09 ottobre 2025

STORIA DEL MONDO IN 10 TEMPESTE di Vincenzo Levizzani (il Saggiatore)

Pioggia, nebbia, vento, gelo, siccità. C’è un protagonista silenzioso che attraversa i millenni e influenza le sorti dell’Umanità, più di re, generali e rivoluzioni: è il clima, con tutti i suoi emissari atmosferici. Storia del mondo in 10 tempeste ripercorre i grandi avvenimenti del passato dall’inedita prospettiva della meteorologia, per mostrare quanto di frequente l’incontro tra uomini e destino sia stato deciso da fenomeni naturali inattesi

Un libro liquido (è il caso di dirlo), che si legge con una certa velocità e che assorbe il lettore dall'inizio alla fine, anche per merito degli inserti grafici e delle foto/immagini, un punto di forza molto elegante che aiuta lo stile, immediato ma non banale. 

Dalla sconfitta di Waterloo alle gesta di Annibale, dalla guerra delle Due Rose alle bombe atomiche sulle città giapponesi, dal "generale inverno" al disastro di Santorini, è tutto uno scoprire quanto e come il clima abbia contribuito a scrivere diverse pagine di Storia dell'Umanità.

Ogni tanto lo stile inciampa tra il divulgativo e il didascalico, come se l'editor abbia tralasciato alcune parti, immagino volutamente. In più, si torna spesso su alcuni argomenti, anziché esaurirli con un capitolo dedicato (valga per tutti, l'esplosione del vulcano Tambora, che ritorna qua e là, più volte).

Da segnalare un clamoroso errore a pagina 150 (ho già scritto all'editore, ma non ha risposto): Leningrado e Stalingrado vengono considerate un'unica città, mentre invece è esattamente l'opposto. Anzi, le implicazioni storiche del perché Stalin abbia premiato solo quella che porta(va) il suo nome, meriterebbero un libro a parte.

L'altra considerazione "negativa", riguarda una certa incoerenza dell'autore: giustamente, non esprime mai considerazioni personali per nessun evento narrato, tranne che per lo sbarco alleato in Sicilia, dove colpisce una certa verve antiamericana decisamente stridente. Ma non perché antiamericana, ma perché i toni sono diversi da quelli usati nel resto del libro.

Ne consiglio la lettura, specie ai giovani.

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