11 giugno 2009

trilogia berlinese

Di tutti i libri dedicati alla storia della musica, questo è quello che più stavo aspettando. Ed è un ottimo testo.
La storia della musica, di tutta la Musica, passa per questo particolare periodo storico (anni '70 o giù di lì), quando cioè David Bowie, gonfio di coca e di manie varie, decide di rintanarsi nell'allora divisa capitale tedesca, per scappare dai suoi incubi e per inventare qualcosa di diverso, di insolito.
Bowie compie un'operazione incredibile, perché riesce a fondere le grandi tradizioni soul, pop e rock insieme alle novità elettroniche portate avanti dai Tangerine Dream (allora molto cerebrali), dai Popol Vuh (i più "coerenti") e dai Kraftwerk (i più rivoluzionari).
Ne nasce un trittico di (capo)lavori che ancora oggi si dimostra moderno e ricco di spunti per il futuro. Tra i collaboratori, si sa, figura l'immarcescibile Brian Eno. Mentre tra i collaboratori registriamo il monumento Robert Fripp.
Che poi parlare di trittico è forse inappropriato, visto che l'ultimo, Lodger, è il meno berlinese dei tre (anche se risente delle sperimentazioni lasciate a metà durante la lavorazione di Low e Heroes).
L'autore del testo si dimostra ben documentato e molto acuto, oltreché capace di saper raccontare il tutto con profonda semplicità e delicata ironia. Oltretutto va ben oltre altri testi e interviste già noti, riuscendo a regalarci un documento imprenscindibile anche per chi non fosse poi così interessato all'argomento.

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