La sanità italiana è tra le migliori del mondo, si sa, ma è gestita da persone, persone italiane. Spesso capitano situazioni terribili in cui il vero colpevole è il meccanismo culturale che appartiene a un paese. In Italia i maschi non hanno la dignità di ammettere i propri errori. I sindacati mal si piegano a prendere a calci nel culo il dipendente che non fa il proprio dovere. Raramente gli spettatori di una porcata intervengono per denunciare. Messe insieme tutte queste cose causano quanto segue.
Una signora all’ultimo mese di gravidanza corre in ospedale perché le acque si sono rotte. Viene ricoverata d’urgenza perché il bimbo vuole uscire troppo in fretta. Signora spinga, signora spinga… ma il feto si è girato. Un ginecologo serio farebbe un cesareo, ma questo è uno stronzo e insiste col Signora spinga, Signora spinga. Lei spingerebbe pure ma la spalla si è storta e il bimbo comincia ad accusare sofferenza. Qualche pivello lì presente consiglia un cesareo, ma il ginecologo si crede d’essere fraccazzodavelletri e vuole fare di testa sua. Insomma, dopo un’ora di sofferenze indicibili, la donna partorisce un bimbo morto. Già: morto.
Il ginecologo si caca sotto. Prende da parte l’anestesista e intìma a tutti gli altri di uscire dalla sala operatoria. Prende il feto e lo massacra di rimedi per riportarlo in vita. Dopo venti minuti Lazzaro ritorna dall’oltretomba, ma… gravemente menomato. Il bimbo è risorto, handicappato al mille per cento. Ma la fame di gloria del ginecologo è più grande di ogni decenza.
Dimenticavo: il ginecologo è un obiettore di coscienza.
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