10 settembre 2009

zombi?
buon appetito

Che la critica militante sia spesso composta di cialtroni lo dimostra ancor più questo borioso aver scoperto solo ora George Romero, oltretutto definito erroneamente il "padre degli zombi", dimostrando ancora una volta quanto pochi scribacchini abbiano veramente visto i suoi film.
Un film è quello che rappresenta, e la potenza narrativa di Romero se ne frega dei morti;
a lui interessano i vivi, porca miseria, i vivi!

Forse con questa sua nuova fatica, qualcuno di questi tardoni lo capirà, tanto è evidente l'attitudine di Romero (la trama è specchiatamente esplicita).
A latere segnalo quanto sia così triste constatare che se non fosse stato per i festival/testi di Luigi Cozzi qualche lustro fa (notoriamente di destra) e per la selezione di Marco Muller oggi (messo lì proprio dal centrodestra) noi italiani non avremmo mai goduto della lunga parabola cinematografica sugli zombi e sugli horror.
I critici militanti hanno sempre storto il naso su certi generi, tranne poi ritrovarteli tra le scatole in qualche cineclub, in incognito e con gli occhiali scuri, pronti poi a dire qualsiasi cosa pur di sembrare originali.
Confido nel buon gusto degli zombi: quando ci invaderanno, li mangeranno per primi.

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