07 marzo 2006

Syriana e la verità

E così, mentre il CorSera dà a Cesare quel che di Cesare (ricordando questo blog come iniziatore dell'iniziativa sulla raccolta di firme per evitare la raccolta di politici attorno al Papa... adoro questo tipo di ripetizioni), io voglio continuare a costruire qualcosa dentro questo piccolo blog.
In un post precedente accennavo all'importanza delle esperienze come quella di
Jeff Skoll, l'(ex)inventore di eBay, che, con i miliardi che ha guadagnato, vuole costruire fattivamente un mondo migliore, senza urla, senza sassate, senza faziosismi, senza visi incazzati, ma producendo film (quindi uno strumento popolare e immediato) comprensibili e costruttivi.
Qualche giornalista arrivato in ritardo (qui in Italia gli unici che arrivano in anticipo sono i bravissimi ragazzi di Internazionale), l'ha definito furbetto, ma credo sia un giudizio basato sull'invidia, anziché una critica sul suo operato.
Come scrissi, Skoll ha creato una società di
produzione e ha già messo sul mercato due ottimi film: Good night, and good luck e Syriana. Ambedue candidati agli Oscar, ambedue perdenti.
La potenza del primo film è più eclatante ed è stata già trattata nei modi più eterogenei. La potenza di Syriana è più dissimulata.
È un film complesso, forse difficile, ma sa raccontare lo schifìo generale in maniera credibile e senza didascalismi. Non ci sono eroi bbboni e belli, né cattivi infidi e maligni. Semplicemente una realtà, narrata da punti diversi, che poi si sviluppano e si incrociano, per poi andare verso altri punti altrettanto diversi.
La mancanza di scrupoli dei personaggi, la totale assenza di codici etici e morali, non vengono denunciati, né tantomeno indicati; semplicemente esistono. Accettarli o no significa o entrare nel mondo o starne ai margini.
Perché Syriana non ha vinto l'Oscar? Beh, quest'anno di film di denuncia ce n'erano, eccome. Ha vinto forse quello meno rischioso, Crash, che ha reso attuali (e in maniera attuale) situazioni e sentimenti di sempre. La denuncia era contro gli esseri umani e le loro falsità, non contro questo sistema e come esso sopravvive.
Hollywood, in sostanza, è andata in soccorso di se stessa.
Ha accontentato la storia d'amore di Ang Lee (quella che gli stolti hanno definito un western gay), premiando una regia piatta, lenta e monocorde (di quelle che ai Centri Sperimentali usano come esempio negativo). Ha accontentato il mio sosia (George Clooney, che domande) con un Oscar di terzo livello...
ma Hollywood non ha avuto il coraggio di dire: "signori, la vera verità è un'altra ed è necessario premiare certi film anziché altri, prima che sia troppo tardi, prima che noi tutti ci si renda totalmente complici di un crollo verticale di tutto".
Il cinema è un messaggio potente, che può dire e fare molte più cose di quanto si creda...
Peccato, sarà per un'altra volta...?

Nessun commento: