Ogni tanto questo blog assomiglia a un oratorio funebre. Ma certi morti di cui si parla poco, meritano invece un minimo di spazio: il 7 giugno scorso, a soli 67 anni è scomparso Hugh Hopper per una devastante leucemia.
A suo tempo avevo pubblicato l'appello della moglie per una raccolta di fondi che lo aiutasse in questa difficile battaglia, ma purtroppo non è servita a nulla.
Lo straordinario bassista - e grande compositore - della cosiddetta Scuola di Canterbury, ha lasciato pagine notevoli e studi di altissimo livello estetico e teorico. La sua morte lascia un vuoto veramente difficile da colmare.
Il perché non ne avete sentivo parlare sui Tg nostrani porta con sé risposte retoriche: non abbiamo una cultura musicale, né tantomeno la curiosità per andare in giro a scoprire nuovi passati o vecchi futuri.
E non è solo un gioco di parole: con Hopper la tradizione e la ricerca marciano di pari passo, rispettandosi e sfidandosi al tempo stesso. Ascoltare le sue esecuzioni e le sue composizioni è sempre stata una vera gioia.
So long, Hugh, so long.
1 commento:
Un grandissimo vuoto.
Un distorsore piú potente di quello di Cliff, un ottimo ritmo, un senso della melodia che s'accompagnava perfettamente al dono di Wyatt. Una mia grande ispirazione come bassista
Posta un commento