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24 luglio 2009

frammenti di Beirut

Caro Alessandro,
scusami, ogni tanto mi prende di ricordare.
La cosa strana è che ho sempre avversato quella città: sporca, disordinata, anarchica eppure formalmente ossequiosa ai vari venditori di religione che, a turno, orientano le masse all'insegna di slogan di rigore e moralità.
I politici che rubano e curano interessi privati in "res publica"  hanno le stesse facce che da noi. Gli abili "furbetti del quartierino" probabilmente hanno diviso i banchi di scuola con i nostri. Le belle donne e i patrimoni accumulati con i "regalini" ce le abbiamo anche noi.
Insomma, concludevo le mie riflessioni con un senso di stanchezza e di passiva remissione.

Poi ho capito: Beirut per un occidentale rappresenta ancora un progetto, una speranza di cambiamento. Una specie di innocente ma fervida volontà di migliorare le cose.
Dal basso si può risalire.
Dall'Italia che ci indigna ci si può solo distaccare, allontanandosi con silenzio.
A denti serrati.

Ciao,

Andrea T.

11 ottobre 2006

ricordi al plurale

Oltre ad essere un carissimo amico della mia futura sposa, Andrea Troiano è un giovanotto di 40 anni estremamente intelligente, dotto, simpatico, dotato di rare capacità culturali. Lavora in un mondo, quelle delle banche, lontano mille miglia dai sentimenti emanati da quanto segue.
L'avete conosciuto tempo fa, quando pubblicai i suoi brevi reportage dal Libano, quando cioè Israele la stava bombardando a passo di carica, e lui, con i suoi colleghi e altri nostri connazionali, fu costretto a un forzato rimpatrio. Lui, straniero in terra straniera là, è tornato qui, di nuovo straniero in terra straniera.
Oggi certi nostri aizzatori hanno già dimenticato quello che ieri impugnavano come arma di antiamericansionismo mascherato da buone intenzioni. Andrea non dimentica invece, non dimentica le persone con cui ha condiviso la propria quotidianità, di uomo privilegiato direte voi... è vero, aggiungo io, privilegiato perché ha un cuore e una memoria. "Difetti" che mancano a troppi strumentalizzatori delle nostre anime.
Buona lettura.

Lettera per gli Almaza.

È un po’ di tempo che volevo postare alcune riflessioni che ho iniziato a scrivere il 20/07/06, cioé quando sono stato “evacuato” da Beirut con il piano organizzato dall’ Ambasciata italiana.
Nel frattempo sono cambiate molte cose: alcuni di noi non sono ancora tornati o hanno cambiato destinazione, è nato Lorenzo Filippo, siamo riusciti a vederci a Roma ed a Livorno in formazioni ridotte, siamo stati in contatto con gli irriducibili Rita e Lorenzo, abbiamo seguito con trepidazione i telegiornali.
La necessità di scrivere mi è venuta – credo – per un desiderio neanche tanto inconscio di fissare quest’esperienza, di trovare un modo, attraverso i ricordi ed il nostro gergo comune, di stare in contatto. O forse, per riacquistare con calma una mia personale dimensione Almaza. Di condivisione Almaza: un po’ risate circensi, un po’ canzoni di Ligabue, un po’ farsi in quattro, un po’ Corto Maltese, un po’ imparare ad accettarsi e volersi bene.
Insomma, come quando mentre guidi alla radio, capita la canzone che non sentivi da tempo, che non ti aspettavi e che ti fa piacere di malinconia.

Ed allora, ecco la…

CRONACA DI UN TRASFERIMENTO

Molte cronache di viaggio o racconti d’avventura esaltano il dinamismo, la spinta verso la prossima tappa, il corpo che trova le energie e resiste fino alla destinazione attesa, la forza di volonta’ che moltiplica la convinzione.
Il viaggio diventa una sospensione tra un’origine ed una meta.
I viaggi piu’ frequenti sono quelli d’affari o per brevi vacanze in paradisi preorganizzati.
Consideriamo un viaggio in questo modo quando ci porta lontano, in luoghi di lingue, colori e sapori inconsueti; e forse gli attribuiamo una qualita’ “romantica”.
Il bisogno di respirare atmosfere cui non siamo abituati, dipinge paesaggi dell’immaginazione.
I viaggi in cui siamo costretti, invece, fanno crescere l’impazienza e la noia. Ci si astrae dal viaggio stesso e si rimane ancorati ad un nervosismo sterile. Ad un impossibile movimento fisico, si accompagna un insopportabile deterioramento dell’interesse verso le cose che ci circondano.
La situazione di “passaggio” diventa, quindi, una regione nebulosa di emozioni, di percezioni che sono reazioni a cose che non ci appartengono: appunto perche’ transitorie.
La mia condizione di “passaggio” è aspettare di arrivare a destinazione, lontano da Beirut, cosi’ incomprensibile.
Tutto mi sembra uno spreco di tempo, mi passano i visi ed i palazzi, i balconi con le bandiere e le automobili. Con una noia grigia. Tutte cose che si mischiano confusamente, alle quali resto prima sordo, poi sento che si accendono e si ricostruiscono sotto forma di suggerimenti visivi. Per costringermi ad “esserci”, a non pensare alla fine del viaggio.
Sono gia’ partito dall’Ambasciata e sto in fila al porto per salire sulla nave. Tutti sicuri perche’ le bombe sono lontane, sotto I cappelli e gli occhiali si spera finisca presto. Chissà se ho chiuso la finestra del bagno… i miei CD!. Si pensa alle cose, alla “roba”; io, che non ho gioielli !!!
Poi ho pensato dove fosse la mia casa, quale fosse il mio posto. Mi sono rivisto in tanti angoli di Beirut durante questi anni, posti da fichetti e manoushe notturni, musica e pizza, chiacchierate tardi, il profumo dei gelsomini di Byblos, il rumore delle onde quando trascinano le pietre della spiaggia a Batroun, il cinema un po’ alternative ad Hamra, la musica a Jemmaize del Bar Louie, il rumore di un tappo di bottiglia, i sandali ed i pantaloni di lino portati fino ad ottobre.
Tutto per costringermi ad “esserci”, a “sentire”. Poi ho pensato per quale motivo le mie impressioni, prima da passeggero malinconico ed annoiato, si fossero trasformate in sorrisi pieni, gustosi, come se davanti al vetro del bus rivedessi il film del mio “passaggio” libanese. I ricordi sono piu’ forti e sereni quando non ti vedi solo tu e le cose che ti circondano. Io ho dei ricordi condivisi, sono fortunato ad avere ricordi al plurale.
Da quando stavo a Londra ho ricordi al plurale. Talvolta sono stati ricordi che hanno percorso molta strada, e tuttora si muovono, con I ricordi di amici cari. E prendono forza dall’essere ricordi intrecciati, che si scambiano energia tra diversi proprietari.
Arrivato a destinazione, certo che stavo bene!! E ho capito che c’era ancora strada da fare dentro di me. Ho il bisogno di continuare a conoscere sempre meglio i proprietari di ricordi come me , per avere ancora voglia di costruire storie, di pensare ad altri viaggi.
Ancora un’Almaza, please. Shoukran.


16 luglio 2006

aggiornamento da Beirut

Notte tranquilla, ma continuano bombardamenti nel Sud. Vengono colpiti esclusivamenti quartieri delle milizie hezbollah, ieri tardo pomeriggio vicino all'aeroporto dove si pensava si nascondesse il leader hezbollah.
Strada Beirut Damasco interrotta.
Stamattina evacuazione circa 300 europei con supporto ambasciate (si tratta in massima parte di personale che lavorava con ONG o altre associazioni nel Sud. Andranno in Sira tramite uscita Nord Tripoli epoi con aerei Aeronautica Militare a Cipro Larnaka.
Situazione Beirut Centro tranquilla.
Saluti a tutti e baci
Andrea


tag: Libano, Israele, Politica, Italia, Libertà, Viaggi, Cronache, Medio Oriente

14 luglio 2006

aggiornamenti dal Libano

Vedette israeliane al largo di Tripoli
Alcune vedette israeliane stazionano stamani a largo del porto di Tripoli, 80 chilometri a nord di Beirut. Lo ha riferito Al-Nur, la radio del movimento sciita libanese, mentre la tv satellitare araba Al-Arabiya ha riferito che dieci navi da guerra israeliane si starebbero dirigendo verso le acque territoriali libanesi.

Da ieri, il blocco navale decretato da Israele è andato progressivamente estendendosi verso nord, in direzione del porto di Tripoli, a ridosso del confine settentrionale con la Siria.


Nuovi raid
Attacchi aerei israeliani sono stati segnalati stamani nei dintorni del centro portuale di Tiro (70 km. a sud di Beirut). Lo ha riferito la Tv libanese Lbc. L'emittente ha precisato che i caccia F-16 hanno bombardato la zona di Abbasiye, a nord-est di Tiro. In precedenza, era stata bombardata anche la zona di Bazuriye, a sud-est della città.

Altri raid israeliani sono stati segnalati stamani nella zona di Khiam, nel Libano sud-orientale. Lo ha riferito Al-Manar, la Tv del movimento sciita libanese Hezbollah. L'emittente ha precisato che caccia F-16 israeliani hanno colpito i dintorni di Khiam, situata a ridosso della zona di confine contesa delle "Fattorie di Shebaa", occupata da Israele nel 1967. Altri raid aerei hanno inoltre avuto per obiettivo le colline di Qadmus, vicino al porto di Tiro (70 chilometri a sud di Beirut).

L'aviazione israeliana ha colpito inoltre le due principali basi aeree libanesi, Rayak e Qoleiat, sordo alle dichiarazioni di protesta provenienti da più parti. La giornata di ieri si è chiusa così con la campagna aerea più violenta che Israele ha lanciato in Libano negli ultimi 24 anni. Ma se la comunità internazionale si è limitata a lanciare un appello a Israele per la fine degli attacchi, la dichiarazione del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad è suonata come un vero e proprio avvertimento, che ha alimentato il clima di tensione già rovente. "Se commette un'altra idiozia e aggredisce la Siria, questo sarà sinonimo di un'aggressione a tutto il mondo musulmano e avrà una risposta sferzante", ha sottolineato Ahamadinejad.

Nelle ultime ore dunque il Libano ha subito una decisa escalation di violenza cui le forze di Hezbollah hanno risposto attaccando la città di Haifa, la terza piu' grande di Israele. Di qui l'effetto domino innescato a livello mondiale, alimentando tensioni geopolitiche -già esistenti con Iran e Corea del Nord-, scatenando l'impennata del greggio e i forti smobilizzi sulle piazze finanziarie globali.

Andrea


tag: Libano, Israele, Politica, Italia, Libertà, Viaggi, Cronache, Medio Oriente

in diretta dal Libano

Ciao a tutti,
vi ringrazio tutti per esservi interessati ed aver chiamato o provato a chiamare (le linee non funzionano benissimo).
A Beirut centro la situazione è tranquilla, non ci sono obiettivi sensibili e quindi non bombardano.
Nella notte hanno bombardato zone periferia sud a 3 max 4 km in linea d'aria dal centro (aeroporto, depositi carburanti, ponti e autostrada nonché centri di comando di hezbollah).
Ci sono molte vittime anche tra i civili. Hanno colpito anche la strada di accesso verso Damasco. Stanno infatti tentando di isolare il paese con un blocco delle vie di comunicazione. Potrebbero scarseggiare petrolio e luce elettrica nonche' altri generi se continua blocco navale ed aereo.
Si ha la sensazione che la comunità internazionale sia in contatto e spingendo per soluzioni diplomatiche.
I libanesi miei amici sono molto scettici perche' dicono che gli israeliani non finiranno se non quando avranno raggiunto l'obiettivo.
Non c'è da fare allarmismi per la nostra sicurezza, anche gli altri occidentali stanno aspettando cosa succede.
Andrea