11 novembre 2013

Miles on Miles, ovvero: come NON parlare di Miles Davis

Non mi aspetto mai nulla da nulla. Persone, oggetti, arte, qualsiasi cosa, insomma, non dovranno mai temere aspettative da parte mia. Altrimenti, che sorpresa è?
Però questo Miles on Miles è stato una delusione, una totale e inutile delusione. Tempo perso. Anche 20 euro buttati, se è per questo.
Così recita la presentazione dell'editore: "Il poeta, drammaturgo ed editore Michael K. Dorr, insieme allo scrittore Paul Maher Jr., ha raccolto le 30 interviste fondamentali fatte a Miles Davis, pubblicandole in un libro dall’eloquente titolo Miles on Miles. Incontri con Miles Davis. Lettura imprescindibile per chiunque desideri conoscere il “Miles-pensiero” su musica, vita e filosofia, questo eccezionale volume ci rivela un’icona del jazz complicata e contraddittoria, reticente in alcune occasioni ed eccezionalmente eloquente in altre".
Queste sono le intenzioni, sicuramente encomiabili (specie tenendo conto che abbiamo di fronte un editore "minore"), ma che si fermano solo sulla carta.
Di musica se ne parla poco e mai approfonditamente; di gusti e opinioni, ancor meno. Certo, Davis era un ostrica e un orso, e quindi di difficile approccio: però anche la cornice di buona parte delle interviste è un pretesto per mantenere inutili ridondanze che nulla aggiungono e nulla tolgono al personaggio.
Miles Davis era maschilista? Macchissene!
Miles Davis era scorbutico? Embe'!  
Miles Davis ha avuto problemi di droga... ma che senso ha l'indugiarci sopra.
Insomma, se questi sono i limiti di un approccio, non dovremmo leggere Celine, Mishima, Hemingway, o nemmeno ascoltare Coltrane, Monk o Jarrett.
Il bello è che tutti gli intervistatori insistono sulle stesse corde, lasciando ben poco spazio all'animo di Davis, a quella perla di rara perfezione e bellezza che racchiudeva il suo granitico stomaco musicale.
Ecco, forse l'editore italiano poteva fare un'opera di certosina antologizzazione, buttando via tante inutili cose... però ci volevano coraggio e sapienza; chissà...
Certo, per chi non vuole sorbirsi la sbrodolona autobiografia di Miles Davis scritta insieme a Quincy Troupe, questo libro va più che bene (se non altro perché vengono ripetute più volte alcune storie ormai stranote); altrimenti, birra e pizza in compagnia di un amico saranno una spesa decisamente più utile. 

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