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22 settembre 2015

invitare al sabotaggio è violenza

Onestamente non capisco questa difesa ad oltranza nei confronti di Erri De Luca. 
L'invito al sabotaggio è istigazione a delinquere, non un reato d'opinione. Che poi lo proclami uno che ci sta simpatico, non cambia senso al fatto in sé; anzi, lo peggiora.
Una dichiarazione pubblica raccoglie gli equivoci che semina; e un intellettuale lo sa - o dovrebbe saperlo.
Se Erri De Luca avesse voluto fare il sofisticato - come si atteggia ad ogni respiro, non avrebbe dovuto rilasciare un'intervista così crassa in un contesto così equivocabile, ma esprimerla in un consesso adeguato. Invece, prima l'ha sparata grossa, poi ha fatto finta di ricredersi - come usano spesso alcuni ex di Lotta Continua. A casa mia si chiama "incoscienza"; intollerabile, specie se proviene da un uomo colto.
Insomma, l'appoggio a quei NoTav che sprangano poliziotti e tirano bombe carta, biglie di ferro, fumogeni e chissà cos'altro, è un'evidente avallare la violenza. Che poi a fare certe dichiarazioni sia un intellettuale o un uomo della strada, poco importa. Ma non mascheriamole come fossero un innocentissimo "reato d'opinione". Specie se provengono da uno che già in passato ha giocato con la Storia e la Verità, buttando là frasette incomplete e sibilline sugli Anni di Piombo
Oddio, io non mi meraviglio di questa follia collettiva: non sarebbe la prima volta che a sinistra facciamo i Marchesi del Grillo nei confronti del Diritto e della Libertà. Le regole sono regole, punto. O si rispettano, o si violano. Se le violi, devi avere il senso dell'onore di accettare le conseguenze, senza ammantarti di chissà quale santità, e senza che altri ti erigano statue di esempio morale quando invece hai fatto solo il teppistello con parole al cashmere.
Del resto, basta pretendere un po' di Ordine e di Polizia (certo, non quella di Genova, è ovvio), che i fighetti e i loro sodali scatenano violenze anche e solo verbali contro i "no", anche a quelli più giusti o ovvi.
Ricordate la raccolta di firme di Wu-Ming in difesa di Cesare Battisti?
E quella degli oltre 750 firmatari che uccisero il Commissario Calabresi ben prima che venisse fisicamente ammazzato da Sofri, Pietrostefani e Bompressi? Firmatari che qualche regista cinematografico coraggioso avrebbe definito "conventicole" (perché tali sono, altroché).
Non è cambiato nulla. Anzi, la situazione è addirittura peggiorata: perché i figli di quegli ideologi hanno introdotto sistematicamente un'informazione che racconta le cose a metà, rincorrendo lo stomaco (debole) del pubblico (acritico), dandogli in pasto gli slogan giusti al momento giusto.
A nessuno, però, è venuta in mente un'inutile domanda: di fronte alla protervia di Renzi, a questo suo sistematico e mortificante violentare la Sinistra e i suoi valori, dove stanno Erri De Luca e i suoi supporter? Forse è più facile ringhiare gratuitamente contro un poliziotto che tirare fuori le palle e dire invece NO a questi diessini plastificati travestiti da attori di un improbabile Quarto Stato 2.0.

04 aprile 2014

storie di quotidiana sanità


Un bel giorno di dieci mesi fa, una mia amica endocrinologa mi fa "guarda che è serio, devi fare qualcosa: hai due noduli alla tiroide, e uno dei due non mi piace per niente". Parlo con La SuperEndocrinologa del Pianeta che mi consiglia un'operazione pressoché immediata. 
Certo, c'è da chiedersi come mai l'ospedale toscano SuperSpecializzato che mi segue da 19 anni per altre rogne, non se ne sia mai accorto... ma questa è la prima delle stravaganti peripezie che ho vissuto da luglio scorso. Primo nod(ul)o, è il caso di dirlo: il Migliore Chirurgo tiroidista di Roma ha una lista d'attesa pubblica di 245 pazienti; e privatamente mi costerebbe un occhio della testa.
Ergo, chiamo un mio StrAmico primario, cedo ai miei principi, e gli chiedo se può fare qualcosa. Passano l'estate e il Natale, e vengo chiamato per una preospedalizzazione... evviva la modernità, urlo!
Macché: entro in una stanza più trafficata del GRA, e Anestesista Incazzata Con La Vita mi fa le domande giuste MA senza aspettare le risposte utili. Un classico.
Fatto sta che - secondo nod(ul)o - se solo mi avesse ascoltato subito, avrebbe scoperto che un banalissimo problema che ho alle gambe, mai potrebbe inficiare l'anestesia. E, invece, la questione tornerà.
La tipa mi guarda e fa "tra qualche giorno la chiamiamo per la preospedalizzazione". E questa cos'era? "Una conversazione, che domande!". Ah!
Dopo una settimana, mi chiamano per la (immagino) preospedalizzazione: mi prendono l'orina, mi prelevano il sangue, mi fanno la lastra... e poi? "Ci si vede tra una settimana!". Cioè, tra una settimana mi operate? "No, tra una settimana faremo la preospedalizzazione...". 
E questa cos'era, una conversazione? "No, le abbiamo fatto i prelievi". Ah, se non me l'avesse detto, non me ne sarei accorto...
Seconda preospedalizzazione (forse l'ultima?), terzo nod(ul)o. Anestesista Che Ha Litigato Col Kajal mi fa le stesse identiche domande dell'Incazzata, e mi consiglia una visita specialista da un tipo perché non è convinta della situazione. Che i miei problemi articolari potessero far male alla tiroide malata, mi fa sganasciare dalle risate.
Ergo, dopo qualche giorno, incontro lo specialista articolare che si sganascia anche lui, dando il suo placet all'operazione in due-secondi-due. Il resto del tempo, l'abbiamo passato parlando dei King Crimson e di Bach.
Quarto nod(ul)o: cinque minuti dopo quest'incontro, consegno la cartella al reparto, ma mi dicono che un'altra anestesista deve dare l'ok all'ok dello specialista... ma tra una settimana. Allora divento una bestia e con furba disinvoltura butto là il nome "Rai": nel giro di due-secondi-due, si materializza Anestesista Biondarella che dà il via libera all'operazione. Entro 30 giorni, sarò operato.
Quinto nod(ul)o: certo, sarebbe tutto ok, ma scopro per puro caso la mia cartella è sparita.  Nel giro di altri due giorni, lo StrAmico primario la trova dimenticata dentro un'altra cartella di un tipo con problemi nonsodove. 
Qui di seguito, se ci siete arrivati vivi, perderete il conto di altri nod(ul)i.
Il giorno dell'operazione, mi dicono di presentarmi perentoriamente alle 07:00. Arrivo alle 06:50, e trovo sbarrata la porta del reparto. Arriva Caposala Lemme Lemme alle 07:10 e inizia a ridere: "haivoglia ad aspettare".
Dopo un'ora mi chiama Specializzanda Grissino che mi invita ad entrare nello sbarratissimo reparto; poi mi ributta fuori... un'orda famelica di operandi mi guarda con stupore.
Dopo un'altra ora, mi richiamano, entro nella mia stanza: sarebbe da quattro, stretti stretti, ma ci sono cinque malati. Quello nel "mio" letto viene elegantemente invitato a "togliersi dai coglioni" per dare spazio al sottoscritto.
Finalmente arriva la barella. 
Comincio l'uscita trionfante, guarderò negli occhi mia moglie e le dirò languidamente che la amo e che deve stare tranquilla...
... ma STOP!, "questo non è Loppi!". 
Ah sì, e chi sarei? Arriva la Caposala Lemme Lemme e tira fuori un altro foglio, dicendo "sì, forse questo è Loppi"... mi scusi, ma certo che sono io. "Stia buono che c'è casino".
Durante il trasbordo verso la Sala Operatoria, i due portantini si chiedono dove dovrei essere operato. E io: alla tiroide. "Ne è certo?". Non voglio sapere cosa sarebbe accaduto se avessi risposto negativamente.
Vengo parcheggiato in sala preoperatoria (quella giusta?). Ricordatevi che senza occhiali non ci vedo, neanche se mi pagate.
Arriva ippopotamamente Specializzando TiroSùColNasoMaNonMeLoSoffio e mi spara un pippone sul Consenso Informato, ma se l'è dimenticato.
Lo sostituisce placidamente Specializzanda Shabadabadà che mi spara un altro pippone sul Consenso Informato; peccato che mi faccia firmare quello sbagliato.
Infine, si accosta Specializzanda New Age, e mi sbraca la vena della mano sinistra per mettere una cannuletta piccola così.
Finalmente mi mettono in sala, e mi addormo (come si dice a Roma).
Mi sveglio e sento che ho la testa incastrata: ho il cerottone che tira sul mento; ergo, devo stare sempre chinato per evitare strappi. Solo il giorno dopo, il medico di turno metterà la testa a posto.
Vengo sbattuto sul mio letto, televisione a palla, finestra aperta... uno spasso. Meno male che caratterialmente reagisco bene: tra mia moglie e l'ascolto del Matteo di Bach, dormicchio e parlicchio... ma sto bene, dài.
Nel giro delle 30 ore successive, è accaduto di tutto: mi hanno dato da mangiare quando dovevo stare a digiuno, e mi hanno negato la colazione quando dovevo invece recuperare le forze; è entrato uno sconosciuto per defecare nel nostro bagno (lasciando ossequiosamente la porta aperta, of course); si è cambiato un altro vecchietto per essere operato di lì a poco; mi hanno dato una flebo sbagliata; hanno speronato tutti i letti per schiantarne un altro in orizzontale per far operare d'urgenza un'altra persona; mi hanno gentilmente intimato di "togliermi dai coglioni" perché il mio letto serviva a un altro malato.
Attenzione, stiamo parlando di uno dei migliori ospedali della Capitale; tra i primi in Italia. E non si tratta di soldi che mancano, eh...

17 luglio 2013

perché ilPost non accompagna Facci fuori dalla porta?

Intorno alla ignobile bordata di Calderoli contro il Ministro Kyenge si è scatenata una serie di giochi decisamente imbarazzante. 
Il più banale è stato l'uso del "noi abbiamo detto questo, ma anche voi avete detto quest'altro", tipico di chi non ha argomenti e gioca al rilancio coprolalico.
Poi ci sono stati quelli che non hanno commentato, nonostante per ruolo istituzionale avrebbero dovuto comunque dire qualcosa, perlomeno per rispetto della forma (Renzi ha preferito indignarsi per il sospetto doping giamaicano).
Infine, ci sono quelli come Filippo Facci (un'espresione labiale, una garanzia) che ha twittato:
Affermazione grave, gravissima, che non ha subito le doverose reprimenda da chi doveva, se non da Alessandro Gassmann, che ha risposto così
Le intenzioni di Facci, cinicamente fighette e provocatorie, sono note e chiare da tempo, e in questa circostanza vengono ben riassunte da una blogger
Il discorso potrebbe conludersi qui. 
Nel senso che in un paese civile, Filippo Facci avrebbe perso immediatamente tutti i suoi follower, e l'Ordine dei Giornalisti lo avrebbe espulso - o perlomeno sospeso.
E, se avessero avuto le palle, i direttori dei periodici dove collabora, lo avrebbero messo alla porta seduta stante. 
Così dovrebbe accadere nei paesi civili. 
Qualcuno obietterà che Filippo Facci ha espresso la sua balorda opinione in un ambito privato. Potrebbe anche essere vero. In realtà, il razzismo è razzismo. 
Punto. 
NON è un'opinione più o meno privata. 
Ergo: comunque un personaggio simile andrebbe punito con gli anticorpi che una democrazia seria e civile dovrebbe avere. Così come Calderoli doveva dimettersi - o essere dimesso - anche l'uscita di Facci andava - e va - punita.
E, invece, nulla.
Anzi, ne ilPost ha rincarato la dose con un intervento ben oltre la provocazione gratuita, che si basa su principi che nulla hanno a che vedere con l'orribile tweet di partenza.
Non solo il direttore Luca Sofri continua e continuerà ad ospitare Filippo Facci, ma ha tolto ai lettori la possibilità di commentare un simile testo.