19 marzo 2008

le mie lacrime per Minghella

Appena ho saputo della morte di Anthony Minghella (6/1/1954-18/3/2008) mi sono commosso. Pesantemente commosso.
Lo so, non è un grande regista, non ha uno stile formale ben codificabile, ma ha diretto uno dei più bei polpettoni degli ultimi anni, prendendo spunto solo da pochissime righe contenute nel romanzo originale.
E le gesta, il romanticismo, la grazia del Paziente inglese me le porto dentro da sempre, ben prima che venisse girato il film. Fanno parte del mio carattere.
Ancora oggi, quando guardo il fosso della giugulare di mia moglie, mi vien da chiamarlo il bosforo di Almacy. E quando penso al nostro viaggio in Egitto, non posso che rivedere quelle foto e quei momenti attraverso la musica mahlerian bachiana di Gabriel Yared. E quando penso agli esploratori del '900, a Erodoto, alla Caverna dei Tuffatori, all'Anabasi di Senofonte, ai venti... mi vedo circondato dai volti di Ralph Fiennes, Kristin Scott Thomas, Willem Dafoe e Juliette Binoche.
Ma soprattutto ripenso a questa scena.
So long, Minghella, so long...



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