Fatto sta che forse quella scema affermazione celava qualcosa di pregnante... sicuramente non intenzionale. E già, perché alla fine cosa conosciamo noi di Miles Davis? Voglio dire, a parte Kind of blue e Tutu (ta! ta! ta! tarattatatà...)? Insomma, in generale è ovvio che si conoscano le opere più famose di qualsiasi genio. Ma in questo caso è obbligatorio acquistare questo cofanetto di cui si è parlato solo quand'è uscito.
A me è stato regalato a natale, e ogni tanto ne prendo un cd in rigoroso ordine cronologico, e lo ascolto attentamente. E ogni volta vengo disarmato. La cosa che più sconvolge è che Miles Davis aveva sempre qualcosa da dire. Sempre. E ogni passo che faceva era totalmente nuovo, ricco di suggerimenti, di proposte così eccezionali da annichilire l'ultimo suono del precedente lavoro, di idee che verranno percepite magari tra mille anni.
Voglio dire che il fascino di un'operazione simile non è solo commerciale e collezionistica, o perché riccha di materiale inedito, ma anche storica. Si ha cioè la rara opportunità di ripercorrere pressoché integralmente la vita musicale di un genio dalla perfezione assoluta, e di intuire nel giro di poche settimane anziché di decenni (finalmente) la straordinaria forza e l'inimitabile significato della sua potenza.
Se un giorno dovessero chiedermi quali cd vorrei portarmi su un'isola deserta, citerei solo questo box: c'è tutto, dal big bang alla fine del mondo.
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