AGGIORNAMENTO DELLE ORE 13.05:
Gentili lettori, vi comunichiamo che in attesa della riunione della Giuria, che esaminerà i rilievi emersi in merito alla foto dal titolo Country House del Sig. Walter Lo Cascio, designata quale vincitrice del Concorso Internazionale di Fotografia National Geographic 2007- sezione Paesaggi, sospendiamo la pubblicazione della foto medesima e del relativo spazio di commento. LA REDAZIONE
AGGIORNAMENTO DELLE ORE 11,37:
IL DIRETTORE DI NATIONAL GEOGRAPHIC ITALIA RISPONDE A minimAL
(vedere pagina dei commenti)
Ne ho fatto timido cenno due giorni fa, ma adesso la situazione ha raggiunto dimensioni che hanno del grottesco: uno dei vincitori del Concorso Fotografico National Geographic Italia edizione 2007 ha vinto con una foto che andrebbe squalificata per sicura violazione di un estremo del regolamento, e per probabile violazione di un altro estremo (moralmente angolare).
Nel primo caso perché aveva già pubblicato in vari siti la foto in questione; nel secondo caso vi allego una dimostrazione che circola in rete, e che mette in cattiva luce il tipo con prove basate su un'altra sua foto (presumibilmente ineccepibili).
La pagina dei commenti alla foto è diventata un serbatoio indicativo e imbarazzante delle reazioni indignate che stanno accompagnando questo Concorso verso la gora dell'eterna tristezza. Certo, alcuni commenti rasentano il trivio, ma sono ben pochi e comunque giustificati in parte dalla rabbia nel vedere le regole così platealmente derise. Entrare nel merito estetico poi è un esercizio rischioso perché disorienterebbe i termini della legittima rimostranza. Ma quello che più colpisce sono i nomi dei giudici, se non ciechi, perlomeno molto distratti. Tra questi figurano monumenti come Grazia Neri e Tano D'Amico.
Con il secondo poi ho un rapporto affettivo personale, non di conoscenza privata, quanto invece di incroci pubblici in cui sono stato spesso compiacente vittima dei suoi scatti, sempre perfetti e comunque capaci di dire senza che ci fosse qualche saputello pronto a spiegare.
La direzione della prestigiosissima rivista sta tentennando, e il direttore si affanna più a voler mettere in giudizio la prima prova, piuttosto che la seconda. Certo è che se "taroccamento" non c'è, l'illustre vincitore poteva fugare ogni dubbio rendendo disponibile il raw della foto (per chi non se ne intende, potrei tradurre con il file sorgente della foto). Gliene ho chiesto contezza ieri privatamente, suggerendogli di indicare un link aperto al pubblico, mi ha replicato che ha già spedito il materiale al direttore.
Ma nelle sue arringhe difensive. il direttore non menziona codesto gesto difensivo. Anzi, neanche usa parole circonvolute per esprimere comunque un rammarico. Se seguite bene gli scontri e i dibattiti, vi renderete conto come almeno altri due ritratti tra i secondi arrivati abbiano violato l'esplicita richiesta di foto inedita specificata nel regolamento in questione.
In tutto questo ci ha rimesso la tradizione della rivista e forse anche l'Informazione, perché in molti altri casi - e per molto meno - i giornalisti di Repubblica hanno scatenato campagne e illazioni prima ancora che un caso avesse contorni e dettagli definiti. In questo caso, silenzio.
Certo, è stato colpito un mondo - quello della Fotografia - che ai più dice ben poco; e comunque ci ha rimesso un'immagine - quella italiana - che certo non brilla per carattere ed affidabilità.
Vorrei poter dire di essere sicuro che lì in redazione si stiano mangiando le mani per trovare una soluzione che non danneggi né la rivista né il disgraziato che l'ha fatta così grossa. Di una cosa, però, sono certo: non ho più un amico, un compagno di viaggi e di avventure. Da oggi il National Geographic perde un lettore.