28 agosto 2012

fate silenzio!

Una delle piazze di Friburgo ospita i giovanissimi che frequentano l'Università.
Belle facce, bei volti, colori, suoni... ecco, suoni.
Fateci caso: non spicca un urlo, un vociare, un suono sgarbato. Nulla. Solo un costante e allegro brusìo.

Appena tornato a lavoro, un caro collega mi ha raccontato che quando guidò per tutto il Belgio in compagnia di un locale, questi gli fece poi notare che quel giorno aveva suonato il clacson più lui di quanto non lo faccia un belga medio in tutta la sua vita.

Gli ha fatto eco un montatore: quando stava a Parigi chiese ad un francese che conosceva se per caso i cellulari non fossero arrivati lì, visto che nessuno sembrava possederli: "ce li abbiamo, ce li abbiamo; li usiamo per telefonare".

Sono esempi buttati là, è ovvio, indicativi però di un'insofferenza esistenziale di chi non ne può più di subire l'italianità peggiore.
Direte voi: ma una bella dittatura? Di quelle che se sbagli ti taglio le dita? Eh... il problema è che le dittature si affermano avallando la mentalità popolare preesistente. E la nostra non mi sembra così incline al civismo. Anzi.
Quindi, lasciamo perdere: godiamoci l'estero; e quando siamo in Italia, tappiamoci le orecchie e il naso.

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