11 febbraio 2022

note a margine del bellissimo LA VITA SEGRETA DEGLI UCCELLI (La Nave di Teseo)

Questo straordinario libro divulgativo racconta l'incredibile mondo degli uccelli, con grazia, sense of humor, competenza e una serietà scientifica tutt'altro che autocelebrativa. Un'operazione perfetta, quindi, che solo Elisabetta Sgarbi poteva inserire nell'ormai variopinto catalogo di libri della giovane Nave di Teseo.
Il lettore viene piacevolmente stimolato con una serie di informazioni e comportamenti che ha dell'incredibile: gli uccelli giocano, rubano, uccidono, ingannano, dialogano, pensano, distinguono, creano, ragionano, soffrono, tradiscono, addirittura si fanno la guerra o - peggio - sanno essere cinici.
Insomma, una rappresentazione complessa ed eterogenea che proprio non ti aspetti da Madre Natura. Oppure, fai finta di non aspettartelo; perché, in realtà, questa è Madre Natura.
Voglio dire che da quando è esploso il "fenomeno Greta" (su cui sembra quasi impossibile esprimere riserve... notare che ho scritto "su cui" e non "di cui"), il vocabolario ecologico - e una diffusa grammatica colpevolistica, si sono riempiti anche di frasi senza senso e concetti illogici.
A Madre Natura frega nulla di un'inondazione, di un incendio, dello scioglimento dei ghiacci, di una raffica di vento mortale, di un'estinzione. E non frega nulla, perché Madre Natura è anche quello. Madre Natura è l'esistente, punto. Madre Natura è l'essenza di questo esistente. Punto.
Attenzione, non sto facendo filosofia spicciola, perché non ne sono capace e non mi va. Voglio solo dire che le nostre preoccupazioni sui problemi climatici sono autoreferenziali e nel contempo deresponsabilizzanti. Autoreferenziali, perché a noi interessa colpevolizzarci in maniera astratta, e credere che ci sia una fine della Natura (e un fine della Natura), esclusivamente in base ai soli effetti che avrebbe su di noi, mentre - come ho scritto sopra - Madre Natura sussisterebbe sempre.
Deresponsabilizzanti, per due motivi.
Il primo: è "l'altro" che deve fare qualcosa, è l'"altro" che ha la colpa di questa fine, è l'"altro" che usiamo come spauracchio per giudicare tutti.
Il secondo motivo, vede questo "altro" cui concediamo di diventare un "noi", solo se si attiene a rimedi ambientalistici decisi da noi, in cui comunque siamo noi che stabiliamo come va "salvata" Madre Natura da noi stessi. E se l'"altro" inquina perché è povero per causa nostra, non cerchiamo di rimediare al nostro colonialismo intellettuale, ma lo costringiamo a "integrarsi" tra di noi.
Altrimenti, se fosse "solo" un problema di diffusi comportamenti sbagliati, Greta sarebbe andata anche in Cina, in India o in Russia, tre delle prime cinque nazioni che stanno inquinando il Pianeta.
L'altra nazione è l'America; l'altra ancora è internet, anche se chi ama "spiegare bene" tutto sia convinto di non sapere che internet inquini, e tanto pure. 
Che c'entra, quindi, questo bellissimo libro? C'entra, perché dimostra appunto quanto Madre Natura sia feroce, cinica, spietata, anche e soprattutto quando è bella.
La grande bellezza di Madre Natura è ben altro rispetto alla retorica volontà di ricondurla solo all'immaginario Disney (che pur amo, purché inserito nel giusto contesto).
Se noi volessimo vivere veramente secondo Natura, dovremmo fare più di un passo indietro e ridurci anche a comportamenti che la nostra etica considera, invece (e ipocritamente), esecrabili.
Per carità, gli esseri umani sono stronzi tra loro, e parecchio pure; ma questo non toglie che mitizzare la Natura è un'operazione rischiosa e controproducente.
Con questi ragionamenti, non mi sto sottraendo dalla responsabilità umana di aver distrutto l'ambiente in cui vive e di perpetuare insistentemente la volontà di distruggerlo.
Ma pregherei tutti a ragionare in altra maniera: stiamo distruggendo noi stessi solo con noi stessi; i movimenti ecologisti sono belli e utili, ma non hanno colto il nodo della questione; tutto questo a Madre Natura non può frega' de meno.

Nessun commento: