14 luglio 2006

aggiornamenti dal Libano

Vedette israeliane al largo di Tripoli
Alcune vedette israeliane stazionano stamani a largo del porto di Tripoli, 80 chilometri a nord di Beirut. Lo ha riferito Al-Nur, la radio del movimento sciita libanese, mentre la tv satellitare araba Al-Arabiya ha riferito che dieci navi da guerra israeliane si starebbero dirigendo verso le acque territoriali libanesi.

Da ieri, il blocco navale decretato da Israele è andato progressivamente estendendosi verso nord, in direzione del porto di Tripoli, a ridosso del confine settentrionale con la Siria.


Nuovi raid
Attacchi aerei israeliani sono stati segnalati stamani nei dintorni del centro portuale di Tiro (70 km. a sud di Beirut). Lo ha riferito la Tv libanese Lbc. L'emittente ha precisato che i caccia F-16 hanno bombardato la zona di Abbasiye, a nord-est di Tiro. In precedenza, era stata bombardata anche la zona di Bazuriye, a sud-est della città.

Altri raid israeliani sono stati segnalati stamani nella zona di Khiam, nel Libano sud-orientale. Lo ha riferito Al-Manar, la Tv del movimento sciita libanese Hezbollah. L'emittente ha precisato che caccia F-16 israeliani hanno colpito i dintorni di Khiam, situata a ridosso della zona di confine contesa delle "Fattorie di Shebaa", occupata da Israele nel 1967. Altri raid aerei hanno inoltre avuto per obiettivo le colline di Qadmus, vicino al porto di Tiro (70 chilometri a sud di Beirut).

L'aviazione israeliana ha colpito inoltre le due principali basi aeree libanesi, Rayak e Qoleiat, sordo alle dichiarazioni di protesta provenienti da più parti. La giornata di ieri si è chiusa così con la campagna aerea più violenta che Israele ha lanciato in Libano negli ultimi 24 anni. Ma se la comunità internazionale si è limitata a lanciare un appello a Israele per la fine degli attacchi, la dichiarazione del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad è suonata come un vero e proprio avvertimento, che ha alimentato il clima di tensione già rovente. "Se commette un'altra idiozia e aggredisce la Siria, questo sarà sinonimo di un'aggressione a tutto il mondo musulmano e avrà una risposta sferzante", ha sottolineato Ahamadinejad.

Nelle ultime ore dunque il Libano ha subito una decisa escalation di violenza cui le forze di Hezbollah hanno risposto attaccando la città di Haifa, la terza piu' grande di Israele. Di qui l'effetto domino innescato a livello mondiale, alimentando tensioni geopolitiche -già esistenti con Iran e Corea del Nord-, scatenando l'impennata del greggio e i forti smobilizzi sulle piazze finanziarie globali.

Andrea


tag: Libano, Israele, Politica, Italia, Libertà, Viaggi, Cronache, Medio Oriente

1 commento:

AL ha detto...

aggiungo a latere un'agenzia inglese:
Israel: Lebanon held responsible

Despite the fact that several countries -- including the Unites States and Lebanon -- have said that the Lebanese government doesn't have the capacity to extend its authority into Hezbollah-held territory, Israel has blamed the Lebanese government for the violence and charged it with the safe release of the soldiers.

Hezbollah, which enjoys substantial backing from Syria and Iran, is considered a terrorist organization by the United States and Israel. The group holds 23 of the 128 seats in Lebanon's parliament.

"There are a number of different strategic targets that we're hitting -- obviously the Hezbollah posts, their command centers and also where they store their weapons," said Capt. Erik Snider, spokesman for the Israel Defense Forces.

"We're also trying to hit other strategic targets where we know that we can prevent the re-arming of Hezbollah," Snider told CNN.

Ayalon told CNN Thursday night that Israel's attacks are intended to "de-fang the Hezbollah."

He added, "Hopefully this will strengthen the Lebanese government so that they will exercise their sovereignty" in the south of the country, where Hezbollah is virtually autonomous.

Israeli warships set up a blockade, preventing cruise ships from docking in Beirut and cutting off the delivery of fuel used to operate Lebanese power plants. (Watch as fighting along the border intensifies -- 1:45)