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30 dicembre 2015

il soul leggero di Jarrod Lawson & the Good People a #UJW23

Inizia debole questa 23esima edizione di Umbria Jazz, quasi timida e insicura: la voce flebile di Jarrod Lawson - e il suo pianismo didascalico - convincono poco, e le sue canzoni non restano nel cuore neanche il tempo del loro termine.
Si respira aria di Jamiroquai, di George Benson (cui il nostro allude imitandone il noto arrangiamento sincopato di Summertime), di Steely Dan, ma soprattutto di Incognito.
Da salvare l'eccellente All the time, in duo con l'ottima Tahirah Memory; un brano bellissimo, di rara efficacia emotiva. Da qui partono venti minuti scarsi di musica più interessante, ma che non salvano l'inizio della serata inaugurale (ci penserà Elling nella seconda parte).
Professionale il basso di Christopher Friesen; interessante il drumming di Joshua Corry; eccessivamente patinata la chitarra di Chancellor Hayden; buone le armonie della su citata Memory e di Molly Foote.

08 febbraio 2015

Peter Erskine fuori e dentro i Weather Report

Divertente, interessante e anche istruttivo: i tre aggettivi che vengono in mente appena conclusa la lettura di questa autobiografia di Peter Erskine
Un libro che merita l'acquisto, anche da parte di chi non è appassionato di batteria e percussioni.
Salta subito all'occhio l'intenzione di non perdersi dietro inutili racconti d'infanzia o aneddoti troppo personali. Peter Erskine, infatti, ama divertirsi e far divertire il lettore, mettendo immediatamente in primo piano la musica e il suo strumento preferito: quella batteria, cioè, che lo trasformò in brevissimo tempo in un innovatore ancora attualissimo e in un pioniere della fusion meno ovvia (anche se lui per primo rifugge da questa definizione, ammettendo però la necessità economica di essersi dovuto cimentare anche con la muzak più insopportabile). 
Ritroviamo grandi del passato come Jaco Pastorius, Joe Zawinul e Mike Brecker, più altri come gli Steps Ahead, Stan Kenton, Dave Weckl, Joni Mitchell, gli Steely Dan, Pat Metheny, Elvis Costello, Diane Krall, Wayne Shorter, John Patitucci... la lista è lunga e piena di sorprese. 
Anzi, scopriamo pure gli angoli segreti di autentici monumenti come Manfred Eicher (un caratterino niente male) o Chick Corea (nella veste di inedito quanto eccellente batterista). In coda al testo figurano cinquanta titoli preferiti dall'autore tra i centinaia cui ha collaborato, anche come leader (anche qui molte sorprese).