È anche un viaggio dentro la mente dei protagonisti, con una voglia estrema di chiudere tutti i punti in sospeso, ma con l'implicita consapevolezza che qualche spiffero resterà comunque aperto.
Ci sono stati momenti in cui se i francesi avessero osato, avessero creduto nella loro forza, fossero stati comandati da militari capaci, avrebbero potuto respingere il nemico.
Così come ci sono stati momenti in cui i tedeschi, anziché fermarsi per qualche giorno (tra timori tattici e invidie tra ufficiali) per poi riprendere l'assedio, avrebbero potuto annientare immediatamente gli esuli di quelle spiagge, seppellendo sul nascere il mantra churchelliano della riscossa e della rivincita, che pochi anni dopo lo porterà a conquistare la Normandia.
I capitoli finali affrontano temi ancora irrisolti sulle reali intenzioni di Hitler, sul suo essere forse consapevole che da dopo l'invasione della Polonia, ogni singolo passo successivo avrebbe sicuramente portato la Germania verso la distruzione.
La Seconda Guerra Mondiale era evitabile? La Germania partiva già sconfitta? Mussolini avrebbe potuto gestire meglio il suo iniziale ruolo di mediatore?
Domande curiose, forse oziose, ma che nulla tolgono agli eroi (anche civili) che con mille barchette e velieri salvarono migliaia di uomini da morte certa.
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Saluti,
Alessandro