
Fresu e Caine hanno presentato quasi tutti i brani da loro composti e contenuti in Things e Think., di cui vi consiglio caldamente l'acquisto; brani agili ma profondi, lineari ma anarchici. Ma soprattutto hanno confermato ancora una volta come il jazz di un ebreo nordamericano e di un minuscolo sardo di provincia - un incrocio improbabile di se per stesso - possa convivere senza difficoltà alcuna con la musica nera, il blues, il ragtime, il soul, il barocco, la lirica... senza però perdere identità e intenzioni, obiettivi e ideali.
Di tutti i progetti presentati in questo Winter, credo che quello di Fresu e Caine sia stato il più intrigante, sfrontato e coraggioso; speriamo che l'eco di questa dolce impresa vada oltre i confini dei soliti quattro "addetti ai lavori". Il jazz merita più spazio, più attenzione e anche più soldi.
Nessun commento:
Posta un commento