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22 settembre 2015

invitare al sabotaggio è violenza

Onestamente non capisco questa difesa ad oltranza nei confronti di Erri De Luca. 
L'invito al sabotaggio è istigazione a delinquere, non un reato d'opinione. Che poi lo proclami uno che ci sta simpatico, non cambia senso al fatto in sé; anzi, lo peggiora.
Una dichiarazione pubblica raccoglie gli equivoci che semina; e un intellettuale lo sa - o dovrebbe saperlo.
Se Erri De Luca avesse voluto fare il sofisticato - come si atteggia ad ogni respiro, non avrebbe dovuto rilasciare un'intervista così crassa in un contesto così equivocabile, ma esprimerla in un consesso adeguato. Invece, prima l'ha sparata grossa, poi ha fatto finta di ricredersi - come usano spesso alcuni ex di Lotta Continua. A casa mia si chiama "incoscienza"; intollerabile, specie se proviene da un uomo colto.
Insomma, l'appoggio a quei NoTav che sprangano poliziotti e tirano bombe carta, biglie di ferro, fumogeni e chissà cos'altro, è un'evidente avallare la violenza. Che poi a fare certe dichiarazioni sia un intellettuale o un uomo della strada, poco importa. Ma non mascheriamole come fossero un innocentissimo "reato d'opinione". Specie se provengono da uno che già in passato ha giocato con la Storia e la Verità, buttando là frasette incomplete e sibilline sugli Anni di Piombo
Oddio, io non mi meraviglio di questa follia collettiva: non sarebbe la prima volta che a sinistra facciamo i Marchesi del Grillo nei confronti del Diritto e della Libertà. Le regole sono regole, punto. O si rispettano, o si violano. Se le violi, devi avere il senso dell'onore di accettare le conseguenze, senza ammantarti di chissà quale santità, e senza che altri ti erigano statue di esempio morale quando invece hai fatto solo il teppistello con parole al cashmere.
Del resto, basta pretendere un po' di Ordine e di Polizia (certo, non quella di Genova, è ovvio), che i fighetti e i loro sodali scatenano violenze anche e solo verbali contro i "no", anche a quelli più giusti o ovvi.
Ricordate la raccolta di firme di Wu-Ming in difesa di Cesare Battisti?
E quella degli oltre 750 firmatari che uccisero il Commissario Calabresi ben prima che venisse fisicamente ammazzato da Sofri, Pietrostefani e Bompressi? Firmatari che qualche regista cinematografico coraggioso avrebbe definito "conventicole" (perché tali sono, altroché).
Non è cambiato nulla. Anzi, la situazione è addirittura peggiorata: perché i figli di quegli ideologi hanno introdotto sistematicamente un'informazione che racconta le cose a metà, rincorrendo lo stomaco (debole) del pubblico (acritico), dandogli in pasto gli slogan giusti al momento giusto.
A nessuno, però, è venuta in mente un'inutile domanda: di fronte alla protervia di Renzi, a questo suo sistematico e mortificante violentare la Sinistra e i suoi valori, dove stanno Erri De Luca e i suoi supporter? Forse è più facile ringhiare gratuitamente contro un poliziotto che tirare fuori le palle e dire invece NO a questi diessini plastificati travestiti da attori di un improbabile Quarto Stato 2.0.

08 gennaio 2015

l'unico amico di Charlie

Il 12 ottobre del 2010, quelli di Spinoza raggiungono il fondo con un post ributtante. Nel nome, cioè, della libertà di essere liberi, gettano fango e letame contro quattro dei nostri ragazzi saltati in aria su una mina del "nemico" (o comunque di quello che il governo da noi eletto democraticamente ha considerato come tale, perlomeno in quel momento).
Io scrivo le mie rimostranze, e mi becco risposte stupide e sciocche che hanno il significato che hanno. Da quel giorno, non li leggo più. Neanche si accorgeranno di aver perso un lettore, figuriamoci: però ho un cervello e una dignità, e non posso certo sprecarli nel sito di quattro deficienti.
Però: non sono entrato nel loro palazzo, non ho sparato all'impazzata contro nessuno di loro, non li ho nemmeno presi a calci nel culo come avrebbero decisamente meritato.
Perché?
Perché siamo occidentali, un paese democratico, uno Stato libero, ricco di contraddizioni e di storie perlomeno originiali, ma pur sempre dignitoso almeno nella sua essenza teorica. 
Certo, per quelli di Spinoza vale l'antica regola del Marchese del Grillo: problema loro (e dell'intelligenza di chi li legge, è ovvio). Per un paese serio e civile, invece, quello di Spinoza è il tipico sacrificio dell'intelligenza: dare spazio anche a loro, per confermarsi e confermare che la democrazia non può buttare via nulla di se stessa, neanche gli sfinteri.
Vero è che la satira si misura proprio dall'essere capace di spararla grossa senza avere bisogno di appellarsi a un diritto; se la tua parola è forte, il tuo diritto è la tua parola.
Veniamo alla strage di ieri: è vero che la memoria e il rispetto che si deve ai quattro morti di cui sopra non è dialetticamente comparabile con l'importanza ontologica della figura religiosa di Mamometto o di Allah (che poi, non dimentichiamo, per alcuni raffigurare questa figura è già considerato blasfemo); è vero anche che un conto è la sensibilità dei singoli verso i singoli, un conto il rispetto - anche e solo strategico - che si deve nei confronti di un simbolo venerato una un miliardo e mezzo di esseri umani.... ma se tu manchi di rispetto nei confronti di un morto o di un dio, sei solo un coglione. Punto.
Non è che io vengo lì e ti sparo a bruciapelo. Tutt'al più non ti compro.
Su questo, immagino, non ci piove.
Qualche derelitto dirà che sto scrivendo "se la sono cercata". Non è vero. Anzi, prima di aprire bocca, verifichi la sua copia di Lotta Continua di qualche lustro fa: scoprirà chi urlò "se l'è andata a cercare", e avrà qualche simpatica sorpresa.
Né tantomeno voglio mettermi lì a scrivere i "sì, ma" che hanno smosso certi intellettuali da strapazzo.
Però c'è qualcosa che va detto: non aggrappiamoci a delle vignette stupide e blasfeme per difendere la nostra libertà di pensiero. 
Già... perché quella satira è stata "solo" libertà di pensiero, ma non di pensare. Già... pensare significa anche capire che se tu disegni Maometto a pecorina con il buco del culo a forma di stella di David, non hai aggiunto o tolto nulla alla causa democratica né dell'Islam né del mio paese: hai dato visibilità solo alla tua volgarità, peraltro abbastanza facilotta. Punto.
Chi dimentica queste cose per scrivere stronzate come questa (è del 2006, ma è stata ribadita poco fa dall'autore stesso), o come questa, o come questa, sta solo dando spazio al proprio ego, non a un dibattito. Anzi: c'è addirittura chi twitta una sciocchezza come questa 
dimostrando una irritante malafede.
Dov'è che voglio arrivare?
Che adesso sarà più facile difendere i "valori" dell'Occidente, come faceva istericamente la superfascista Oriana Fallaci, non distinguendo diritti e doveri. 
Sarà più facile st(r)ingersi intorno al Vaticano che fino a pochi secondi fa vantava una storia di abomini e di stragi analoghi. 
Sarà più facile ricicciare l'antica idea di Europa superiore all'Islam (ricordate la gaffe di Christian Rocca che blaterò sull'inconsistenza di un'opposizione interna all'integralismo, beccandosi reprimenda da tutti... tanto che ci ha bloccati in massa?).
Sarà più facile uscirsene come il sucitato Costa, pretendendo reciprocità culturale, di obblighi culturali al femminismo, di tante altre cose, ma senza dare un'occhiata al contesto.
Credo si debba affrontare il tutto partendo da altre premesse.
Se è un problema di religione, ogni religione è un problema. Del resto, è anche nelle nostre chiese che mi sento imporre che il dio cristiano è anche mio (che sono ateo) o di un ebreo o di un islamico. E anche "loro" fanno così dalle "loro" parti.
Se è un problema di coerenza democratica, l'Italia ha qualche problema in merito: la nostra reciprocità si è dimostrata leggermente debole, mi sembra.
Se è un problema di difesa dell'identità, mi chiedo a quale identità facciamo riferimento: qui ci si ricorda di essere bianchi-cristiani-occidentali solo in queste occasioni.
Se è un problema di terrorismo, va combattuto come tale. Quindi: militarmente prima, culturalmente poi. Né in Afganistan né in Irak ci stiamo riuscendo, mi sembra.
Se è un problema di convivenza culturale, togliamoceli dai coglioni allora, nella stessa misura però in cui dobbiamo toglierci noi dai loro coglioni. Però, poi, addio libero mercato.
Se è un problema di progresso, il progresso sta nell'essere progrediti e non nel progredire. E allora un Mamometto che la prende nel culo da chissà chi, non mi sembra una prova di satira.
Se è un problema di modernità, vedrete che il popolo italico si sveglierà solo quando si sentiranno cantare i primi razzi israeliani e/o statunitensi.
Quello che voglio dire è che l'11/9 non ci ha insegnato un tubo. Dovevamo uscire da certi vortici, costruire un mondo nuovo e diverso, e invece abbiamo fatto di tutto per peggiorare la situazione.
Se devo ragionare come un giornalista snob rinchiuso nella mia torre d'avorio, provo pena e dolore senza fine per Ahmed Merabet, prima ferito e poi "giustiziato" da uno dei killer. Merabet stava proteggendo con la propria divisa un valore di cui immagino non sapesse neanche l'origine: un valore che per puro gusto della provocazione irrideva la sua stessa religione... un valore che si basava sul capovolgimento di un'antica (presunta) regola volteriana: gli altri devono morire per difendere le mie idee, che se poi mi danno fama e gloria e visibilità eterna, meglio. Del poliziotto di quartiere Merabet, però, non ne parleremo mai più.

05 novembre 2014

quello che delle donne non dicono

L'altro giorno, appena si è saputa la notizia dell'assoluzione di tutti gli imputati dell'omicidio di Cucchi, i giornalisti de ilPost si sono affrettati a fare un parallelo tra la sua morte e quella di Pinelli.
Al di là della totale mancanza di stile - il direttore del periodico online è pur sempre il figlio del mandante dell'omicidio di chi fu ritenuto a torto il responsabile della morte dell'anarchico (scusate il lungo inciso) - ci sono almeno due elementi nodali di cui nessuno ha tenuto conto.
Il primo è storico: il caso Pinelli coinvolge un modo di essere delle Forze dell'Ordine che sicuramente è cambiato nel tempo, nella forma e nella sostanza. 
È vero che ci sono stati recenti casi terribili - e altrettanti poco noti - che hanno coinvolto una parte consistente delle Forze dell'Ordine (Genova in primis), ma è anche vero che proprio la Storia ha sempre più negato alle stesse Forze dell'Ordine l'alibi del dover agire come vorrebbero perché necessario. Non c'è più il terrorismo interno, insomma; ergo, l'opinione pubblica non è più disposta a chiudere gli occhi.
Ma fino ad un certo punto. C'è ancora una sottile linea invisibile che mantiene molto alta la potenzialità di una deflagrazione incontrollabile.
Infatti, quando le Forze dell'Ordine si lasciano sfuggire di mano la situazione, contano sul fatto che le cause sono in qualche modo ascrivibili alla necessità di risolverle solo con la violenza, perlomeno per come appaiono e per come vengono fatte apparire.
Vedi, appunto, Genova. Vedi, appunto, Cucchi: pensate che dopo la sentenza assolutoria, un sindacalista della Polizia ha solennemente precisato che "Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze".
È vero però che le Forze dell'Ordine subiscono anche uno specioso canone di sospensione etica: quella di chi non sopporta la Legge, di cui gli uomini in divisa dovrebbero essere i tutori estremi. 
Ebbene, l'italiano medio non crede nella Legge - nella sua forma più kantiana possibile - e mal sopporta chi la dovrebbe far applicare. In più, gli eredi del '68 - e i loro figlietti - fanno di tutto per sconfessare la Legge - e quindi i suoi tutori in toto - parandosi dietro la furba autorevolezza di un garantismo che invece è di maniera.
Messe insieme le due cose, quindi, abbiamo uno scenario apparentemente nebuloso, sicuramente friabile e comunque estremamente dannoso, che nessun Ministro degli Interni ha (avuto) la capacità - e anche il coraggio, diciamolo - di risolvere. Anche perché, a volte si ha l'impressione che questo doppio pesismo faccia comodo a molti; sicuramente non al cittadino che non viene tutelato, non al milite onesto che fa bene il proprio dovere, non al politico integgerrimo che vuole credere in un'Italia giusta e nel contempo sicura (sempre che esista questo tipo di politico, eh!).
Ebbene, qui mi sento di tirare in ballo il secondo elemento nodale di cui nessuno sta tenendo conto. Le persone che stanno perorando la giusta Giustizia, una buona Italia e una giusta Polizia... sono donne, tutte donne.
Attenzione, non come la Boldrini, che ha avuto la rara capacità di diventare antipatica e insopportabile due-minuti-due dopo l'insediamento; ma donne vere, di quelle che masticano le difficoltà della vita ogni santo giorno. 
Donne che conoscono le pene della quotidianità e le affrontano con un altissimo senso dell'onore, della dignità, dell'etica.
La moglie di Pinelli, la moglie di Calabresi, la mamma di Giuliani, la moglie di Raciti, la mamma di Aldrovrandi, la sorella di Cucchi... incredibile, tutte donne. Tutte dignitose. Tutte umili e risolute.
Un esempio.
Per tutti noi.

13 novembre 2013

i compagni che sbaglia(va)no

Lo sapete, ieri quelli del M5S, dalla bocca dell'Onorevolessa Corda, se ne sono usciti con un'altra delle loro, mettendo sullo stesso piano i ragazzi morti a Nassirya con l'attentatore che li fece saltare in aria.
In linea di principio l'infelice frase ha una sua origine: la diffusa vulgata vuole che un attentatore suicida in quanto tale sia un imbecille cui hanno riempito il cervello di sciocchezze, e che quindi non sia responsabile delle sue malefatte. In un mondo occidentale che sopravvive grazie alla massificazione consapevole, però, è una visione riduttiva perlomeno speciosa.
Ma lasciamo perdere il punto: quelli del M5S sono fatti così, e soddisfano le visioni di un terzo buono degli italiani. Problema nostro, insomma, e non dei militi ormai scomparsi.
Quello che sconcerta sono alcuni ex componenti il PCI che o stanno zitti o stanno commentando con sentenzialismi moralisticheggianti. 
Quegli stessi che facevano liste di proscrizione dalle pagine di Lotta Continua.
Quegli stessi che durante il terrorismo BR vivevano nel limbo incosciente della definizione "compagni che sbagliano" (la riduzione concettuale viene da Bruno Vespa, si sa; ma basta leggere la Rossanda o lo stesso Fassino di allora...).
Quegli stessi che in tempi più recenti hanno difeso a spada tratta Battisti (non il cantante, eh!).
Quegli stessi che hanno rimosso astutamente il proprio passato senza neanche emendarlo con uno "scusate, ero un coglione".
Del resto, anche la regista tedesca Von Trotta definì "guerriglieri" gli invece terroristi della Baader Meinhof. Evidentemente è un vizio diffuso.

03 maggio 2013

quando i Paolo Becchi venivano da sinistra (e nessuno lo ricorda)

Il processo si è arrestato davanti alla bara dell'ucciso senza colpa. Chi porta la responsabilità della sua fine ha trovato nella legge la possibilità di ricusare il suo giudice. Chi doveva celebrare il giudizio lo ha inquinato con i meschini calcoli di un carrierismo senile. Chi aveva indossato la toga del patrocinio legale vi ha nascosto le trame di una odiosa coercizione.
Oggi come ieri - quando denunciammo apertamente l'arbitrio calunnioso di un questore, e l'indegna copertura concessagli dalla Procura della Repubblica - il nostro sdegno è di chi sente spegnersi la fiducia in una giustizia che non è più tale, quando non può riconoscersi in essa la coscienza dei cittadini. Per questo, per non rinunciare a tale fiducia senza la quale morrebbe ogni possibilità di convivenza civile, noi formuliamo a nostra volta un atto di ricusazione.
Una ricusazione di coscienza - che non ha minor legittimità di quella di diritto - rivolta ai commissari torturatori, ai magistrati persecutori, ai giudici indegni. Noi chiediamo l'allontanamento dai loro uffici di coloro che abbiamo nominato, in quanto ricusiamo di riconoscere in loro qualsiasi rappresentanza della legge, dello Stato, dei cittadini.
Lettera aperta apparsa su L'espresso il 13 giugno 1971 (e poi anche il 20 e il 27 giugno dello stesso anno), firmata da 757 intellettuali e politici italiani contro il Commissario Calabresi
A noi di rovinare i padroni non ci fa tristezza. La loro morte è la nostra vita
«Lotta Continua», 2 febbraio 1972
L'appello contro il terrorismo della Regione Piemonte (...) si inserisce in una vasta e ben orchestrata campagna di stampa (...) il cui vero obiettivo non è il terrorismo rosso, ma la normalizzazione della lotta di classe entro confini legalitari e pacifisti
"Alcuni compagni di Mirafiori" su «Lotta Continua», 11 marzo 1978
Rapito Moro: è il gioco più pesante e sporco che sia mai stato provato sulla testa dei proletari italiani
«Lotta Continua», 17 marzo 1978, titolo di prima pagina a caratteri cubitali
Non manca chi commenta la figura di Calabresi come: «Il mio migliore funzionario. Intelligentissimo e buono». Chi esprime queste discutibili valutazioni è il questore di Milano [...]
Ieri il razzista Wallace, oggi l'omicida Calabresi. La violenza si rivolge contro i nemici del proletariato, contro gli uomini che della violenza hanno fatto la loro pratica quotidiana di vita al servizio del potere
[...]
La massa dei proletari che in anni di lotta è sempre più «classe» ha reso sempre più omogeneo il proprio modo di lottare e di pensare e soprattutto ha imparato a riconoscere i suoi nemici e le loro armi ben oltre il conflitto immediato fra il singolo sfruttato e il singolo padrone, o il singolo poliziotto, vede nell'omicidio Calabresi la conseguenza giusta di una legge ferrea, violenta, di cui il dominio capitalista è responsabile
«Lotta Continua», speciale sull'attentato a Calabresi, 18 maggio 1972

23 dicembre 2012

La regola del silenzio - The company you keep

Non è il migliore Redford, e non è neanche una delle migliori storie che abbia mai visto. Oltretutto, LeBeouf si dimostra il mediocre attore che è, automa contro le macchine, mediocre con gli umani. In più, c'è un finalino di consolazione poco plausibile, perlomeno oltre i confini dell'America più rigorosa. Sicuramente in Italia ci sarebbe stata la vittoria dei codardi, come del resto già ci dimostra la nostra provincialissima realtà.
Mi scuso in anticipo se con questo post mi rivolgo più a chi ha visto il film, piuttosto che sollecitarne la visione: la storia, infatti, scorre troppo a tratti, e gioca molto su conoscenze della storia americana che in molti potremmo non sapere. 
Tenendo conto poi che il linguaggio e lo stile possono non "arrivare" del tutto: gli americani vedono gli Usa con una sacralità che noi ci scordiamo... in effetti, è questo il primo punto all'ordine del giorno: ma noi, un film così lo faremmo mai?
Ne dubito fortemente, per numerosi motivi. Il primo, perché la spregevole biografia dei nostri (ex?) terroristi sta lì a dimostrare che mai si sono presi le responsabilità per i gesti che hanno commesso, i morti che hanno causato o invogliato a causare. 
Il secondo. Mentre negli Usa del periodo vietnamita c'era una cesura netta tra chi diceva no politicamente alla guerra e chi le diceva no violentemente, qui da noi terrorismo e nomenklatura intellettuale (e parlamentare) si conoscevano, si piacevano, si sono frequentati e si sono assolti in più circostanze.
Terzo motivo, corollario del secondo. Paradigmatico (e semplicistico, lo so), l'esempio di questi giorni: due parenti stretti delle vittime del terrorismo, messi lì a rappresentare la società civile (Tobagi e Ambrosoli, consapevoli/colpevoli della propria strumentalizzazione); gli (ex?) terroristi e figliame vario a occupare, invece, le più potenti leve della cultura e dell'informazione. Unica eccezione, Calabresi: ma è un raro caso di dignità storica e intellettuale, cui in molti dovrebbero chiedere scusa, ma non lo faranno mai.
Quarto motivo: da che mondo e mondo, il cinema italiano "impegnato" ha (quasi) sempre rappresentato lo Stato come nemico, e quindi anche come causa del terrorismo. Non è mai passato per l'anticamera del cervello di certi cialtroni che la lotta armata non ha giustificazioni: se è giusta, non è causata dallo Stato; e se è sbagliata, non è vittima dello Stato. Lo Stato è un valore da difendere, non da personalizzare.
Mi fa da supporto la conclusione del monologo di Susan Sarandon: "Abbiamo sbagliato, ma avevamo ragione". Il tempo dei verbi è illuminante. 
Quinto motivo. Anche affrontando un evento delittuoso accaduto 30 anni prima la storia raccontata, questo film dice la sua contro il terrorismo, condannandolo senza alcuna giustificazione. 
Noi oggi facciamo esattamente il contrario: il recente approccio di Benigni contro la diarrea repubblichina, è una variazione sul tema. Cioè: i vivi sbagliano, ma i morti sono uguali. E allora il cinema italico parte dal presupposto contorto che sono  i morti causati da terroristi che vanno perdonati (!). Cioè, non sono i terroristi da biasimare, ma le loro vittime.
Penserete che sono fuori di testa, vero? Eppure non c'è un film italiano che abbia avuto la decente decenza di condannare il terrorismo senza pietà. 
Ancora una volta, purtroppo in un campo più nostro che loro, gli americani ci danno una lezione di dignità, con un personaggio nodale, quello interpretato da un'incartapecorita Julie Christie: era sempre in fuga, consapevole delle proprie colpe; nel momento in cui la storia della Storia le chiede una prova di coerenza e di coraggio, anziché scappare verso l'anarchia, gira il timone verso la propria dignità e paga per le sue colpe.

28 marzo 2012

#Romanzodiunastrage, pessime premesse

La Questura di Milano era convinta della pista anarchica e ci vorranno molti mesi prima che la verità venga a galla rivelando una cospirazione che legava ambienti neonazisti veneti a settori deviati dei servizi segreti.
Dice: "ma critichi un film senza averlo visto?". Non è proprio così. Considerate, però, le inesattezze storiche contenute nel sucitato lancio dell'ufficio stampa del film, non credo che mi farò il fegato amaro per vederlo.
Tre righe inesatte e fuorvianti per un film che, questo si sa, ha bellamente dimenticato il processo mediatico che subì subito dopo il Commissario Calabresi, il quale - dovreste ormai saperlo - non solo fu ucciso da Sofri, Pietrostefani e Bompressi, ma stava proprio indagando sui movimenti di destra, e sin da subito!
E, checché ne dica con malcelata viltà Curzio Maltese, Calabresi non violava la legge quando deteneva gli anarchici. La legge di allora glielo consentiva, eccessiva allora esattamente/diametralmente come lo sono oggi queste leggi perbeniste e buoniste che consentono l'opposto.
Vorrei ricordare solo due cose fondamentali: Erri De Luca promise che avrebbe parlato di quei giorni - facendosi latore e testimone di chissà quali verità - quando non ci sarebbe più stata rilevanza penale. Considerato che, ormai, Adriano Sofri ha terminato la sua giocosa e giusta condanna, e che le sentenze che circondano l'evento sono sostanzialmente intoccabili e concluse, ancora non si è sentita parola alcuna da parte di De Luca... mi sa che il suo modo di considerare la rilevanza penale è a corrente alternata.
Qui sotto, se vi va, ci sono i firmatari della campagna mediatica che "uccise" il Commissario Calabresi. Quando si raccontano le cose, va detto tutto... chi non l'ha mai letta, avrà delle belle sorprese.


20 gennaio 2012

Sofri libero, l'Italia in galera

L’altro giorno un collega mi ha fermato chiedendomi: “Come l’hai presa la liberazione di Sofri?”. E io, serafico quanto spontaneo: “Ah, perché è stato in galera?”.
Se la battuta fa storcere il naso a qualcuno, è perché forse non ci si rende conto della dimensione storica che si cela dietro un personaggio così irritante - per forma e sostanza - e tutt’altro che esemplare per le nuove generazioni.
In Italia, insomma, non manca la Memoria: la "mancanza di Memoria", infatti, significa che comunque c'è qualcosa da ricordare, e che però non si ha - o non si vuole avere - la coscienza per farlo. In Italia, invece e infatti, non esiste neanche la Storia - la madre della Memoria: è un'attitudine più grave e dolorosa. La storia con la "s" minuscola è solo merce di scambio e di opportunismi, non scientifica e costante verifica dell'esistito. E il panorama multiforme che attornia il "fenomeno Sofri" ne è un esempio piùcchelampante.
Che Sofri, cioè, sia oggettivamente (al di là, quindi, della sentenza) il mandante dell’omicidio di un poliziotto, di un servitore dello Stato, che quindi sia (stato) anche un delinquente che ha reso vedova una donna e orfani dei bambini... l’Italia neanche lo immagina o sa.
Che i compagni di salotto di Sofri abbiamo preventivamente condannato pubblicamente questo poliziotto (quando ancora era in vita), con una raccolta di 757 firme di quegli stessi intellettuali che - mai pentiti, però - oggi se la tirano contro altre gogne mediatiche (ben più innocue) e che di fatto hanno bloccato la nostra crescita culturale... l'Italia neanche lo immagina o sa.
Figuriamoci se l'Italia immagina tutto il resto, i danni maggiori perché impalpabili che il pensiero (e il pensare) di Sofri ha causato alla causa della sinistra, alla cultura italiana, persino al futuro del web (per interposto figlio, s'intende).
Il messaggio che arriva da una così deprimente figura, è che comunque se in passato hai azzeccato la stanza giusta e ti sei mosso bene, puoi essere stato quello che vuoi, aver fatto il peggio del peggio, ma poi avrai il futuro assicurato: potrai scrivere su numerosi mass media (Panorama, Il Foglio e Repubblica), vivere la detenzione come fosse un torto subito di cui farsi scudo (anziché una sacrosanta e scomoda sentenza che altri sconosciuti scontano in bel altro modo), dimenticare di aver annientato culturalmente perlomeno una generazione, godere della protezione dei tuoi simili (in maniera a volte arrogante: cfr le note dichiarazione di Erri De Luca), sopravvivere alla tua devastante devastazione culturale, perché oltre alla tua persona ci sono comunque solo le oggettive convenienze delle timorose conventicole che ti garantiscono un’innocenza a priori.
Quello che insomma non sa la gente, soprattutto quella che acriticamente lo esalta, è che Sofri e il suo codazzo sono il sintomo di una malattia italiana, incapace di vivere nella meritocrazia, nella giusta parsimonia culturale, nelle belle cose che dovrebbero sussistere nel paese. L'arte e l'intelletto sono ormai marchetta massmediatica di pura convenienza: nuove facce e nuovi volti mai avranno spazio e/o considerazione, a meno che non rientrino in parametri ben delineati (come anche ben dissimulati).
Sopravvivere col ricatto dell’“io so” (non certo di pasoliniana memoria, perché Pasolini a Sofri lo disprezzava, si sa) e goderne dei benefici, com'è accaduto a Sofri, non è glorioso, ma solo un modo sotterfugioso di allontanarsi dalle proprie responsabilità.
Sofri, insomma, rappresenta l’italiano medio, quello da tinello, quello che prima sentenzia e poi fa finta di argomentare, che pretende che il mondo sia a sua immagine e somiglianza (come del resto scrisse il figlietto: prima che il mondo diventasse a mia immagine ed accoglienza), che rifugge ogni tentativo di verifica e di ammissione - non dico delle proprie colpe ma di una certa possibilità di errore; un margine che fa parte invece degli uomini onorevoli.
Sofri è il tipico personaggio che una volta trovata/inventata la giusta e preventivamente ineluttabile possibilità, ci si tuffa dentro, ma sempre con le dovute accortezze, sempre con una possibilità di fuga, di poter alzare le mani e dichiararsi innocente.
Sofri, quindi, rappresenta l’Italia che ho sempre combattuto e combatterò: l’Italia che non ha regole se non le proprie convenienze, che non combatte per gli ideali ma approfitta delle altrui debolezze, che non vive di gioie ma di algidi opportunismi.
In realtà, ed è questa l’unica verità, non solo Sofri non è stato mai in galera, non solo non è stato condannato: ma quando stava dietro le sbarre, eravamo noi a essere imprigionati; adesso che è libero, però, basta!

19 aprile 2011

in esclusiva il testo delle BR anti giudici

Il processo si è arrestato davanti alla bara dell'ucciso senza colpa. Chi porta la responsabilità della sua fine ha trovato nella legge la possibilità di ricusare il suo giudice. Chi doveva celebrare il giudizio lo ha inquinato con i meschini calcoli di un carrierismo senile. Chi aveva indossato la toga del patrocinio legale vi ha nascosto le trame di una odiosa coercizione.
Oggi come ieri - quando denunciammo apertamente l'arbitrio calunnioso di un questore, e l'indegna copertura concessagli dalla Procura della Repubblica - il nostro sdegno è di chi sente spegnersi la fiducia in una giustizia che non è più tale, quando non può riconoscersi in essa la coscienza dei cittadini. Per questo, per non rinunciare a tale fiducia senza la quale morrebbe ogni possibilità di convivenza civile, noi formuliamo a nostra volta un atto di ricusazione.
Una ricusazione di coscienza - che non ha minor legittimità di quella di diritto - rivolta ai commissari torturatori, ai magistrati persecutori, ai giudici indegni. Noi chiediamo l'allontanamento dai loro uffici di coloro che abbiamo nominato, in quanto ricusiamo di riconoscere in loro qualsiasi rappresentanza della legge, dello Stato, dei cittadini.

Pensate l'abbia scritto Berlusconi o qualcuno dei suoi accoliti, vero?
Pensate sia l'ennesimo documento firmato da anonimi contro i giudici che stanno indagando su Berlusconi, vero?
E invece no, è una lettera aperta apparsa su L'espresso il 13 giugno 1971 (e poi anche il 20 e il 27 giugno dello stesso anno), firmata da 757 intellettuali e politici italiani contro il Commissario Calabresi, ucciso poi anche fisicamente da - come si dovrebbe sapere - Sofri, Pietrostefani e Bompressi.
Il problema non è tanto nel cerchiobottismo che tanto mi si addebita senza alcun spirito critico, ma nel fatto che tra i seguenti firmatari di allora figurano persone e personaggi che ancora oggi pesano per opinione e ruolo, e che mai hanno fatto un passo indietro a distanza di anni.
E quindi: di che stiamo parlando?


A

* Ezio Adami
* Mario Agatoni
* Clelia Agnini
* Nando Agnini
* Enzo Enriques Agnoletti
* Giorgio Agosti
* Alberto Ajello
* Nello Ajello
* Gianmario Albani
* Vando Aldovrandi
* Elio Aloisio
* Marina Altichieri
* Anselmo Amadigi
* Laura Ambesi
* Giorgio Amendola
* Sergio Amidei
* Luigi Anderlini
* Antonio Andreini
* Franco Antonicelli
* Filippo Arcuri
* Giulio Carlo Argan
* Giorgio Ariorio
* Annamaria Arisi
* Anna Arnati
* Aldo Assetta
* Gae Aulenti
* Orietta Avernati
* Ferruccio Azzani

B

* Giorgio Backaus
* Franco Baiello
* Anna Baldazzi
* Nanni Balestrini
* Aurelio Balich
* Carlo Ballicu
* Aldo Ballo
* Pietro Banas
* Julja Banfi
* Arialdo Banfi
* Marcello Baraghini
* Mario Baratto
* Andrea Barbato
* Mario Bardella
* Giovanna Bartesaghi Campanari
* Ada Bartolotti
* Mirella Bartolotti
* Carla Bartolucci
* Franco Basaglia
* Vittorio Basaglia
* Andrea Basili
* Eugenia Bassani
* Aldo Bassetti
* Marisa Bassi
* Emanuele Battain
* Giovanni Battigi
* Betty Bavastro
* Renato Bazzoni
* Marco Bellocchio
* Piergiorgio Bellocchio
* Aroldo Benini
* Giorgio Benvenuto
* Marino Berengo
* Gualtiero Bertelli
* Giorgio Bertemo
* Alberto Berti
* Bernardo Bertolucci
* Mario Besana
* Laura Betti
* Alberto Bevilacqua
* Bruno Bianchi
* Luciano Bianciardi
* Mario Biason
* Walter Binni
* Renzo Biondo
* Mercedes Bo
* Norberto Bobbio (ha ritrattato successivamente)
* Giorgio Bocca
* Gaetano Boccafine
* Cini Boeri
* Renato Boeri
* Rodolfo Bollini
* Pietro Bolognesi
* Ermanna Bombonati
* Laura Bonagiunti
* Agostino Bonalumi
* Angela Bonanomi
* Giuseppe Bonazzi
* Mario Boneschi
* Luciana Bonetti
* Arrigo Bongiorno
* Vittorio Borachia
* Giuliana Borda
* Giampiero Borella
* Angelo Borghi
* Giampaolo Borghi
* Sergio Borsi
* Carlo Bosoni
* Angela Braga
* Aldo Braibanti
* Rina Bramè in Zanetti
* Tinto Brass
* Claudio Brazzola
* Nerina Breccia
* Maria Luisa Brenner
* Fulvia Breschi
* Anna Maria Brizio
* Vanna Brocca
* Laura Bruno
* Franco Brusati
* Giampaolo Bultrini

C

* Giorgio Cabibbe
* Corrado Cagli
* Mauro Calamandrei
* Alba Cella Calamida
* Leonida Calamida
* Giuseppe Caldarola
* Giacomo Calì
* Vittoria Calvan
* Maurizio Calvesi
* Floriano Calvino
* Riccardo Calzeroni
* Valeria Calzeroni
* Giovanna Campi
* Nino Cannata
* Michele Canonica
* Teodolinda Caorlin
* Elena Caporaso
* Ettore Capriolo
* Umberto Carabella
* Cosmo Carabellese
* Giulia Carabellese
* Tommaso Caraceni
* Tullio Cardia
* Pierre Carniti
* Tommaso Carnuto
* Fabio Carpi
* Armando Carpignano
* Dino Cartia
* Bruno Caruso
* Paolo Caruso
* Amedeo Casavecchia
* Andrea Cascella
* Alessandro Casillin
* Lucia Casolini
* Giorgio Catalano
* Giuseppe Catalano
* Liliana Cavani
* Paolo Cavara
* Camilla Cederna
* Giamprimo Cella
* Carla Cerati
* Roberto Cerati
* Mario Ceroli
* Lorenzo Certaldi
* Miriam Certi
* Bianca Ceva
* Sandra Cheinov
* Francia Chemollo
* Alfredo Chiappoli
* Francesco Ciafaloni
* Vincenzo Ciaffi
* Lidia Ciani
* Umberto Cinti
* Mariella Codignola
* Ezio Cogliati
* Lucio Colletti
* Enrica Collotti Pischel
* Furio Colombo
* Luigi Comencini
* Franco Contorbia
* Gianni Corbi
* Sergio Corbucci
* Elisabetta Corona
* Teresa Corsi
* Luigi Cortesi
* Giulio Cortini
* Giuseppe Cosentino
* Luigi Cosenza
* Radames Costa
* Gastone Cottino
* Gabriella Covagna
* Bruno Crimi
* Paolo Crivelli
* Virgilio Crocco

D

* Roberto D'Agostino
* Sandra Dal Pozzo
* Enzo D'Amore
* Guido Davico Bonino
* Maria Teresa De Laurentis
* Fausto De Luca
* Giorgio De Luca
* Giorgio De Marchis
* Giorgio De Maria
* Giovanni De Martini
* Tullio De Mauro
* Stefano De Seta
* Vincenzo De Toma
* Stefano De Vecchi
* Sergio De Vio
* Vittoria De Vio
* Giuseppe Del Bo
* Giuseppe Della Rocca
* Giampiero Dell'Acqua
* Luigi Dell'Oro
* Anna Maria Demartini
* Bibi Dentale
* Fabrizio Dentice
* Luca D'Eramo
* Stefano Di Donato
* Sara Di Salvo
* Tommaso Di Salvo
* Luciano Doddoli
* Delia Dominella
* Piero Dorazio
* Gillo Dorfles
* Umberto Dragone
* Guglielmo Dri
* Susan Dubiner
* Antonio Duca

E

* Umberto Eco
* Giulio Einaudi
* Ingrid Enbom
* Angelo Ephrikian
* Maria Concetta Epifani
* Sergio Erede
* Bruno Ermini
* Franco Ermini
* Vincenzo Eulisse

F

* Gianni Fabbri
* Marisa Fabbri
* Bruno Fabretto
* Mario Fabretto
* Elvio Fachinelli
* Vittorio Fagone
* Carlo Falconi
* Annagiulia Fani
* Teresa Fanigarda
* Alberto Farassino
* Luciana Farinella
* Franco Fayenz
* Federico Fellini
* Inge Feltrinelli
* Marina Feraci
* Mario Ferrantelli
* Alberto Ferrari
* Ernesto Ferrero
* Arnaldo Ferroni
* Pierluigi Ficoneri
* Gaetana Filippi
* Giampaolo Filotico
* Piero Filotico
* Marco Fini
* Paola Fini
* Roberto Finzi
* Milva Fiorani
* Elio Fiore
* Leonardo Fiori
* Giosuè Fittipaldi
* Dario Fo
* Luciano Foà
* Domenico Foderaro
* Carla Fontana
* Manuele Fontana
* Massimiliano Fontana
* Ada Fonzi
* Bruno Fonzi
* Franco Fornari
* Carla Forta
* Franco Fortini
* Paolo Fossati
* Gennaro Fradusco
* Bruna Franci
* Aldo Franco
* Giuseppe Franco
* Bice Fubini
* Marisetta Fubini
* Alberto Fuga
* Mario Fumero
* Maria Grazia Furlani Marchi
* Floriana Fusco

G

* Benedetta Galassi Beria
* Giancarlo Galassi Beria
* Silvia Galaverni
* Aldo Galbiati
* Virginia Galimberti
* Mario Gallo
* Severino Gambato
* Lucio Gambi
* Renato Gambier
* Antonio Gambino
* Maria Teresa Gardella
* Edoardo Garrone
* Emilio Garroni
* Giustino Gasbarri
* Cristiano Gasparetto
* Maria Gasparetto Schiavon
* Luciano Gaspari
* Bruna Gasparini
* Nuccia Gasparotto
* Mario Gatti
* Anna Gattinoni
* Camillo Gattinoni
* Emilio Gavazzotti
* Ugo Gazzini
* Mariella Genta
* Mauro Gentili
* Alessandro Gerbi
* Francesco Ghiretti
* Anna Ghiretti Magaldi
* Bona Ghisalberti
* Giobattista Gianquinto
* Natalia Ginzburg
* Giovanni Giolitti
* Vincenzo Giordano
* Fabio Giovagnoli
* Giovanni Giudici
* Marinella Giusti
* Enzo Golino
* Letizia Gonzales
* Vittorio Gorresio
* Delia Grà
* Romano Stefano Granata
* Paola Grano
* Franco Graziosi
* Armando Greco
* Carlo Gregoretti
* Ugo Gregoretti
* Augusta Gregorini
* Laura Grisi
* Laura Griziotti
* Anna Gualtieri
* Franca Gualtieri
* Luciano Guardigli
* Pierluciano Guardigli
* Ruggero Guarini
* Augusto Guerra
* Salvatore Guglielmino
* Armanda Guiducci
* Roberto Guiducci
* Renato Guttuso

H

* Margherita Hack

I

* Ulrica Imi
* Delfino Insolera
* Gabriele Invernizzi
* Renato Izozzi

J

* Alberto Jacometti
* Lino Jannuzzi
* Emilio Jona

L

* Pietro La Gioiosa
* Vittorio La Gioiosa
* Rosamaria La Gioiosa in Giovagnoli
* Oliviero La Stella
* Riccardo Landau
* Liliana Landi
* Giuseppe Lanza
* Marina Laterza
* Vito Laterza
* Gustavo Latis
* Marta Latis
* Giorgio Lattes
* Giuliana Lattes
* Felice Laudadio
* Marcella Laurenzi
* Mario Lazzaroni
* Giorgio Leandro
* Franco Lefevre
* Ettore Lenzini
* Marcello Lenzini
* Franco Leonardi
* Irene Leonardi
* Rita Leonardi
* Francesco Leonetti
* Isabella Leonetti
* Ugo Leonzio
* Laura Lepetit
* Carlo Levi
* Primo Levi
* Bruno Libello
* Laura Lilli
* Claudio Lillini
* Marino Livolsi
* Carlo Lizzani
* Daniela Lizzi
* Maurizio Lizzi
* Germano Lombardi
* Riccardo Lombardi
* Giordano Loprieno
* Mariella Loriga
* Giuseppe Loy
* Nanni Loy
* Nico Luciani
* Franca Lurati
* Clara Lurig

M

* Giulio A. Maccacaro
* Marisa Macerollo
* Mario Macola
* Manuela Magro
* Carlo Mainoldi
* Giancarlo Maiorino
* Susjanna Majella
* Carlo Majer
* Thomas Maldonado
* Maria Vittoria Malvano
* Piero Malvezzi
* Mauro Mancia
* Bruno Manghi
* Eleonora Mantese
* Manlio Maradei
* Adriana Marafioti
* Dacia Maraini
* Elio Maraone
* Laura Marasso Paladina
* Aldo Marchi
* Enzo Mari
* Giovanni Mariotti
* Giancarlo Marmori
* Lilly E. Marx
* Carlo Mascetti
* Francesco Maselli
* Vitilio Masiello
* Ennio Mattias
* Augusto Mattioli
* Clara Maturi Egidi
* Achille Mauri
* Fabio Mauri
* Carlo Mazzarella
* Giovanna Mazzetti
* Lorenza Mazzetti
* Cosimo Marco Mazzoni
* Alceste Mazzotti
* Carmine Mecca
* Marina Meltzer
* Lodovico Meneghetti
* Mino Menegozzi
* Giorgio Menghi
* Giuliano Merlo
* Aldo Messasso
* Giuseppe Mezzera
* Lidya Micheli
* Paolo Mieli (ha ritrattato successivamente)
* Mieke Mijnlieff
* Paolo Milano
* Carla Milgiarini
* Giovanna Minotti
* Annabella Miscuglio
* Enrico Mistretta
* Ludovica Modugno
* Paolo Modugno
* Franco Mogari
* Franco Mogni
* Davide Moisio
* Francesco Moisio
* Maria Vittoria Molinari
* Francesco Molone
* Arnaldo Momo
* Cecilia Moneti
* Furio Monicelli
* Mino Monicelli
* Giuliano Montaldo
* Adolfo Montefusco
* Grazia Montesi
* Pio Montesi
* Maria Monti
* Morando Morandini
* Alberto Moravia
* Guido Morello
* Diego Moreno
* Salvatore Morgia
* Alba Morino
* Berto Morucchio
* Salvatore Morvillo
* Franco Mulas
* Mimi Mulas
* Adriana Mulassano
* Ezio Muraro
* Paolo Murialdi
* Cesare Musatti
* Mariuccia Musazzi
* Sergio Muscetta
* Carlo Mussa Ivaldi
* Franca Mussa Ivaldi

N

* Gianna Navoni
* Benedetto Negri
* Toni Negri
* Grazia Neri
* Annamaria Nicora Hribar
* Riccardo Nobile
* Luigi Nono
* Mimma Noriglia
* Guido Nozzoli

O

* Luigi Odone
* Annamaria Olivi
* Pietro Omodeo
* Giulio Onici
* Fabrizio Onofri
* Valentino Orsini
* Silvana Ottieri

P

* Giulio Pace
* Enzo Paci
* Luciano Pacino
* Zulma Paggi
* Walter Pagliero
* Giancarlo Pajetta
* Aldo Paladini
* Giannantonio Paladini
* Luciana Paladini Conti
* Salvatore Palladino
* Ettore Pancini
* Pietro Pandiani
* Francesco Panichi
* Alcide Paolini
* Piergiorgio Paoloni
* Letizia Paolucci
* Ivo Papadia
* Luca Paranelli
* Roberto Paris
* Silvia Parmeggiani Scatturin
* Ferruccio Parri
* Giordano Pascali
* Pier Paolo Pasolini
* Daniela Pasquali
* Ernesto Pasquali
* Luca Pavolini
* Giorgio Pecorini
* Rossana Pelà
* Alessandro Pellegrini
* Baldo Pellegrini
* Carla Pellegrini
* Lorenzo Pellizzari
* Dario Penne
* Andrea Penso
* Giovanni Pericoli
* Maria Pericoli
* Paolo Pernici
* Irene Peroni
* Mario Perosillo
* Nicola Perrone
* Romano Perusini
* Carla Petrali
* Elio Petri
* Domenico Pezzinga
* Leopoldo Piccardi
* Mario Picchi
* Cristina Piccioli
* Giuseppe Picone
* Ugo Pierato
* Maria Novella Pierini
* Piero Pierotti
* Ettore Pietriboni
* Bice Pinnacoli
* Elsa Piperno
* Giosuè Pirola
* Ida Pirola
* Ugo Pirro
* Ugo Pisani
* Paola Pitagora
* Fernanda Pivano
* Luciano Pizzo
* Giovanna Platone Garroni
* Franco Pluchino
* Giancarlo Polo
* Giò Pomodoro
* Gillo Pontecorvo
* Antonio Porta
* Paolo Portoghesi
* Domenico Porzio
* Umberto Pozzana
* Emilio Pozzi
* Silvio Pozzi
* Claudio Pozzoli
* Serafino Pozzoni
* Pasquale Prunas
* Silvio Puccio
* Giulia Putotto

Q

* Franco Quadri
* Massimo Quaini
* Sofia Quaroni
* Guido Quazza
* Folco Quilici (ha ritrattato successivamente)


R

* Giovanni Raboni
* Emilia Raineri
* Franca Rame
* Dino Rausi
* Carlo Ravasini
* Luciano Redaelli
* Enrico Regazzoni
* Aloisio Rendi
* Nelly Rettmeyer
* Enzo Riboni
* Tina Riccaldone
* Aldo Ricci
* Carlo Ripa di Meana (ha ritrattato successivamente)
* Vittorio Ripa di Meana
* Angelo Maria Ripellino
* Claudio Risè
* Nello Risi
* Giuseppe Riva
* Carlo Rivelli
* Françoise Marie Rizzi
* Oreste Rizzini
* Giulia Rodelli
* Luigi Rodelli
* Carlo Rognoni
* Piero Rognoni
* Lalla Romano
* Marco Romano
* Gabriella Roncali
* Guido Roncali
* Maria Roncali
* Luisa Ronchini
* Roberto Ronchini
* Alberto Ronelli
* Gianluigi Rosa
* Carlo Rossella
* Giovanna Rosselli
* Mario Rossello
* Enrico Rossetti
* Serena Rossetti
* Gaetano Rossi
* Orazio Rossi
* Pietro Rossi
* Ettore Rotelli
* Maria Luisa Rotondi
* Irene Rovero
* Giovanni Rubino
* Maria Ruggieri
* Luigi Ruggiu
* Marisa Rusconi
* Francesco Russo

S

* Luisa Saba
* Adele Saccavini
* Giancarlo Sacconi
* Carlo Salinari
* Pietro Salmoiraghi
* Alberto Samonà
* Giuseppe Samonà
* Salvatore Samperi
* Carlo Santi
* Natalino Sapegno
* Carla Sartorello
* Sergio Saviane
* Angelica Savinio
* Ruggero Savinio
* Marina Saviotto
* Claudio Scaccabarozzi
* Eugenio Scalfari
* Nino Scanni
* Carlo Scardulla
* Luigi Scatturin
* Vladimiro Scatturin
* Mario Scialoja
* Toti Scialoja
* Antonio Scoccimarro
* Gino Scotti
* Giuliana Segre Giorgi
* Marialivia Serini
* Enzo Siciliano
* Luigi Simone
* Ulderico Sintini
* Mario Soldati
* Sergio Solimi
* Franco Solinas
* Sandro Somarè
* Romano Sorella
* Libero Sosio
* Corrado Sozia
* Rosalba Spagnoletti
* Sergio Spina
* Mario Spinella
* Nadia Spreia
* Paolo Spriano
* Pasquale Squitieri
* Giancarlo Staffolani
* Brunilde Storti
* Antonino Suarato
* Giuseppe Surrenti

T

* Silvana Tacchio
* Manfredo Tafuri
* Aldo Tagliaferri
* Carlo Taviani
* Paolo Taviani
* Vittorio Taviani
* Marisa Tavola
* Wladimir Tchertkoff
* Giorgio Tecce
* Rubens Tedeschi
* Maria Adele Teodori
* Massimo Teodori
* Umberto Terracini
* Angela Terzani
* Tiziano Terzani
* Duccio Tessari
* Nazario Sauro Tiberi
* Giovanni Tochet
* Rorò Toro
* Emanuela Tortoreto
* Fedele Toscani
* Oliviero Toscani
* Marirosa Toscani Ballo
* Rita Trasei
* Julienne Travers
* Ernesto Treccani
* Renato Treccani
* Bruno Trentin
* Giorgio Trentin
* Picci Trentin
* Giuseppe Turani
* Saverio Tutino

U

* Filomena Uda
* Flavia Urbani

V

* Marina Valente
* Francesco Valentini
* Giovanna Valeri De Santis
* Aldo Valia
* Laura Valia
* Bernardo Valli
* Nanny Van Velsen

19 novembre 2010

la macchina di fango, la sinistra ipocrita, e Saviano

Le coincidenze non esistono: la sentenza di Brescia e la raccolta di firme contro Saviano rimandano a un fatto accaduto ere fa, e che dovrebbe farci riflettere tutti quanti su una certa malafede che permea i salotti di sinistra.
Procediamo con ordine.
Su Saviano ho già detto che come cronista è straordinario, come uomo è coraggiosissimo, ma anche che la sua ingenuità lo porta ad essere strumentalizzato da persone alla Fabio Fazio. Questo specifico utilizzo televisivo di Saviano (dove l'aggettivo "televisivo" va interpretato solo nella sua accezione negativa) non va bene sotto il profilo storico e di denuncia, ma solo sotto quello della sensibilizzazione nazionalpopolare. Il che, come ho già scritto, può andare bene, anzi benissimo (pur di liberarci del berlusconismo, e non solo di Berlusconi, usiamo anche questi mezzucci): ma alla lunga comporta un esporre i fianchi di Saviano, e quindi - di conseguenza - delle sue battaglie civili. La mancanza di contraddittorio diventa fondamentale nel momento in cui si procede alla nazionalpopolarizzazione dei contenuti. E quindi diventa gioco facile per chiunque non sia presente di denunciare la mancanza di dibattito. Su questo Fazio gioca molto sporco: finché lo fa per se stesso, chisseneimporta; ma se mette di mezzo persone straordinarie come Saviano, io m'incazzo, anche perché - fateci caso - Fazio ci sta solo guadagnando ma tenendosi in strategica disparte.
Fatto sta che la sinistra non può appellarsi allo scandalo se la gloriosa macchina di fango berlusconiana sta accerchiando Saviano. Sia perché il "contenitore Fazio" si presta a questo giochetto, sia perché in passato proprio la sinistra uccise virtualmente un uomo prima che Pietrostefani, Sofri e Bompressi lo uccidessero fisicamente.
Non ci si può, cioè, dimenticare l'immondo e immenso sistema di opinione avversa che addebitò all'ancora vivo Commissario Calabresi responsabilità che non poteva avere (sia perché dimostrato con sentenze definitive, sia perché erano cose ben più grandi di lui), e che appartenevano a un momento storico che confondeva ragioni e torti con una certa e costante facilità e confusione.
Allora, prima di innescare una polemica contro le raccolte di firme antiSaviano, cerchiamo sempre di ricordarci chi firmò contro il Commissario Calabresi

A

* Ezio Adami
* Mario Agatoni
* Clelia Agnini
* Nando Agnini
* Enzo Enriques Agnoletti
* Giorgio Agosti
* Alberto Ajello
* Nello Ajello
* Gianmario Albani
* Vando Aldovrandi
* Elio Aloisio
* Marina Altichieri
* Anselmo Amadigi
* Laura Ambesi
* Giorgio Amendola
* Sergio Amidei
* Luigi Anderlini
* Antonio Andreini
* Franco Antonicelli
* Filippo Arcuri
* Giulio Carlo Argan
* Giorgio Ariorio
* Annamaria Arisi
* Anna Arnati
* Aldo Assetta
* Gae Aulenti
* Orietta Avernati
* Ferruccio Azzani

B

* Giorgio Backaus
* Franco Baiello
* Anna Baldazzi
* Nanni Balestrini
* Aurelio Balich
* Carlo Ballicu
* Aldo Ballo
* Pietro Banas
* Julja Banfi
* Arialdo Banfi
* Marcello Baraghini
* Mario Baratto
* Andrea Barbato
* Mario Bardella
* Giovanna Bartesaghi Campanari
* Ada Bartolotti
* Mirella Bartolotti
* Carla Bartolucci
* Franco Basaglia
* Vittorio Basaglia
* Andrea Basili
* Eugenia Bassani
* Aldo Bassetti
* Marisa Bassi
* Emanuele Battain
* Giovanni Battigi
* Betty Bavastro
* Renato Bazzoni
* Marco Bellocchio
* Piergiorgio Bellocchio
* Aroldo Benini
* Giorgio Benvenuto
* Marino Berengo
* Gualtiero Bertelli
* Giorgio Bertemo
* Alberto Berti
* Bernardo Bertolucci
* Mario Besana
* Laura Betti
* Alberto Bevilacqua
* Bruno Bianchi
* Luciano Bianciardi
* Mario Biason
* Walter Binni
* Renzo Biondo
* Mercedes Bo
* Norberto Bobbio (ha ritrattato successivamente)
* Giorgio Bocca
* Gaetano Boccafine
* Cini Boeri
* Renato Boeri
* Rodolfo Bollini
* Pietro Bolognesi
* Ermanna Bombonati
* Laura Bonagiunti
* Agostino Bonalumi
* Angela Bonanomi
* Giuseppe Bonazzi
* Mario Boneschi
* Luciana Bonetti
* Arrigo Bongiorno
* Vittorio Borachia
* Giuliana Borda
* Giampiero Borella
* Angelo Borghi
* Giampaolo Borghi
* Sergio Borsi
* Carlo Bosoni
* Angela Braga
* Aldo Braibanti
* Rina Bramè in Zanetti
* Tinto Brass
* Claudio Brazzola
* Nerina Breccia
* Maria Luisa Brenner
* Fulvia Breschi
* Anna Maria Brizio
* Vanna Brocca
* Laura Bruno
* Franco Brusati
* Giampaolo Bultrini

C

* Giorgio Cabibbe
* Corrado Cagli
* Mauro Calamandrei
* Alba Cella Calamida
* Leonida Calamida
* Giuseppe Caldarola
* Giacomo Calì
* Vittoria Calvan
* Maurizio Calvesi
* Floriano Calvino
* Riccardo Calzeroni
* Valeria Calzeroni
* Giovanna Campi
* Nino Cannata
* Michele Canonica
* Teodolinda Caorlin
* Elena Caporaso
* Ettore Capriolo
* Umberto Carabella
* Cosmo Carabellese
* Giulia Carabellese
* Tommaso Caraceni
* Tullio Cardia
* Pierre Carniti
* Tommaso Carnuto
* Fabio Carpi
* Armando Carpignano
* Dino Cartia
* Bruno Caruso
* Paolo Caruso
* Amedeo Casavecchia
* Andrea Cascella
* Alessandro Casillin
* Lucia Casolini
* Giorgio Catalano
* Giuseppe Catalano
* Liliana Cavani
* Paolo Cavara
* Camilla Cederna
* Giamprimo Cella
* Carla Cerati
* Roberto Cerati
* Mario Ceroli
* Lorenzo Certaldi
* Miriam Certi
* Bianca Ceva
* Sandra Cheinov
* Francia Chemollo
* Alfredo Chiappoli
* Francesco Ciafaloni
* Vincenzo Ciaffi
* Lidia Ciani
* Umberto Cinti
* Mariella Codignola
* Ezio Cogliati
* Lucio Colletti
* Enrica Collotti Pischel
* Furio Colombo
* Luigi Comencini
* Franco Contorbia
* Gianni Corbi
* Sergio Corbucci
* Elisabetta Corona
* Teresa Corsi
* Luigi Cortesi
* Giulio Cortini
* Giuseppe Cosentino
* Luigi Cosenza
* Radames Costa
* Gastone Cottino
* Gabriella Covagna
* Bruno Crimi
* Paolo Crivelli
* Virgilio Crocco

D

* Roberto D'Agostino
* Sandra Dal Pozzo
* Enzo D'Amore
* Guido Davico Bonino
* Maria Teresa De Laurentis
* Fausto De Luca
* Giorgio De Luca
* Giorgio De Marchis
* Giorgio De Maria
* Giovanni De Martini
* Tullio De Mauro
* Stefano De Seta
* Vincenzo De Toma
* Stefano De Vecchi
* Sergio De Vio
* Vittoria De Vio
* Giuseppe Del Bo
* Giuseppe Della Rocca
* Giampiero Dell'Acqua
* Luigi Dell'Oro
* Anna Maria Demartini
* Bibi Dentale
* Fabrizio Dentice
* Luca D'Eramo
* Stefano Di Donato
* Sara Di Salvo
* Tommaso Di Salvo
* Luciano Doddoli
* Delia Dominella
* Piero Dorazio
* Gillo Dorfles
* Umberto Dragone
* Guglielmo Dri
* Susan Dubiner
* Antonio Duca

E

* Umberto Eco
* Giulio Einaudi
* Ingrid Enbom
* Angelo Ephrikian
* Maria Concetta Epifani
* Sergio Erede
* Bruno Ermini
* Franco Ermini
* Vincenzo Eulisse

F

* Gianni Fabbri
* Marisa Fabbri
* Bruno Fabretto
* Mario Fabretto
* Elvio Fachinelli
* Vittorio Fagone
* Carlo Falconi
* Annagiulia Fani
* Teresa Fanigarda
* Alberto Farassino
* Luciana Farinella
* Franco Fayenz
* Federico Fellini
* Inge Feltrinelli
* Marina Feraci
* Mario Ferrantelli
* Alberto Ferrari
* Ernesto Ferrero
* Arnaldo Ferroni
* Pierluigi Ficoneri
* Gaetana Filippi
* Giampaolo Filotico
* Piero Filotico
* Marco Fini
* Paola Fini
* Roberto Finzi
* Milva Fiorani
* Elio Fiore
* Leonardo Fiori
* Giosuè Fittipaldi
* Dario Fo
* Luciano Foà
* Domenico Foderaro
* Carla Fontana
* Manuele Fontana
* Massimiliano Fontana
* Ada Fonzi
* Bruno Fonzi
* Franco Fornari
* Carla Forta
* Franco Fortini
* Paolo Fossati
* Gennaro Fradusco
* Bruna Franci
* Aldo Franco
* Giuseppe Franco
* Bice Fubini
* Marisetta Fubini
* Alberto Fuga
* Mario Fumero
* Maria Grazia Furlani Marchi
* Floriana Fusco

G

* Benedetta Galassi Beria
* Giancarlo Galassi Beria
* Silvia Galaverni
* Aldo Galbiati
* Virginia Galimberti
* Mario Gallo
* Severino Gambato
* Lucio Gambi
* Renato Gambier
* Antonio Gambino
* Maria Teresa Gardella
* Edoardo Garrone
* Emilio Garroni
* Giustino Gasbarri
* Cristiano Gasparetto
* Maria Gasparetto Schiavon
* Luciano Gaspari
* Bruna Gasparini
* Nuccia Gasparotto
* Mario Gatti
* Anna Gattinoni
* Camillo Gattinoni
* Emilio Gavazzotti
* Ugo Gazzini
* Mariella Genta
* Mauro Gentili
* Alessandro Gerbi
* Francesco Ghiretti
* Anna Ghiretti Magaldi
* Bona Ghisalberti
* Giobattista Gianquinto
* Natalia Ginzburg
* Giovanni Giolitti
* Vincenzo Giordano
* Fabio Giovagnoli
* Giovanni Giudici
* Marinella Giusti
* Enzo Golino
* Letizia Gonzales
* Vittorio Gorresio
* Delia Grà
* Romano Stefano Granata
* Paola Grano
* Franco Graziosi
* Armando Greco
* Carlo Gregoretti
* Ugo Gregoretti
* Augusta Gregorini
* Laura Grisi
* Laura Griziotti
* Anna Gualtieri
* Franca Gualtieri
* Luciano Guardigli
* Pierluciano Guardigli
* Ruggero Guarini
* Augusto Guerra
* Salvatore Guglielmino
* Armanda Guiducci
* Roberto Guiducci
* Renato Guttuso

H

* Margherita Hack

I

* Ulrica Imi
* Delfino Insolera
* Gabriele Invernizzi
* Renato Izozzi

J

* Alberto Jacometti
* Lino Jannuzzi
* Emilio Jona

L

* Pietro La Gioiosa
* Vittorio La Gioiosa
* Rosamaria La Gioiosa in Giovagnoli
* Oliviero La Stella
* Riccardo Landau
* Liliana Landi
* Giuseppe Lanza
* Marina Laterza
* Vito Laterza
* Gustavo Latis
* Marta Latis
* Giorgio Lattes
* Giuliana Lattes
* Felice Laudadio
* Marcella Laurenzi
* Mario Lazzaroni
* Giorgio Leandro
* Franco Lefevre
* Ettore Lenzini
* Marcello Lenzini
* Franco Leonardi
* Irene Leonardi
* Rita Leonardi
* Francesco Leonetti
* Isabella Leonetti
* Ugo Leonzio
* Laura Lepetit
* Carlo Levi
* Primo Levi
* Bruno Libello
* Laura Lilli
* Claudio Lillini
* Marino Livolsi
* Carlo Lizzani
* Daniela Lizzi
* Maurizio Lizzi
* Germano Lombardi
* Riccardo Lombardi
* Giordano Loprieno
* Mariella Loriga
* Giuseppe Loy
* Nanni Loy
* Nico Luciani
* Franca Lurati
* Clara Lurig

M

* Giulio A. Maccacaro
* Marisa Macerollo
* Mario Macola
* Manuela Magro
* Carlo Mainoldi
* Giancarlo Maiorino
* Susjanna Majella
* Carlo Majer
* Thomas Maldonado
* Maria Vittoria Malvano
* Piero Malvezzi
* Mauro Mancia
* Bruno Manghi
* Eleonora Mantese
* Manlio Maradei
* Adriana Marafioti
* Dacia Maraini
* Elio Maraone
* Laura Marasso Paladina
* Aldo Marchi
* Enzo Mari
* Giovanni Mariotti
* Giancarlo Marmori
* Lilly E. Marx
* Carlo Mascetti
* Francesco Maselli
* Vitilio Masiello
* Ennio Mattias
* Augusto Mattioli
* Clara Maturi Egidi
* Achille Mauri
* Fabio Mauri
* Carlo Mazzarella
* Giovanna Mazzetti
* Lorenza Mazzetti
* Cosimo Marco Mazzoni
* Alceste Mazzotti
* Carmine Mecca
* Marina Meltzer
* Lodovico Meneghetti
* Mino Menegozzi
* Giorgio Menghi
* Giuliano Merlo
* Aldo Messasso
* Giuseppe Mezzera
* Lidya Micheli
* Paolo Mieli (ha ritrattato successivamente)
* Mieke Mijnlieff
* Paolo Milano
* Carla Milgiarini
* Giovanna Minotti
* Annabella Miscuglio
* Enrico Mistretta
* Ludovica Modugno
* Paolo Modugno
* Franco Mogari
* Franco Mogni
* Davide Moisio
* Francesco Moisio
* Maria Vittoria Molinari
* Francesco Molone
* Arnaldo Momo
* Cecilia Moneti
* Furio Monicelli
* Mino Monicelli
* Giuliano Montaldo
* Adolfo Montefusco
* Grazia Montesi
* Pio Montesi
* Maria Monti
* Morando Morandini
* Alberto Moravia
* Guido Morello
* Diego Moreno
* Salvatore Morgia
* Alba Morino
* Berto Morucchio
* Salvatore Morvillo
* Franco Mulas
* Mimi Mulas
* Adriana Mulassano
* Ezio Muraro
* Paolo Murialdi
* Cesare Musatti
* Mariuccia Musazzi
* Sergio Muscetta
* Carlo Mussa Ivaldi
* Franca Mussa Ivaldi

N

* Gianna Navoni
* Benedetto Negri
* Toni Negri
* Grazia Neri
* Annamaria Nicora Hribar
* Riccardo Nobile
* Luigi Nono
* Mimma Noriglia
* Guido Nozzoli

O

* Luigi Odone
* Annamaria Olivi
* Pietro Omodeo
* Giulio Onici
* Fabrizio Onofri
* Valentino Orsini
* Silvana Ottieri

P

* Giulio Pace
* Enzo Paci
* Luciano Pacino
* Zulma Paggi
* Walter Pagliero
* Giancarlo Pajetta
* Aldo Paladini
* Giannantonio Paladini
* Luciana Paladini Conti
* Salvatore Palladino
* Ettore Pancini
* Pietro Pandiani
* Francesco Panichi
* Alcide Paolini
* Piergiorgio Paoloni
* Letizia Paolucci
* Ivo Papadia
* Luca Paranelli
* Roberto Paris
* Silvia Parmeggiani Scatturin
* Ferruccio Parri
* Giordano Pascali
* Pier Paolo Pasolini
* Daniela Pasquali
* Ernesto Pasquali
* Luca Pavolini
* Giorgio Pecorini
* Rossana Pelà
* Alessandro Pellegrini
* Baldo Pellegrini
* Carla Pellegrini
* Lorenzo Pellizzari
* Dario Penne
* Andrea Penso
* Giovanni Pericoli
* Maria Pericoli
* Paolo Pernici
* Irene Peroni
* Mario Perosillo
* Nicola Perrone
* Romano Perusini
* Carla Petrali
* Elio Petri
* Domenico Pezzinga
* Leopoldo Piccardi
* Mario Picchi
* Cristina Piccioli
* Giuseppe Picone
* Ugo Pierato
* Maria Novella Pierini
* Piero Pierotti
* Ettore Pietriboni
* Bice Pinnacoli
* Elsa Piperno
* Giosuè Pirola
* Ida Pirola
* Ugo Pirro
* Ugo Pisani
* Paola Pitagora
* Fernanda Pivano
* Luciano Pizzo
* Giovanna Platone Garroni
* Franco Pluchino
* Giancarlo Polo
* Giò Pomodoro
* Gillo Pontecorvo
* Antonio Porta
* Paolo Portoghesi
* Domenico Porzio
* Umberto Pozzana
* Emilio Pozzi
* Silvio Pozzi
* Claudio Pozzoli
* Serafino Pozzoni
* Pasquale Prunas
* Silvio Puccio
* Giulia Putotto

Q

* Franco Quadri
* Massimo Quaini
* Sofia Quaroni
* Guido Quazza
* Folco Quilici (ha ritrattato successivamente)


R

* Giovanni Raboni
* Emilia Raineri
* Franca Rame
* Dino Rausi
* Carlo Ravasini
* Luciano Redaelli
* Enrico Regazzoni
* Aloisio Rendi
* Nelly Rettmeyer
* Enzo Riboni
* Tina Riccaldone
* Aldo Ricci
* Carlo Ripa di Meana (ha ritrattato successivamente)
* Vittorio Ripa di Meana
* Angelo Maria Ripellino
* Claudio Risè
* Nello Risi
* Giuseppe Riva
* Carlo Rivelli
* Françoise Marie Rizzi
* Oreste Rizzini
* Giulia Rodelli
* Luigi Rodelli
* Carlo Rognoni
* Piero Rognoni
* Lalla Romano
* Marco Romano
* Gabriella Roncali
* Guido Roncali
* Maria Roncali
* Luisa Ronchini
* Roberto Ronchini
* Alberto Ronelli
* Gianluigi Rosa
* Carlo Rossella
* Giovanna Rosselli
* Mario Rossello
* Enrico Rossetti
* Serena Rossetti
* Gaetano Rossi
* Orazio Rossi
* Pietro Rossi
* Ettore Rotelli
* Maria Luisa Rotondi
* Irene Rovero
* Giovanni Rubino
* Maria Ruggieri
* Luigi Ruggiu
* Marisa Rusconi
* Francesco Russo

S

* Luisa Saba
* Adele Saccavini
* Giancarlo Sacconi
* Carlo Salinari
* Pietro Salmoiraghi
* Alberto Samonà
* Giuseppe Samonà
* Salvatore Samperi
* Carlo Santi
* Natalino Sapegno
* Carla Sartorello
* Sergio Saviane
* Angelica Savinio
* Ruggero Savinio
* Marina Saviotto
* Claudio Scaccabarozzi
* Eugenio Scalfari
* Nino Scanni
* Carlo Scardulla
* Luigi Scatturin
* Vladimiro Scatturin
* Mario Scialoja
* Toti Scialoja
* Antonio Scoccimarro
* Gino Scotti
* Giuliana Segre Giorgi
* Marialivia Serini
* Enzo Siciliano
* Luigi Simone
* Ulderico Sintini
* Mario Soldati
* Sergio Solimi
* Franco Solinas
* Sandro Somarè
* Romano Sorella
* Libero Sosio
* Corrado Sozia
* Rosalba Spagnoletti
* Sergio Spina
* Mario Spinella
* Nadia Spreia
* Paolo Spriano
* Pasquale Squitieri
* Giancarlo Staffolani
* Brunilde Storti
* Antonino Suarato
* Giuseppe Surrenti

T

* Silvana Tacchio
* Manfredo Tafuri
* Aldo Tagliaferri
* Carlo Taviani
* Paolo Taviani
* Vittorio Taviani
* Marisa Tavola
* Wladimir Tchertkoff
* Giorgio Tecce
* Rubens Tedeschi
* Maria Adele Teodori
* Massimo Teodori
* Umberto Terracini
* Angela Terzani
* Tiziano Terzani
* Duccio Tessari
* Nazario Sauro Tiberi
* Giovanni Tochet
* Rorò Toro
* Emanuela Tortoreto
* Fedele Toscani
* Oliviero Toscani
* Marirosa Toscani Ballo
* Rita Trasei
* Julienne Travers
* Ernesto Treccani
* Renato Treccani
* Bruno Trentin
* Giorgio Trentin
* Picci Trentin
* Giuseppe Turani
* Saverio Tutino

U

* Filomena Uda
* Flavia Urbani

V

* Marina Valente
* Francesco Valentini
* Giovanna Valeri De Santis
* Aldo Valia
* Laura Valia
* Bernardo Valli
* Nanny Van Velsen
* Guido Vanzetti
* Paolo Vascon
* Luciano Vasconi
* Domenica Vasi
* Sergio Vazzoler
* Emilio Vedova
* Maria Venturini
* Virgilio Vercelloni
* Lea Vergine
* Maura Vespini
* Carlo Augusto Viano
* Vittorio Vidali
* Lucio Villari
* Sandro Viola
* Giovanni Virgadaula
* Aldo Visalberghi
* Massimo Vitali
* Corrado Vivanti
* Alessandra Volante
* Giuseppe Voltolini
* Gregor Von Rezzori
* Joachim Von Schweinichen

Z

* Annapaola Zaccaria
* Livio Zanetti
* Antonio Zanuso
* Francesco Zanuso
* Marco Zanuso
* Ornella Zanuso
* Domenico Zappettini
* Marvi Zappettini
* Cesare Zavattini
* Giorgio Zecchi
* Sandro Zen
* Alfredo Zennaro
* Bruno Zevi
* Alberto Zillocchi
* Carla Zillocchi
* Mario Zoppelli
* Fulvio Zoppi
* Nicoletta Zoppi
* Giovan Battista Zorzoli