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03 luglio 2024

EX AND THE CITY (una serie necessaria)

Secondo uno studio uscito poco più di un mese fa, a partire dal 2000, il livello di contenuti sessuali nei film è diminuito del 40 %; il numero di quelli senza alcun contenuto sessuale è arrivato a circa il 50%. I motivi sono tanti, alcuni insospettabili: vi rimando a questo articolo di Wired per farvi un’idea.

Fanno da apparente contraltare le serie televisive, dove in alcuni casi si raggiungono picchi quasi-hard: Bridgerton, Games of Thrones, Peaky Blinders, American Horror Story, per citare quelle di maggiore successo. Se ci fate caso, sono titoli ambientati soprattutto in altre epoche o surreali.

Se e quando accadono scene di sesso in serie contestuali, invece, interviene la rigida logica del politically correct, ma con un approccio ipocrita: le scene esplicite (comunque edulcorate) valgono solo per personaggi eterosessuali; di quelle tra LGBT+, invece, viene rappresentato o il “prima” o il “dopo”, e decisamente sottotono (Grey’s Anatomy insegna).

Personalmente, ho sempre creduto nell’inutilità delle scene sessuali, sia nei film che nelle serie: non le capisco, mi annoiano, il 99% delle volte servono solo ad allungare il brodo.

C’è, però, un caso in cui il sesso è necessario, perché protagonista di una narrazione: nella serie Sex and the City (1998-2004). Sei stagioni tiratissime, in cui si parla/vive la sessualità in tutte le sue possibili declinazioni, dalla sola prospettiva delle donne, senza pruderie o provocazioni o ridondanze gratuite, ma soprattutto alla portata di tutte (al di là, quindi, della benestante classe sociale delle protagoniste), come se fosse implicita un’ideale immedesimazione con la vita reale delle spettatrici. Una serie credibile, con un linguaggio in-credibile, che ha rappresentato l’acme di una narrazione che non ha saputo più andare oltre né tantomeno vantare validi epigoni.

Provate a immaginare una cosa del genere, oggi, con la stessa forza dirompente, propositiva e ricca di opportunità per un dibattito serio e un confronto costruttivo…

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Saluti,
Alessandro