29 dicembre 2013

3Clarinets a #UJW21 (recensione da #Orvieto, #jazz)

Si possono conciliare New York, New Orleans e la cultura ashkenazita? Sì, si può, ma solo se hai a disposizione i clarinetti di Ken Peplowski (il canonico), di Evan Christopher (il guascone) e di Anat Cohen (un crescendo di bravura insospettabile).
Omaggi doverosi al migliore Bechet, un pizzico di Ellington e molta tradizione, hanno regalato un concerto divertente (e anche commovente) dove si sono alternate le visioni dei carri di nomadi ebrei della primissima Europa con i ritmi solari degli schiavi dai campi di cotone dei film anni '50; un gioco musicale di continui rimandi, pieno di tante cose sempre più incalzanti.
Da segnalare la mostruosa batteria di Lewis Nash e il chitarrismo zigano di Howard Allen, che hanno saputo guarnire perfettamente l'impegno dei tre musicisti. Greg Cohen suona il basso per quel che serve, dimostrandosi eccellente metronomo ma limitato solista.
Una parola per la Cohen: nonostante la comparsata televisiva da Fazio (che per me è quasi una condanna), nonostante un inizio stentato, nonostante il clarinetto non sia una strumento "femminile"... si è dimostrata sempre più brava e coinvolgente, rasentando la perfezione nel bis finale.

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