10 febbraio 2013

Enzo Pietropaoli, il coraggio dell'esattezza

Apprezzo SuperEnzo da tempo, ben prima di quando ci siamo incontrati a Orvieto nel dicembre 2011. E se c'è una sua caratteristica che traspare con dolcissima limpidezza è l'umiltà: il suo maggior pregio, nonché unico motivo per cui non è diffuso tra i più come merita.
Venerdì scorso, ho assistito al suo concerto per solo basso e marchingegni vari - quindi senza compagni di viaggio intorno, e ho potuto finalmente godere e studiare al meglio una delle sue cifre più immediate: Enzo Pietropaoli è esatto. Non una sbavatura, non una nota inutile o ridicola, non un autocompiacimento. Il suo muoversi è sempre e solo al puro servizio della musica.
E l'altro suo pregio, che va anche oltre la tecnica, è la puntualità estetica, rarissima dote tra gli esseri umani, figuriamoci tra gli artisti.
Le sue ricette musicali, poi, sono sempre originali ma rispettose, rischiose ma mai ruffiane, e durano quel giusto che basta per poi farti pensare "ne vorrei un altro po', ma alla fine va bene così".
Da risentire fino allo spasimo, un'intensa versione di With Or Without You e una solida chiacchierata tra contrabasso e... Chet Baker. Roba da brividi.



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