20 marzo 2011

laicismo è esplorare

Il principio del pensare e quello del pensiero sono due entità totalmente opposte, quasi inconciliabili. Pensare è un gesto, un modo di muoversi, di sperimentare, di ambire a qualcosa di lontano ed inavvicinabile, che in fondo non verrà mai raggiunto, ma che proprio nel gesto del pensare diventa qualcosa di possibile.
Il pensiero, invece, è statico: esprime cioè se stesso, e quello che vuole significare. Il momento stesso che si decide di esprimere il pensare attraverso un pensiero, già gli si è fatto un torto, proprio perché il pensiero è un sedersi, un ragionare su quello che si è raggiunto, non tenendo però conto dell’orizzonte che si ha di fronte, ma della materia su cui ci si siede.
Il pensare è sperimentazione, il pensiero è un collaudo definitivo.
Il pensare è radice dell’essere umano, il pensiero è rassegnazione alla propria fisicità.
Pensare è essenza, pensiero è sostanza.
La grande differenza tra una società libera e una società democratica, è che nella prima si incentiva il pensare, nella seconda si invoca il pensiero, libero ovviamente, perché se non fosse libero, sarebbe un pensare. Paradossale ma sensato: un pensare non ha bisogno di essere definito “libero”, perché già lo è. Se, invece un pensiero sente la necessità di rafforzare il suo status con l’aggettivo “libero”, è perché sa già di non esserlo.
L’enorme differenza tra una civiltà come la nostra e quella veramente libera è che noi abbiamo bisogno di dirci continuamente quello che siamo; quella libera, no.


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