19 marzo 2015

“103 EP”, il nuovo disco di Gianluca Petrella

Ci vuole coraggio a suonare jazz in Italia, e ancor più coraggio a sperimentare, e ancor più coraggio a sperimentare le vie dell'elettronica con un'attitudine jazz
Con questo 103 EP Gianluca Petrella lo ha fatto, e alla grande.
Devo dire che mi sono avvicinato a quest'opera con molta circospezione, proprio perché voglio bene a Petrella e mi piace il suo modo di avvicinarsi alla musica, di rispettarla, di corteggiarla, di aggredirla, sempre con quel suo stile elegante, curioso e impertinente. 
In più, adorando io l'elettronica e una parte consistente delle sue contaminazioni (spesso in campi insospettabili), non credevo fosse possibile per un jazzista entrarci dentro e dettare legge con brani così interessanti.
Quattri brani alla corte dell'ascoltatore, che può decidere di sfidare i propri limiti e lasciarsi cullare da ogni singola nota (ed è dolcissimo), oppure può lasciarli come sottofondo di una lettura spiluccata, di un buon laphroaig o di una sigaretta fatta a mano con del buon tabacco della Virginia.
Devo dire che mi sono innamorato a prima vista del brano che vi allego qui in fondo. Ma li ho trovati tutti molto intriganti, specie tenendo conto che Petrella non sgomita col suo trombone, non lo piazza sopra il tappeto sonoro tanto per farlo; sa quando suonarlo e quando farlo stare in un cantuccio. E non è poco.
Purtroppo nel caos musicale che ci circonda, questa esperienza resterà di nicchia. Spero solo di avere acceso la vostra curiosità. Credetemi, ne vale la pena.



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