Il discorso del re.
Ricco di sostanza e di gusto sofisticato ma mai zuccheroso, segue una parabola narrativa perfetta e ben delineata. Regia sobria, recitazione precisa (meglio vederlo in inglese), fotografia mai invadente e ben misurata, tempi narrativi da manuale.
Ad essere petulanti, mi sovviene una sola domanda: che senso ha selezionare le musiche di Beethoven e Mozart per i momenti topici della trama?
Voglio dire: la Settima Sinfonia e il Concerto Imperatore del tedesco Ludovico van, Le Nozze di Figaro e il Concerto per clarinetto e orchestra dell'austriaco Mozart, sono tra le pagine più sublimi della Storia dell'Uomo.
Ma se si voleva dare totale dignità alla forma e alla sostanza della vittoria di Re Giorgio VI contro la sua balbuzie, enfatizzandola con musiche precise, perché rivolgersi a compositori contestualmente del "nemico"?
Certo, la tradizione musicale britannica non è altrettanto potente. Giusto Purcell ha fatto qualcosa di analogo ai due supereroi sopra citati (e non scomodiamo Händel, perché era di origini tedesche): però in questi casi ci si deve spremere, o scrivendo componimenti originali o andando a scovare qualcosa di meno noto, però nazionalistico e comunque intenso.
Insomma, il film è bellissimo: ha però questo neo musicale che proprio non riesco a digerire. Il regista se ne farà una ragione...?

Per la gioia degli appassionati, ecco il discorso originale:



E questo è il trailer del film:

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