Assieme a Zoff rappresentò l'anima civile, riflessiva, etica, di un modo di giocare il calcio che condizionò totalmente la storia della Juventus e della Nazionale.
A differenza di quasi tutti i giocatori silenti che la mia mente ricordi, Scirea non era oscuro, ma profondamente sereno e quindi rasserenante. Il suo era un silenzio quasi esoterico, laicamente esoterico. I miei occhi da bambino lo individuavano subito, e lo seguivano quasi incantati delle sue gesta difensive, perché la sua era la presenza giusta, opportuna, raffinata ma mai indulgente, precisa ma mai spaccona.
Non ho mai capito perché la Juve non abbia ritirato il numero 6 dalle sue maglie.