17 aprile 2013

Oblivion, quando citare fa bene

Mi rendo conto che riuscire a parlar bene di qualcosa con Tom Cruise sia quasi un'impresa (oddio, di cose belle ne ha fatte: Mission: Impossible - Protocollo fantasma, Collateral, Magnolia)... eppure, questo Oblivion ha quel qualcosa che mi ha colpito. 
Sicuramente sono condizionato dalla mia passione per i film post apocalittici; in più, la quantità industriale di omaggi e citazioni supera ogni possibile immaginazione (i più smaliziati riconosceranno anche qualcosa di Predator e Mad Max, per dirne due tra i meno smaccati).
Insomma: Oblivion è lento, a volte troppo; ogni tanto il regista indugia inutilmente nei topos della fantascienza colta; alcuni momenti sono addirittura faticosi, altri vicini al ridicolo... però a me questo film è piaciuto, se non addirittura divertito.
Senza indugiare in uno spoiler che vi rovinerebbe la giornata, posso dire che una volta visto il film, capirete perché uno dei produttori è lo stesso del reboot godibile L'alba del pianeta delle scimmie (e non per la nota scena finale della primissima versione, quella con Charlton Eston... tranquilli).
Nota tecnica: buona parte delle riprese è autentica, proposta con antica e saggia retroproiezione.
Nota recitativa: Olga Kurylenko è una barattolina insipida; Andrea Riseborough, invece, è molto brava, e ha un qualcosa nelle corde che le ritornerà utile in ruoli più complessi.



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