Provo sempre un dolore nascosto ma intollerabile quando penso ai famigliari dei ragazzi che muoiono in Afghanistan o in Iraq. Ma non di quelli morti nel mucchio, celebrati da tutti e rispettati con doverosi lutti nazionali.
Mi sento a disagio pensando a quelli singoli, isolati dalla Storia, che muoiono fuori dall'eco dello sgomento.
Non sapremo mai i loro nomi, né tantomeno ci soffermeremo anche e solo un attimo per pensare a questi giovani strappati alla vita per uno scopo così infame ma utile.
Come si chiama il ragazzo morto l'altro giorno? Cosa stanno vivendo i loro famigliari?
Non lo sapremo mai.
Mai.
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