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17 ottobre 2024

IL CUORE SELVAGGIO DELLA NATURA di David Quammen

Ci sono ancora grandi paesaggi e grandi possibilità in tutto il mondo. Il cuore selvaggio della natura è intrinseco all'estensione, alla connessione, alla diversità e ai processi dei grandi ecosistemi. Finché noi esseri umani riconosceremo questa realtà, la rispetteremo e ci sforzeremo di preservare quegli elementi tramite iniziative appassionate e sagge come quelle che ho descritto nel libro, in mezzo a luoghi magnifici che comprendono quelli ritratti in queste pagine ma anche altri, il cuore continuerà a battere
Confesso che ho trovato più avvincente questa chiosa invece del libro nella sua totalità
Nato come collazione dei migliori articoli che Quammen ha scritto nel corso degli anni per il National Geographic, è un testo diviso involontariamente a metà (letteralmente: anche nel numero delle pagine): la prima, è troppo legata al servizio fotografico di riferimento (assente in questo libro), e quindi non ha né nerbo né potenza evocativa; la seconda, si regge da sola e ha dei momenti avvincenti contro altri quasi normali.
Non è sicuramente il miglior Quammen.

22 maggio 2009

photoflop del National Geographic Italia

Ricordate il casino che involontariamente combinai lo scorso Concorso Fotografico del National Geographic Italia?
Una foto era palesemente taroccata, nonché già stata pubblicata un po' ovunque. Più in generale le foto presentate erano mediocri e molte palesemente ritoccate.
Come l'ha risolta la rivista?
Il concorso di quest'anno è stato vinto da altre foto perlomeno curiose, comunque non così eccezionali... ma soprattutto mancano i commenti. Già, proprio quelli che l'altro anno avevano tirato su un polverone incredibile.
Io sono un fotografo mediocre. Vorrei crescere e imparare. Ma messe così le cose, tanto vale che continuo per fatti miei.

01 ottobre 2007

National Geographic
l'ultima onda

Avrei voluto che la vicenda si chiudesse con i post precedenti, ma l'onestà intellettuale (che cerco negli altri e che non riesco mai a trovare) mi impone di dare spazio all'ultimo capitolo della vicenda National Geographic.
Per ovvi motivi ho dovuto comprare il numero uscito in questi giorni, e va detto che nel suo consueto editoriale il direttore ha ammesso la squalifica del Lo Cascio (senza citarlo mai) perché la sua foto era già stata pubblicata... facendo cenno anche ai (marchiani) ritocchi che andavano ben oltre il consentito.
Certo, ad essere pignoli la cosa non è stata ribadita nelle specifiche pagine di rettifica né tantomeno permane incisivamente nel sito ufficiale della (ex) prestigiosa rivista, né i quotidiani hanno mai dato risalto allo scandalo (perché tale era). Ma accontentiamoci di cotanta schiettezza. Siamo in Italia e di più non potevamo certo pretendere.
Vi lascio con il commento di Massimiliano che mi è arrivato nel week end, che apre un altro sofferto capitolo dell'intera vicenda. Purtroppo si apre e si chiude da solo, perché certe cose lasciano il tempo che trovano o che vorrebbero trovare:
Nuove polemiche piovono sul concorso. Alcuni autori pubblicati sul sito lamentano che alla mostra a Milano, delle loro foto non c'era nemmeno l'ombra. NG effettivamente affermava che alcune foto sarebbero state pubblicate sul sito e altre alla mostra. Fatto che gli autori di cui sopra sono stati contattati dalla redazione per avere la foto in alta risoluzione adatta alla stampa. Era ovvio presumere la presenza alla mostra. C'è chi ha affrontato un viaggio Roma Milano per nulla...


10 settembre 2007

aspettando
la Verità

Be', mentre tutti discettano a passo di carica sul V-Day, dandogli un'immensa copertura mediatica, nessuno ha ancora proferito parola alcuna su quanto è accaduto al Photo contest 2007 del National Geographic Italia.
La giuria, oltretutto, non ha ANCORA eletto il nuovo vincitore del Sezione Paesaggi, e ormai la questione sta rasentando lo sconfortante ridicolo.
Anche se non ve ne frega niente, la cosa dà l'esatta misura del perché siamo al 75esimo posto nella lista dei paesi cui vige(rebbe) la fantomatica Libertà di stampa.
Libertà di stampa significa anche avere l'onestà intellettuale e il coraggio di ammettere le proprie mancanze. Pubblicamente.
Ho ricevuto questo appunto a un mio post recente, troppo lungo per isolarlo tra i commenti.
L'autore è Massimiliano, un mio indispensabile amico.
Buona lettura.

Walter lo Cascio: "Ho visto quella casetta e mi sono fermato. Mi piaceva il contrasto tra il cielo e il campo, così ho scattato senza neanche scendere dall'auto".
Traduzione: "Mentre aspettavo in macchina un amico, sapendo dei suoi cronici ritardi, ho acceso il pc portatile per giocare un po' con il mio software preferito: Photoshop. Ho visto che tra i miei file c'erano la foto di una bella casetta, quella di un bel cielo fotografato tempo prima e la foto di un campo che avevo scaricato da internet. Mi piaceva il contrasto e così ho montato su una bella bufala da inviare a quelli del National. Tanto quelli non si accorgono di nulla...".
National Geographic: "Fotografare paesaggi non è facile: più che l'originalità o il tempismo, qui ciò che conta davvero è la TECNICA; è raro che un paesaggio sia efficace se manca la qualità e il dettaglio dell'immagine. Ma non è tutto: occorre anche precisione nell'inquadratura, senso estetico e grande attenzione alla luce e all'equilibrio tra i vari elementi: il cielo, la terra, segni della presenza umana... Tutti elementi presenti in questo scatto di W. Lo Cascio, apprezzato dalla giuria proprio per la sua qualità TECNICA".
Traduzione: "Riuscire a riconoscere una foto palesemente truccata non è facile, anche se in teoria noi dovremmo essere una giuria con un livello di preparazione e professionalità talmente elevati da non dover commettere errori. Pertanto inviateci pure scatti elaborati perchè quello che noi appreziamo è la vostra capacità TECNICA ad usare programmi di fotoritocco. Tanto non ce ne accorgiamo".
Quando stavano sorgendo i primi sospetti il "sig." Lo Cascio postava qualcosa tipo: "Siete solo invidiosi della mia vittoria, Voi che non siete capaci a fotografare. Io sono arrivato primo e dall'alto del mio meritato podio Vi dico di non prendervela troppo, piccoli e inutili inetti fotografini di provincia".
Traduzione: "Mi avete pescato con le mani ancora sporche di marmellata. Ma io non sono maturo per ammettere i miei errori e allora, visto che quelli di NG non vi crederanno mai e visto che voi non riuscirete mai a far nascere il sospetto, torno a giocare col mio pc, perché sono un bambino stupido, arrogante, maleducato e solo visto che con uno come me nessuno vuole avere a che fare".
Direttore PEPE:" Dobbiamo verificare che la foto abbia effettivamente i requisiti richiesti per essere la vincitrice e cioè che sia inedita".
Traduzione: "Se ritirassimo la foto perchè truccata, ammetteremmo di essere stata una giuria incompetente, pur essendo formata da professionisti del settore che queste cose dovrebbero riconoscerle lontano un miglio... Ma visto che non vogliamo ammettere, come del resto WlC, di aver sbagliato, diremo che la foto non era inedita e cosi ci pariamo il cosidetto.
PS: non andate a vedere la foto Furore [qui accanto, ndr]... Anche quella è ritoccata, ma voi non vorrete mica creare un altro vespaio vero?...".

WLC, quando ormai era tutto chiaro: "Riguardo l’accusa di ritocco, vorrei chiedere alla Giuria, e ai detrattori, quale è il confine oltre il quale una foto viene definita ritoccata. Sono certo che nessuna delle foto del concorso è stata inviata così come è uscita dalla macchina fotografica, quindi il concetto di ritocco va rivisto, sennò si dovrebbero rifiutare tutte le foto inviate. Da parte mia, ho inviato al direttore del NG la foto originale, non voglio dimostrare a nessuno se quel cielo era vero o era finto! Il dott. Pepe, sa la verità in merito".
Traduzione: "Ormai lo sanno tutti e ci sto facendo una figura di m..., pertanto provo a chiedere scusa e ammetto la mia colpa, quando ormai sono con le spalle al muro. Ma sono troppo stupido per chinare il capo e allora dico che sono tutte taroccate. Dire che lo sono tutte soltanto per sminuire le proprie azioni è triste ed è da poveretti, lo so... forse... e poi non è colpa mia. Non potevano quelli di NG chiedere il file Raw oppure il negativo a tutti i vincitori e pubblicati visto che le decisioni erano prese il 10 di Luglio e c'era tutto il tempo per verificare??????".
Ormai la verità la sanno tutti: La foto era truccata, il fotografo anche. Alla giuria si può perdonare una svista, ma due e più fa sorgere il sospetto che sia avvenuto tutto con superficialità.
Che abbia ragione chi sostiene che tutto ciò serva solo a crearsi una banca dati di fotografie liberamente utilizzabili solo da NG. Forse in un concorso serio avrebbero richiesto il file originale o il negativo.
Forse in un concorso serio verrebbero restituite le fotografie non risultate vincenti.
Forse in un concorso serio, vista il quantitativo di foto inviate, dovrebbe essere previsto la non restituzione ma la necessaria autorizzazione dell'autore per eventuali e futuri utilizzi della stessa. E magari la restituzione a richiesta...



07 settembre 2007

la bufera... e altro
ovvero: come muore l'illusione

Dunque, il mondo della Fotografia attende con ansia la riunione straordinaria della Giuria del Concorso National Geographic Italia 2007. Verrà squalificata la foto vincitrice della sezione Paesaggi? E con quali motivazioni?
Nel frattempo segnalo come l'autore della foto incriminata abbia diffuso
commenti meno aggressivi, ma sicuramente poco convincenti, non tanto per quello che ha ammesso (la foto non era inedita quindi va squalificata) ma per quello che non ha scritto.
Sostanzialmente (cito il tipo):
Riguardo l’accusa di ritocco, vorrei chiedere alla Giuria, e ai detrattori, quale è il confine oltre il quale una foto viene definita ritoccata. Sono certo che nessuna delle foto del concorso è stata inviata così come è uscita dalla macchina fotografica, quindi il concetto di ritocco va rivisto, sennò si dovrebbero rifiutare tutte le foto inviate.
Signore e signori, ecco l'italiano medio, in tutte le sue grazie e giustificazioni.
Forse io sono un emerito coglione, ma tutte le foto che scatto non vengono mai ritoccate. Se sbaglio, pazienza, mi resta il ricordo; se non sbaglio - magari! - le faccio vedere agli amici. Quindi, finora, nessuno ha mai visto le mie foto :-)
Ma per restare nella replica del tipo, mi sconcerta questo suo ammettere implicitamente che il ritocco faccia parte integrante del mondo della luce. Domanda banale banale: è Fotografia?
Be', chi frequenta questo blog sa come la penso su queste cose, e soprattutto quanto ci abbia rimesso più volte con questa mia integrità ad ogni costo, tanto addirittura da essere deriso e isolato in molte occasioni.
E, credetemi, non solo non mi ci crogiolo sopra, ma mi fa male perché è sempre più triste constatare come certi principi, certi dogmi laici (consentitemi quest'ossimoro), siano ormai una chimera di pochi deficienti come il sottoscritto.
Certo è che se da una parte mi spacco dalle risate per certe goliardate, dall'altra resto basito dal folgorante silenzio del mondo dell'Informazione, quello ufficiale, quello che arriva anche a casa della casalinga di Voghera.
Ho provato a contattare un giornalista che mi aveva recensito a suo tempo sul Corriere della Sera, mi ha risposto che si era divertito a leggere la pagina dei commenti (Repubblica l'aveva già cassata...); ingenuamente ho fatto presente ad Augias che un evento del genere non poteva passare sotto silenzio... ancora una volta silenzio.
È come se un triste evento del genere debba spegnersi nell'indifferenza generale. È vero, ci sono troppi interessi dietro, ma così non si fa altro che alimentare il qualunquismo, i vecchi adagi di sempre.
Eppoi, che la fotografia sia finzione è un dato di fatto, ma che venga trasformata così crassamente in minzione fa veramente male, specie da uno scranno prestigioso come quello del National Geographic; roba che solo a pronunciarlo ti viene voglia di alzarti in piedi e controllare i brividi sulla pelle.
Qualcuno mi ha detto che nel mio essere ignoto e sconosciuto, ho comunque vinto (sarebbe la seconda volta che questo blog combina qualche guaio). Non credo che questo fatto vada letto così. Domani sarà tutto dimenticato... anzi, no: già che siete arrivati a queste righe, sapreste dirmi il nome del fotografo in questione?

05 settembre 2007

l'affaire
National Geographic Italia

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 13.05:
Gentili lettori, vi comunichiamo che in attesa della riunione della Giuria, che esaminerà i rilievi emersi in merito alla foto dal titolo Country House del Sig. Walter Lo Cascio, designata quale vincitrice del Concorso Internazionale di Fotografia National Geographic 2007- sezione Paesaggi, sospendiamo la pubblicazione della foto medesima e del relativo spazio di commento. LA REDAZIONE

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 11,37:
IL DIRETTORE DI NATIONAL GEOGRAPHIC ITALIA RISPONDE A minimAL
(vedere
pagina dei commenti)


Ne ho fatto timido cenno due giorni fa, ma adesso la situazione ha raggiunto dimensioni che hanno del grottesco: uno dei vincitori del Concorso Fotografico National Geographic Italia edizione 2007 ha vinto con una foto che andrebbe squalificata per sicura violazione di un estremo del regolamento, e per probabile violazione di un altro estremo (moralmente angolare).

Nel primo caso perché aveva già pubblicato in vari siti la foto in questione; nel secondo caso vi allego una dimostrazione che circola in rete, e che mette in cattiva luce il tipo con prove basate su un'altra sua foto (presumibilmente ineccepibili).

La pagina dei commenti alla foto è diventata un serbatoio indicativo e imbarazzante delle reazioni indignate che stanno accompagnando questo Concorso verso la gora dell'eterna tristezza. Certo, alcuni commenti rasentano il trivio, ma sono ben pochi e comunque giustificati in parte dalla rabbia nel vedere le regole così platealmente derise.

Entrare nel merito estetico poi è un esercizio rischioso perché disorienterebbe i termini della legittima rimostranza. Ma quello che più colpisce sono i nomi dei giudici, se non ciechi, perlomeno molto distratti. Tra questi figurano monumenti come Grazia Neri e Tano D'Amico.

Con il secondo poi ho un rapporto affettivo personale, non di conoscenza privata, quanto invece di incroci pubblici in cui sono stato spesso compiacente vittima dei suoi scatti, sempre perfetti e comunque capaci di dire senza che ci fosse qualche saputello pronto a spiegare.

La direzione della prestigiosissima rivista sta tentennando, e il direttore si affanna più a voler mettere in giudizio la prima prova, piuttosto che la seconda. Certo è che se "taroccamento" non c'è, l'illustre vincitore poteva fugare ogni dubbio rendendo disponibile il raw della foto (per chi non se ne intende, potrei tradurre con il file sorgente della foto). Gliene ho chiesto contezza ieri privatamente, suggerendogli di indicare un link aperto al pubblico, mi ha replicato che ha già spedito il materiale al direttore.

Ma nelle sue arringhe difensive. il direttore non menziona codesto gesto difensivo. Anzi, neanche usa parole circonvolute per esprimere comunque un rammarico. Se seguite bene gli scontri e i dibattiti, vi renderete conto come almeno altri due ritratti tra i secondi arrivati abbiano violato l'esplicita richiesta di foto inedita specificata nel regolamento in questione.

In tutto questo ci ha rimesso la tradizione della rivista e forse anche l'Informazione, perché in molti altri casi - e per molto meno - i giornalisti di Repubblica hanno scatenato campagne e illazioni prima ancora che un caso avesse contorni e dettagli definiti. In questo caso, silenzio.

Certo, è stato colpito un mondo - quello della Fotografia - che ai più dice ben poco; e comunque ci ha rimesso un'immagine - quella italiana - che certo non brilla per carattere ed affidabilità.

Vorrei poter dire di essere sicuro che lì in redazione si stiano mangiando le mani per trovare una soluzione che non danneggi né la rivista né il disgraziato che l'ha fatta così grossa. Di una cosa, però, sono certo: non ho più un amico, un compagno di viaggi e di avventure. Da oggi il National Geographic perde un lettore.