20 marzo 2012
lettera su Repubblica in difesa dei #gay: la versione originale
07 marzo 2012
lettera aperta a Severgnini
22 marzo 2011
Severgnini e i matrimoni gay?
breve carteggio col Direttore di Sette
È vero che il lettore cui ha risposto, evidentemente non ha seguito i trascorsi del nostro terzistone con la scucchia; è vero anche che Severgnini lo sa, e fa il pesce in barile; però tutto questo sapeva troppo di presa per i fondelli.
E, quindi, ho preso tastiera e mail, e ho scrito al direttore di Sette, settimanale su cui il Severgnini sciorina le sue ovvietà.
Incidentalmente: secondo nuovissimi sondaggi, il 53 % degli americani (cui Severgnini si aggrappava per nobilitare il suo oscurantismo antidemocratico) sarebbe favorevole ai matrimoni tra gay; il repubblicano Theodore Olson sta continuando la sua battaglia in difesa dei matrimoni gay (“Non credo che la nostra società potrà mai essere all’altezza della promessa di uguaglianza e del diritto fondamentale alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità finché non fermeremo un’odiosa discriminazione fondata sull’orientamento sessuale”).
Nonostante la vacuità di quanto mi ha risposto il Di Piazza, io continuerò a tormentarvi, almeno finché Severgnini non chiederà scusa per le sue affermazioni, almeno finché l'Ordine dei Giornalisti non lo punirà come capita nei paesi veramente all'avanguardia (eppoi, è pure interista...).
Gentile Direttore,
mentre Beppe Severgnini non è stato rigorosamente punito per le sue affermazioni contro i gay, guardi cosa accade nei paesi civili.
Da un sito a sostegno dei malati di cancro alla gaffe sui gay. Brutta avventura per Hugh Grant domenica scorsa in diretta sulla Bbc mentre Inghilterra-Scozia si sfidavano sul campo del Sei Nazioni. L'attore è intervenuto per parlare di un sito che ha aperto per dare spazio alle persone colpite da tumori dove poter condividere emozioni e problemi, un'idea nata in seguito alla malattia e alla morte della madre. Ma durante l'intervista, interpellato sul suo passato di rugbista, si è lasciato sfuggire una frase scorretta sull'atteggiamento da tenere in campo, offensiva per il mondo gay. Immediate le scuse del network britannico
da Notiziegay.com
Per la cronaca: Severgnini si è dichiarato contrario al matrimonio tra gay perché “contro il buon senso”, “lo pensa la maggior parte degli italiani”, “il mondo liberal americano la pensa come me”, “è contro natura”, chi non la pensa come lui gli vuole “tappare la bocca”, e altri sciocchezzai simili.
Contro il buon senso - A quando gli stivali chiodati e i sacchi di sabbia vicino la finestra? Ma che razza di argomentazione è mai questa! Si è reso conto il terzista snob che così dà adito a comportamenti e affermazioni gravissime? E poi, la Costituzione Italiana nell’articolo 3 non difende esplicitamente ogni forma di scelta sessuale? E la Carta dei Diritti dell’Uomo?
Lo pensa la maggior parte degli italiani - E perché Severgnini sente il bisogno di cotanto presunto conforto? E poi, massa uguale qualità? Non è bastato il ventennio? E dove sono le statistiche? Ha parlato con 60 milioni di italiani?
Il mondo liberal americano è con lui - Peccato che parte dei più retrogadi conservatori americani convengano sul fatto che un matrimonio gay è garanzia di stabilità economica, utile anche e soprattutto alla società. E poi, anche se fosse, doppia presunzione: accostarsi ai grandi pensatori americani; pretendere che il loro verbo sia sempre e solo sinonimo di verità.
Severgnini non accetta critiche, altrimenti vuol dire che gli si vuole tappare la bocca - Mi scusi, lui può esprimere la sua dissimulata (e quindi vigliacca) omofobia, e nessuno glielo può far notare? E poi, Severgnini ha così paura di me che gli sbatto la sua mancanza di senso civico in faccia? Sono così potente? Non sapevo…
Davvero l’omosessualità è contro natura? Primo, anche se lo fosse, non significa nulla. Secondo, non è documentato in materia (e non solo su questa), perché la Natura non ha bisogno di “accettare” qualsivoglia comportamento: se mantiene una specie, ha valore; altrimenti prima o poi si estingue. Il bello è che in natura l’omosessualità esiste; e da sempre.
Sono sicuro che se io avessi sciorinato simili amenità, e fossi stato altrettanto famoso (ma non collegabile a conventicola alcuna), si sarebbe scatenato l’inferno in terra. Specie con queste argomentazioni così infantili e scellerate.
Dimenticavo: non sono gay, ma mi vergogno di un settimanale che consenta oscurità simili. Qui non si tratta di libertà di parola, ma di… “buon senso”.
Cordiali saluti,
Alessandro Loppi
Gentile signor Loppi,
Io non so esattamente che cosa pensi la maggioranza degli italiani sul matrimonio tra persone dello stesso sesso. Le posso solo dire che, personalmente, io sono favorevole al matrimonio tra gay.
In questo la penso in maniera differente rispetto al mio amico e collega Beppe Severgnini.
La forza di un giornale come il nostro è che le diverse opinioni possono coesistere, nell’assoluto reciproco rispetto.
Grazie comunque per avermi scritto.
Un caro saluto
Giuseppe Di Piazza
22 febbraio 2011
tornare e non morire
Mi chiedo sempre quanto valga la pena provare a migliorare le cose, se poi le cose dicono di odiare il letame in cui sopravvivono, ma poi ci sguazzano amorevolmente.
Ritorno un po' su tutti i miei standard, perché la casella di posta era piena, e di spunti in sospeso-ma-attuali ne ho trovati.
In primis l'omofobia di Severgnini. Un suo lettore mi inoltra questa mail (che Severgnini ha visto bene di non pubblicare):
Caro SevergniniDa fargli un micromonumento; tenendo conto poi che ha riassunto perfettamente il mio pensiero; tenendo conto poi che qualche giorno dopo il Severgnini rincarava la sua posizione dicendo "La mia opinione la conoscete, e credo corrisponda a quella della grande maggioranza degli italiani", come se fosse un certificato di automatica qualità; tenendo conto poi che insisteva nell'alludere al mio presunto volergli "tappare la bocca" (guardi che preferirei tapparne altre di bocche... eppoi sono così temibile?; tutto qui il suo coraggio, caro Severgnini? Facile difendersi dietro un sistema che non la costringerà a rimangiarsi le sue gravissime affermazioni). A conclusione di ciò, né l'Ordine dei Giornalisti né il direttore del magazine del CorSera lo hanno punito professionalmente, com'era giusto che fosse... ah, ovviamente i fighetti sono stati zitti. Dico: solo a me il leggere che il matrimonio tra omosessuali "è contro il buon senso" fa automaticamente sentir provenire dalla strada un rumore di stivali chiodati?
Le confesso di essere rimasto un po' deluso nel leggere la sua risentita risposta al lettore A. Loppi, che qualche giorno fa la accusava, senza troppi giri di parole, di essere omofobo. Lei ha reagito dicendo chi la ritiene omofobo “vorrebbe tappare la bocca a chi esprime un parere diverso”. Eh no, mi scusi ma qui ha ragione Loppi. È un po’ come se un razzista si lamentasse di coloro che lo chiamano tale dopo che lui è andato in giro dicendo che ai neri non devono essere concessi gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini. Lei ritiene che alle coppie omosessuali non dovrebbe essere consentito di potersi sposare né tantomeno dovrebbe essere concesso loro di poter adottare figli. È un modo come un altro per sostenere, implicitamente, che le persone omosessuali sono esseri umani inferiori e dunque non devono poter fare cose che invece agli eterosessuali, come lei, sono concesse. E poi si inalbera se qualcuno le dice, chiaramente, che lei è omofobo? I suoi toni saranno forse più educati di quelli un po' bruschi del signor Loppi ma il suo messaggio antiuguaglianza, che le piaccia o no, è un messaggio degradante che lei rivolge a tutti i suoi concittadini omosessuali. Non si offenda se qualcuno glielo fa notare.
Un suo lettore (deluso).
Il lettore dice anche che sono brusco, e in altri contesti c'è chi ha usato questo mio difetto per giustificare la poca affluenza di lettori al mio blog.
Può essere.
E allora, però, vi porto come esempio di sgarberia costante un'altra mia vittima, Luca Sofri: come esempio tra tanti, guardate come ha insultato i suoi commentatori; il giorno dopo, stessi lettori, stesso successo. Eppure, tratta sempre tutti con spocchia e alterigia, oltretutto con argomenti e sintassi da incubo.
Ma piace...
... mi ricorda qualcuno...
Più in generale, è ormai evidente che in Italia la visibilità egeliana e la credibilità sostanziale non si raggiungono con il duro e serio lavoro: la si hanno in dote. Haivoglia a sforzarti. Haivoglia a restare coerente (dico: scrittori di Mondadori, Berlusconi avrebbe pagato Ruby anche con soldi derivati dai vostri successi!). Haivoglia a indicare vie pulite, restando però pulito. Non serve a un beneamato nulla! Solo al tuo amor proprio e alla tua dignità!
Beninteso, caratterialmente non sono il tipo da volere qualcosa in cambio. Ma pretendo, esigo, che certe nobili parole e qualità non vengano attribuite a chi non le merita! Basta, insomma!
Eppoi, si sa, se il comportamento dei Severgnini o dei Sofri, o di tutta questa massa di fighetti che sconquassa la cultura italica, venisse attuato da uno qualsiasi di noi, haivoglia a condanne moralisticheggianti. Altro che Berlusconi!
Del resto, scusate, nel parapiglia delle case trivulziane, quanti dei "nostri" e dei "loro" sono stati beccati col sorcio in bocca? E la lista di tutti questi furbacchioni dove sta? Io voglio leggere i nomi di chi pagava in pieno centro di Milano un affito mensile inferiore a quanto paga uno studente fuori sede per una singola stanza puzzolente nella periferia romana! Possibile che nessuna delle conventicole sia così pulita da poter additare alle altre questa ennesima clamorosa sporcizia?
È che in fondo la miseria dell'egoismo diffuso - accentuata anche dal pessimo uso che si fa delle attuali straordinarie tecnologie - consente a tutti di pensare ancor di più al proprio misero cortiletto, infischiandosene del vicino. Ci si mette lì a blaterare tanto dei propri diritti, senza immaginare però che vanno anche praticati, giorno dopo giorno.
Meglio aspettare la prossima anestesia: almeno mi illuderò per un misero istante di potermi poi risvegliare in un mondo migliore.
11 febbraio 2011
il "buon senso" di Severgnini contro il matrimonio gay
Non sono favorevole all'adozione e, prima ancora, al matrimonio [tra gay, ndr], che è per definizione l'unione di un uomo e di una donna. Non accetta il mio argomento? Provi a seguirmi. Perché, allora, il matrimonio non può essere fra tre persone? O fra quattro? O fra tre uomini, due donne e un avatar? Se la sua risposta fosse «Eh no, bisogna essere in due!», vuol dire che anche per lei esiste una definizione di matrimonio, basata su una categoria: il numero. Per me ce n'è un'altra: la differenza di sesso. Non lo chiede solo la religione cattolica; lo suggeriscono il buon senso, la storia e la natura (che punta, implacabile, alla procreazione e alla conservazione della specie).Qui non si tratta di un'opinione, ma di una gravissima affermazione, che se fosse stata anche e solo enunciata in un qualsiasi altro paese civile, sarebbe stata passibile - legittimamente e doverosamente - almeno di una multa per discriminazione (del resto anche l'articolo 3 della Costituzione Italiana "sarebbe" ben chiaro in tal senso).
Scrivere, cioè, che il "buon senso" suggerisce un'automatica e implicita obiezione contro il matrimonio tra gay, dà adito a così tante pericolose interpretazioni, che solo ad un irresponsabile poteva venire in mente di scriverla con cotanta superficialità... forse che forse perché sa perfettamente che in Italia le conventicole incrociate non lo biasimerebbero mai? Boh!
Fatto sta che ho avuto la pessima idea di scrivere al nostro capriccioso bambino quanto segue:
Gentile Severgnini,Ovviamente il Severgnini non ha replicato direttamente, ma indirettamente scrivendo:
non ho mai provato simpatia per il terzismo perché tutt'altro che sintomo di moderazione - semmai di opportunismo del momento. Però non ho mai trovato serio mettermi lì a perdere tempo con Lei per motivare questo mio fastidio: ognuno è quello che vuole essere; l'importante è che certi difetti rientrino nei limiti della norma.
Ma se questa sua equidistanza - di comodo, e non di sostanza - va a toccare certi argomenti, è meglio o stare zitti o pensare veramente a quello che si sta dicendo.
Ho letto la sua risposta contro i matrimoni gay: una risposta omofobica, diciamola tutta. E non mi tiri fuori che ha amici gay o sciocchezze simili, perché - e appunto - la sua risposta pseudomoderata e terzista nasconde malamente una mentalità che di fronte al fatto concreto trasforma i "sì, ma..." del terzismo in un bel "no" di stampo ottuso e clericale.
Tra le tante assurdità, Lei dice che in primis sarebbe il buon senso a suggerire che un matrimonio debba essere solamente tra due persone di sesso opposto! IL BUON SENSO?!?
E chi stabilisce i limiti del buon senso? LEI?!?
Mi creda: tra questa sua omofobia al cashmere e quella di un bulletto che spranga i "froci", preferisco il secondo: almeno non ammanta la sua pochezza con frasette salottiere e di circostanza.
Dimenticavo: non sono gay, e non me ne frega nulla di esserlo. So solo che quando leggo risposte vacue e oscurantiste come la sua, ho davanti agli occhi la sofferenza dei gay che conosco, costretti a vivere in una società in cui anche un "intellettuale" (o presunto tale) si manifesta così cattivo nei loro confronti.
Neanche posso urlare "si vergogni!" perché in Italia il sentimento della vergogna è un lusso che hanno in pochi.
Buona giornata,
Ciao Michele. Ciao Alessandro [non sono io, ndr]. Moltissime lettere sul tema. Molti commenti anche su Twitter. Alcuni gentili, altri meno. Trovo assurdo, per esempio, l'appellativo "omofobo": so di non meritarmelo e lo sapete anche voi. So anche che gli omosessuali sono un gruppo di pressione molto forte e organizzato, in tutto il mondo occidentale. Ma poiché contiene molte persone intelligenti, spero che non voglia provare a tapparmi la bocca. Ho solo espresso educatamente un'opinione. Ho detto che le coppie omosessuali vanno riconosciute e protette dalla legge; ma non sono favorevole al matrimonio e all'adozione di bambini. E ho spiegato perché. Una posizione, la mia, non distante da quella di tanti liberali americani. Farmi passare come un bieco, spietato conservatore - qualcuno ci ha provato - mi sembra profondamente sleale.Dunque, Severgnini non recede neanche di un millimetro, dimostrandosi ben al di sotto delle sue (supposte e presunte) qualità. Insiste e piagnucola, insiste e piagnucola, e si autodefinisce come più gli fa comodo, dimenticandosi che se io dicessi una sciocchezza come la sua, al massimo rimedieri un vaffa dal primo che passa: ma lui, essendo bene in vista, e magari influenzando certe persone, ha il dovere di misurare concetti e parole. Altroché.
Preso da raptus, mi armo di tastiera e schermo e... succede questo:
Curioso (e furbo) che faccia l'offeso, quando è lui ad aver offeso sia la sua (presunta, ormai) intelligenza che una "categoria" di persone - i gay, appunto - che da almeno 5000 anni subiscono porcate di ogni tipo.
La pubblicazione di questo mio scatto d'ira ha comportato parecchie reazioni volgari e minatorie (sul serio, altro che i miei toni). La più civile è stata questa:
Ma basta accusare e sparlare contro chi esprime le sue idee!Le due (e)re(a)zioni si commentano da sole, anche perché mi attribuiscono attitudini (da parte del Severgnini) e mentalità (da parte del signor Lorenzo) che non ho, e che comunque non appaiono neanche lontanamente nel mio testo.
Chiunque abbia buonsenso e non si sia fatto prendere la testa dall'anticristianesimo è contro i matrimoni tra gay.
Personalmente non sono credente ma la famiglia è composta da un padre e una madre e dei figli.
Punto.
Se lei ha un parere diverso lo esprima senza insultare, il vero chiuso mentale sembra proprio lei.
Cordiali saluti,
Lorenzo
Di una cosa sono certo, e perdonate se mi ripeto: se frasi del genere fossero uscite fuori da una qualsivoglia altra bocca, sarebbe successo un casino che lèvati.
Mi posso consolare giusto con questo post e con questa mail:
Ho letto la sua lettera su Italians e condivido ogni parola! Non sono gay, ma vivo in Danimarca, dove i gay si possono sposare - ne conosco parecchie coppie. La Danimarca è stata il primo paese a legalizzare le unioni gay, e le coppie gay sposare hanno uguali diritti ad adottare figli, proprio come gli eterosessuali.update
Tra l'altro mi ero persa la perla di Severgnini sulle unioni gay, grazie per avere scritto. Ogni volta che leggo le 'opinioni' del Corriere mi indigno sempre di più, e la tentazione di cambiare cittadinanza è più forte ogni giorno. In DK un giornalista che scrive una cosa del genere potrebbe essere processato, e sicuramente multato per discriminazione. in ogni caso sto raccogliendo tutte le perle dei vari Ostellino, Polito e Severgnini in materia di donne, trans e gay, e sto preparando un esposto da presentare all'unione europea. Un'eurocandidata danese mi ha dato il riferimento di una parlamentare svedese, a cui mi rivolgerò.
Valeria
altro commento civile:
Bravo, hai fatto una figura da somaro con la tua violenza verbale e la tua aggressività. Se non sei gay (ma ci credo poco, vista la passione con cui tratti l'argomento), sei ben strano.altra perla:
Ti dico una cosa: considero l'omosessualità una anomalia, e sono contraria alle adozioni.
Quindi, secondo il tuo democratico pensiero, poichè mi permetto di pensare così, sono FASCISTA, NAZISTA, CLERICALE. e, ovvio, mai manchi la parolina magica che avete sempre in bocca: OMOFOBA.
Contento?
Tutto va di pari passo, merda in mare, scarichi sotto terra tossici, effetto serra, femminismo del menga dove i maschi fanno i mestieri e le femmine le ministre ma non si può dire, mignotte invece di casalinghe, separazioni femministe dove il maschio va alla caritas, gay che si vogliono sposare e adotttare bambini da madri etero a cui li comprano e cioè si pratica il commercio dei bambini che per me è un crimine!!!
Saluti
Max
01 giugno 2007
breve carteggio con
Don Stefano Colombo
Inutile dire che il diretto interessato mi ha autorizzato a farvi leggere quanto segue, e lo ringrazio per questa sua generosa disponibilità.
Se farete commenti, dovrò prima farglieli leggere affinché possa rispondervi come meglio crede.
Gentile Colombo,
ho letto la sua lettera a Severgnini.
Naturalmente non ne condivido un granché, anzi (eppoi il suo distinguere tra pedofilia e adescamento è farisaico, se lo lasci dire).
Mi piacerebbe sapere cosa fa il Vaticano, di pratico, di concreto, contro questo tristissimo fenomeno.
Visto che lei si dimostra documentato, o appare come tale, perché non mi aiuta a capire cosa veramente state facendo contro questo schifo?
Cordialmente,
Alessandro L.
Guardi la distinzione mica la faccio io, ma coloro che studiano il problema: è piuttosto evidente la differenza che esiste tra l'atteggiamento predatorio verso bambini indifesi e quello verso adolescenti che hanno una maturità personale, ed anche sessuale, molto diversa. Tanto è vero che certi comportamenti erano codificati in Grecia e Roma, mentre non lo era l'abuso di bambini.
La mia esperienza in America è di una situazione grave. Che ha scosso la Chiesa dalla parte della gente, che si è sentita tradita - giustamente - dai vescovi che hanno sottovalutato il fenomeno.
La reazione fu persino in taluni casi di mandare i preti colpevoli in cura psichiatrica. Alcuni furono - dopo le cure - rispediti in parrocchia e fecero altri danni. Da qui la protesta - SACROSANTA - della gente.
La Chiesa ha un suo diritto interno che precede di secoli quello degli stati, e rinunciarvi non è ipotizzabile. Ma tale diritto si è rivelato assai problematico, in casi come questi.
Quello che la Chiesa ha fatto concretamente è, nell'ordine:
- una dura politica di rimozione immediata di qualsiasi sacerdote di cui si sospetti qualche irregolarità
- una maggior severità nello screening psicologico dei candidati al sacerdozio
- una maggior apertura della Chiesa in quanto tale alle autorità competenti, per le indagini. Questo, devo dire, ha implicato qualche prezzo molto pesante: l'isteria - forse inevitabile - che tali eventi hanno provocato, ha visto vari preti accusati in base a dicerie, la cui vita è stata rovinata, e che poi si sono dimostrati innocenti.
In Italia c'è stato persino un sacerdote che si è suicidato, per poi essere assolto in giudizio.
Questa nota, come anche il caso di Rignano, dove non ci sono sacerdoti coinvolti, dimostra come sia molto pericoloso e profondamente ingiusto trattare con puro sdegno questi casi, che sono tutti e sempre (che siano coinvolti sacerdoti o meno) profondamente delicati.
Se vuole, questo aggiunge un altro motivo di critica alla maniera brutale con cui i media di solito trattano questi casi.
Un saluto.
Don Stefano Colombo
Be', non condivido l'approccio così schematico - anche perché credo che il tragitto verso una certa maturità psicosessuale (mi passi il termine) si sia veramente allungato.
Di conseguenza se la definizione giuridica di pedofili resta negli ambiti da lei impostati, quella sociale andrebbe rivalutata.
Di converso, trovo la sua eloquenza e le sue attitudini veramente stimolanti.
Mi piacerebbe ospitare questo breve carteggio sul mio blog, sempre che non le crei problemi, visto che sono ateo e - benché etero - totalmente solidale e agguerrito per tutto ciò che riguarda i diritti dei gay.
Un saluto,
Alessandro L.
Caro Alessandro,
se ritiene che le poche cose sconnesse che ho scritto siano un contributo, faccia pure. Anche se tutte le volte che mi rileggo avrei sempre voglia di correggermi in vari punti.
L'approccio schematico è dovuto al mio riassunto non alle proposte in sé. Oggi tutti coloro che entrano in seminario sono sottoposti ad esami psicologici.
A questo si aggiunga che le persone che decidono di entrare in seminario sono spesso molto più adulte di quanto succedeva in passato.
Molti vi accedono dopo la laurea.
Io sono entrato in seminario a 29 anni.
Su questo argomento colgo l'occasione per farle notare che quando il Vaticano pubblicò il documento in cui si annunciavano delle misure ad hoc per seminaristi che avessero preferenze omosessuali, si gridò all'omofobia.
Ma ben pochi osservarono che il documento non diceva: "chi è omosessuale non può fare il prete", bensì che c'è una difficoltà maggiore, per una persona omosessuale che si ritrova a vivere in una comunità la cui legge, liberamente scelta, è il celibato, ma dove non sono presenti normalmente donne. Questo è oggettivamente un aiuto per la persona eterosessuale, che inizia una vita simile (rende il passaggio graduale) mentre non lo è per una persona omosessuale, che anzi si ritrova in un ambiente dove la componente maschile è fortemente sottolineata, in modo imparagonabile alla convivenza normale.
Chi, essendo omosessuale, non avesse una maturità personale (e quindi anche sessuale) adeguata, si ritroverebbe inevitabilmente molto provocato.
Questa non è discriminazione, è puro buon senso, eppure i media hanno presentato quel documento in quel modo assurdo. Ancora una volta ci sarebbe da domandarsi il perché...
Un saluto.
Don Stefano Colombo
Politica, Italia, Omosessualità, Religione, Vaticano, Laicismo, Crimen sollicitationis