Il reparto dove sto io è dedicato esclusivamente alle patologie respiratorie.
È canonico però essere messi in stanza con qualche infetto da polmonite et similia.
È facile anche il contrario, che cioè qualche infetto venga messo in stanza con persone delicate.
Due infermiere su tre hanno la mascherina; pochissime però indossano i guanti.
Sui bagni meglio tacere: rischi di cacare là dove prima è passato qualcuno affetto da chissà cosa. E sono stato gentile: meglio trascurare il resto.
Tra un paziente e l'altro i medici non disinfettano gli stetoscopi, né tantomeno si lavano le mani.
In più le auscultazioni polmonari avvengono a casaccio: possono farti respirare/tossire in faccia al paziente vicino o viceversa.
Per pulire, le signore puliscono, ma dimenticano sempre la plafoniera sopra i campanelli e le cornici interne sopra le finestre. Basta un niente per avvolgere di antica polvere la stanza.
Sopra il nostro reparto vive una colonia nutrita di piccioni, sulle cui feci troveresti palate di aspergillus, il bau-bau di tutti i polmoni del mondo per intenderci.
E se poi riesci ad inventarti un reparto modello, ci pensa la visita dei parenti a portar dentro il temuto "fuori".
Oppure scendi al bar con le cioce e il pigiama, e ti becchi colpi di tosse in faccia, gente da ogni reparto possibile e immaginabile, un pavimento e un bancone che se l'avesse studiato Fleming gli avrebbero dato venti Nobel di fila.
Per carità, quest'ospedale (pubblico) è tra i migliori che abbia mai visto, ma la domanda vera è: cosa cazzo vi blaterate di "emergenza sanitaria per l'influenza A"?
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