Un bel giorno di dieci mesi fa, una mia amica endocrinologa mi fa
"guarda che è serio, devi fare qualcosa: hai due noduli alla tiroide, e
uno dei due non mi piace per niente". Parlo con La SuperEndocrinologa
del Pianeta che mi consiglia un'operazione pressoché immediata.
Certo, c'è da chiedersi come mai l'ospedale toscano
SuperSpecializzato che mi segue da 19 anni per altre rogne, non se ne sia mai
accorto... ma questa è la prima delle stravaganti peripezie che ho vissuto da
luglio scorso. Primo nod(ul)o, è il caso di dirlo: il Migliore Chirurgo
tiroidista di Roma ha una lista d'attesa pubblica di 245 pazienti; e
privatamente mi costerebbe un occhio della testa.
Ergo, chiamo un mio StrAmico primario, cedo ai miei principi, e
gli chiedo se può fare qualcosa. Passano l'estate e il Natale, e vengo chiamato
per una preospedalizzazione... evviva la modernità, urlo!
Macché: entro in una stanza più trafficata del GRA, e Anestesista
Incazzata Con La Vita mi fa le domande giuste MA senza aspettare le risposte
utili. Un classico.
Fatto sta che - secondo nod(ul)o - se solo mi avesse ascoltato
subito, avrebbe scoperto che un banalissimo problema che ho alle gambe, mai
potrebbe inficiare l'anestesia. E, invece, la questione tornerà.
La tipa mi guarda e fa "tra qualche giorno la chiamiamo
per la preospedalizzazione". E questa cos'era? "Una
conversazione, che domande!". Ah!
Dopo una settimana, mi chiamano per la (immagino)
preospedalizzazione: mi prendono l'orina, mi prelevano il sangue, mi fanno la
lastra... e poi? "Ci si vede tra una settimana!". Cioè, tra
una settimana mi operate? "No, tra una settimana faremo la
preospedalizzazione...".
E questa cos'era, una conversazione? "No, le abbiamo fatto
i prelievi". Ah, se non me l'avesse detto, non me ne sarei accorto...
Seconda preospedalizzazione (forse l'ultima?), terzo nod(ul)o.
Anestesista Che Ha Litigato Col Kajal mi fa le stesse identiche domande
dell'Incazzata, e mi consiglia una visita specialista da un tipo perché non è
convinta della situazione. Che i miei problemi articolari potessero far male
alla tiroide malata, mi fa sganasciare dalle risate.
Ergo, dopo qualche giorno, incontro lo specialista articolare che
si sganascia anche lui, dando il suo placet all'operazione in
due-secondi-due. Il resto del tempo, l'abbiamo passato parlando dei King
Crimson e di Bach.
Quarto nod(ul)o: cinque minuti dopo quest'incontro, consegno la
cartella al reparto, ma mi dicono che un'altra anestesista deve dare l'ok
all'ok dello specialista... ma tra una settimana. Allora divento una bestia e
con furba disinvoltura butto là il nome "Rai": nel giro di
due-secondi-due, si materializza Anestesista Biondarella che dà il via libera
all'operazione. Entro 30 giorni, sarò operato.
Quinto nod(ul)o: certo, sarebbe tutto ok, ma scopro per puro caso
la mia cartella è sparita. Nel giro di altri due giorni, lo StrAmico
primario la trova dimenticata dentro un'altra cartella di un tipo con problemi
nonsodove.
Qui di seguito, se ci siete arrivati vivi, perderete il conto di
altri nod(ul)i.
Il giorno dell'operazione, mi dicono di presentarmi
perentoriamente alle 07:00. Arrivo alle 06:50, e trovo sbarrata la porta del
reparto. Arriva Caposala Lemme Lemme alle 07:10 e inizia a ridere: "haivoglia
ad aspettare".
Dopo un'ora mi chiama Specializzanda Grissino che mi invita ad
entrare nello sbarratissimo reparto; poi mi ributta fuori... un'orda famelica
di operandi mi guarda con stupore.
Dopo un'altra ora, mi richiamano, entro nella mia stanza: sarebbe
da quattro, stretti stretti, ma ci sono cinque malati. Quello nel
"mio" letto viene elegantemente invitato a "togliersi dai
coglioni" per dare spazio al sottoscritto.
Finalmente arriva la barella.
Comincio l'uscita trionfante, guarderò negli occhi mia moglie e le
dirò languidamente che la amo e che deve stare tranquilla...
... ma STOP!, "questo non è Loppi!".
Ah sì, e chi sarei? Arriva la Caposala Lemme Lemme e tira fuori un
altro foglio, dicendo "sì, forse questo è Loppi"... mi scusi,
ma certo che sono io. "Stia buono che c'è casino".
Durante il trasbordo verso la Sala Operatoria, i due portantini si
chiedono dove dovrei essere operato. E io: alla tiroide. "Ne è certo?".
Non voglio sapere cosa sarebbe accaduto se avessi risposto negativamente.
Vengo parcheggiato in sala preoperatoria (quella giusta?).
Ricordatevi che senza occhiali non ci vedo, neanche se mi pagate.
Arriva ippopotamamente Specializzando TiroSùColNasoMaNonMeLoSoffio
e mi spara un pippone sul Consenso Informato, ma se l'è dimenticato.
Lo sostituisce placidamente Specializzanda Shabadabadà che mi
spara un altro pippone sul Consenso Informato; peccato che mi faccia firmare
quello sbagliato.
Infine, si accosta Specializzanda New Age, e mi sbraca la vena
della mano sinistra per mettere una cannuletta piccola così.
Finalmente mi mettono in sala, e mi addormo (come si dice a Roma).
Mi sveglio e sento che ho la testa incastrata: ho il cerottone che
tira sul mento; ergo, devo stare sempre chinato per evitare strappi. Solo il
giorno dopo, il medico di turno metterà la testa a posto.
Vengo sbattuto sul mio letto, televisione a palla, finestra
aperta... uno spasso. Meno male che caratterialmente reagisco bene: tra mia
moglie e l'ascolto del Matteo di Bach, dormicchio e parlicchio... ma sto
bene, dài.
Nel giro delle 30 ore successive, è accaduto di tutto: mi hanno
dato da mangiare quando dovevo stare a digiuno, e mi hanno negato la colazione
quando dovevo invece recuperare le forze; è entrato uno sconosciuto per
defecare nel nostro bagno (lasciando ossequiosamente la porta aperta, of
course); si è cambiato un altro vecchietto per essere operato di lì a poco;
mi hanno dato una flebo sbagliata; hanno speronato tutti i letti per
schiantarne un altro in orizzontale per far operare d'urgenza un'altra persona;
mi hanno gentilmente intimato di "togliermi dai coglioni"
perché il mio letto serviva a un altro malato.
Attenzione, stiamo parlando di uno dei migliori ospedali della
Capitale; tra i primi in Italia. E non si tratta di soldi che mancano, eh...
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