Ho sempre visto in Gilmour un chitarrista notevole, ma senza la voluta volontà di uscire dal suo stile: note precise, fraseggi blues, un pizzico di funky, assolo esatti… ma sempre gilmouriani.
Tra questi, reputo indimenticabili giusto quello che apre Shine On You Crazy Diamond, le fucilate di Have a Cigar e l’acciaio fuso che scoperchia Money. A latere, il suo lavoro su Animals meriterebbe un discorso a parte, ma poi vi annoierei.
Solo altri due assolo di Gilmour superano l’oltre: li trovate in The Wall, un doppio LP potente e travagliato.
Il primo è in Another Brick in the Wall part 2, che conoscete anche se non amate i Pink Floyd: è la canzone col ritornello cantato da un coro di bambini; a suo tempo, fu vietata in qualche paese poco democratico, visto che il testo è contro ogni forma di prevaricazione. Sentite bene l’assolo, attentamente: è “diverso”, soprattutto alla fine. Non tanto per la tecnica, ma per la personalità della linea musicale.
Il secondo è in Comfortably Numb: qui, per la prima volta, Gilmour racconta una storia, quasi come compendio del testo (già di per sé struggente).
Perché questi due assolo sono così poco gilmouriani? In minima parte, i motivi si annidano anche nel contesto storico: è l’ultimo LP in cui i Pink Floyd riescono a dare il meglio - e in maniera collegiale, quindi con scambi di opinioni e contributi; la dura crisi tra i componenti non è ancora deflagrata, ed è come se ci fosse una voglia non dichiarata di chiudere bene la storia del gruppo; i temi trattati, universali e intimi al tempo stesso, che quasi offuscano i vari ego; la stanchezza compositiva, che spesso genera guizzi artistici.
Il vero motivo si trova tra i nomi dei session men che collaborarono, tra cui Lee Ritenour, chitarrista raffinatissimo e capace di spaziare dal jazz al pop con uno stile cristallino, elegante, propositivo e innovativo.
Nell’intervista che ha concesso a Mason Marangella - e nell’analisi tecnica di Claudio Cicolin, troverete spunti e curiosità che raccontano il suo ruolo all’interno del progetto del Muro: nulla tolgono a Gilmour, ma chiariscono molti dubbi artistici, dando anche un’idea di cosa siano stati quegli anni, in cui la musica e le persone erano ancora al centro delle composizioni
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