Roma, cinema Labirinto, ore 16 e qualcosa.
Mia sorella ed io.
Soli... o quasi: c'è il solito vecchietto che accarezza i sedili, attento a non cadere per l'unico gradino segnato con una lucetta così minuscola che la lampadina sembra sempre fulminata, e invece respira di rosso.
Trattengo il respiro e parte il film: I Guerrieri Della Notte.
Per non so quale caspita di motivo non dovevo vederlo, e quindi non dirò nulla a mia madre: il segreto resta, tra me e mia sorella.
Avevo 13 anni... quando sono andato a New York due anni fa, non ho fatto nient'altro che pensare a quei giorni, splendidi, stupendi, dove mi riempivo di così tante emozioni che ne ho da vendere per altri vent'anni.
Ebbene, tra le foto della mia mostra che inizierà venerdì prossimo, ce n'è una che mi è esplosa tra le mani davanti a un vagone metropolitano in leggero movimento. Lì ho rivisto James Remar mai invecchiato fare punching ball con i mancorrenti del vagone, ho sorriso a Michael Beck mentre metteva a posto la gonna consunta di Deborah Van Valkenburgh...
E l'odore della fermata era identico a quello che respiravo da ragazzo nella sala isolata del Labirinto.
Nulla è cambiato. E magari domani, quando farò una passeggiata sulle rive di Ostia, sentirò un tintinnìo di bottiglie accompagnato da una voce stridula: "Guerrieriiiiii, venite a giocare alla guerraaaaaa!!!!!"...
Nessun commento:
Posta un commento