13 novembre 2013

i compagni che sbaglia(va)no

Lo sapete, ieri quelli del M5S, dalla bocca dell'Onorevolessa Corda, se ne sono usciti con un'altra delle loro, mettendo sullo stesso piano i ragazzi morti a Nassirya con l'attentatore che li fece saltare in aria.
In linea di principio l'infelice frase ha una sua origine: la diffusa vulgata vuole che un attentatore suicida in quanto tale sia un imbecille cui hanno riempito il cervello di sciocchezze, e che quindi non sia responsabile delle sue malefatte. In un mondo occidentale che sopravvive grazie alla massificazione consapevole, però, è una visione riduttiva perlomeno speciosa.
Ma lasciamo perdere il punto: quelli del M5S sono fatti così, e soddisfano le visioni di un terzo buono degli italiani. Problema nostro, insomma, e non dei militi ormai scomparsi.
Quello che sconcerta sono alcuni ex componenti il PCI che o stanno zitti o stanno commentando con sentenzialismi moralisticheggianti. 
Quegli stessi che facevano liste di proscrizione dalle pagine di Lotta Continua.
Quegli stessi che durante il terrorismo BR vivevano nel limbo incosciente della definizione "compagni che sbagliano" (la riduzione concettuale viene da Bruno Vespa, si sa; ma basta leggere la Rossanda o lo stesso Fassino di allora...).
Quegli stessi che in tempi più recenti hanno difeso a spada tratta Battisti (non il cantante, eh!).
Quegli stessi che hanno rimosso astutamente il proprio passato senza neanche emendarlo con uno "scusate, ero un coglione".
Del resto, anche la regista tedesca Von Trotta definì "guerriglieri" gli invece terroristi della Baader Meinhof. Evidentemente è un vizio diffuso.

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