Fatto sta che è sempre stato il tipico regista borghese, seduto sul piedistallo della sua immensa cultura, pronto ad osservare il mondo senza viverlo, e che ha saputo ovviare a quest'indole un po' affettata proponendo titoli che hanno segnato il cinema post '64, quello che già portava con sé la crisi dell'autorato puro (poi definitivamente messo da parte dai registi blockbuster alla Coppola, Lucas e Spielberg).
In molti lo ricordano per Piccolo Grande Uomo, reputandolo un film "dalla parte degli indiani" (mentre sostanzialmente non lo è, né tantomeno potrebbe esserlo), mentre secondo me ha dato il meglio di sé con Alice's Restaurant, un piccolo gioiello di nonsense che ha una sua forza anche oggi.
