Post breve. Poteva forse entrare in un tweet, ma forse no; tanto vale, quindi, scrivere qualcosa di più organico.
Paradossalmente io sono nella doppia versione di vittima (come figura privata) e carnefice (come figura professionale).
Quando un blogger raggiunge un certo livello di notorietà, fateci caso, raggiunge anche un certo livello di maleducazione e di arroganza. In tutta onestà, e tenendo conto che di blog sono costretto a leggerne a palate, appena viene raggiunta quella quota ideale, si diventa dei perfetti cafoni.
La guida comportamentale è semplice
- non rispondi più a commenti che argomentano le tue nuove incoerenze
- "argomentare" significa solo dare ragione a te
- tratti tutti i commentatori con disprezzo
- se rispondi ai commenti, dici la tua e basta
- chi esce dal (tuo) seminato con esempi comunque congrui, è comunque off topic
- se un lettore ti scrive privatamente, raramente rispondigli, magari con una frase breve e stentorea, facendo intendere che mai leggerai la sua eventuale controreplica
- se molti cominciano a sottolineare che sei uno stronzo, ne vai fiero
- ospiti pubblicità nel tuo blog (che equivale a sovrascrivere uno sponsor sul fumetto che contiene il tuo parlare)
- non documenti più le tue tesi
- se hai scritto una cazzata, il tuo è "solo" un blog
- se hai scritto qualcosa di notevole, è la dimostrazione che i blog sostituiranno i giornali
- il Creative Commons licenses vale solo per gli altri
- i blog dei tuoi amici sono i migliori
- anche quando i tuoi amici scrivono cazzate, li tratti con i guanti bianchi
- se un blogger appena arrivato scrive una genialata, va rigorosamente disprezzato
- il nome del tuo blog deve essere un furto di identità o di concetto, raramente riferibile al tuo vero nome
- i tuoi non sono errori di italiano, ma un'innovazione
- la morale è assoluta, solo se l'hai deciso tu
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