18 maggio 2024

l'oltre di OPPENHEIMER

Raramente, un’opera riesce a rappresentare visivamente la galassia dei sentimenti che alberga in ognuno di noi. Ogni forma di espressione artistica, infatti, ha i suoi limiti oggettivi; e anche quando l’autore forza la mano, riuscendo a trovare una via quasi perfetta, resta sempre qualcosa in sospeso.

Tra le pochissime opere recenti che sono riuscite a sfidare queste allegoriche Colonne di Ercole c’è Oppenheimer (2023), l’eccellente film di Christopher Nolan che ha vinto legittimamente gli Oscar più importanti.

Ha la capacità di fare vedere e sentire (nel senso epidermico del termine: gli inglesi direbbero feel) i sentimenti, i tormenti, la genialità, le paure, i mostri interiori dei singoli personaggi.

Sceneggiatura, musica, montaggio e fotografia sono al servizio dell’anima, sia nella sua forma interiore che in quella espressiva. La cosa incredibile è che sono pregi “economici”, che non hanno bisogno del budget speso per produrre questo capolavoro: significa, insomma, che il contributo umano alla riuscita di questo film è ben superiore a quello tecnologico (al netto che il regista è noto per usare effetti visivi/analogici invece che speciali/digitali).

Lo dico perché chi mi contestato la stroncatura del film di Cortellesi ha aggiunto che con quei budget non puoi fare di più. Non è vero! E Oppenheimer ne è la prova! Funziona per le qualità attoriali, per la sceneggiatura piùccheperfetta, per la direzione delle luci sempre puntuale, per il montaggio attento a ogni singola sfumatura, per la musica e i suoni - composti coerentemente e incastonati al momento giusto.

Nessun commento: