04 aprile 2010

lo straniero

Niente a che vedere con l'omonimo capolavoro letterario di Camus, Lo Straniero racconta la caccia ad un ex criminale nazista (Orson Welles che ne è anche regista, dopo l'obbligato diniego di John Huston, che comunque ne scrisse anonimamente buona parte della sceneggiatura) che vive nel comodo anonimato di una banale cittadina americana. Aggiusta orologi antichi a tempo perso, ed è sposato con un'ottima Loretta Young, qui sempre sul punto di svenire.
Chi lo scopre è il sempre bravissimo Edward G. Robinson (anche se Welles dirà poi che avrebbe preferito una più convincente "zitella", magari interpretata da Agnes "Endora" Moorehead) che per incastrarlo sottopone alla donna la visione di un documentario sui campi di sterminio. Convinta da tanto scempio, aiuterà i buoni a catturare il marito.
Gran finale con la famosissima sequenza degli orologi, il cui perno fobico tornerà nella scena degli specchi della Signora di Shangai (quella citata anche da Woody Allen, per intenderci), per un'opera che va ricordata soprattutto perché è la prima volta che in un film "commerciale" si vedono le immagini della Shoah (nel 1966, poi, partecipando alle riprese di Parigi brucia?, Welles conoscerà di persona alcuni deportati superstiti).

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