Arioso e gustoso questo Solo piano di Chick Corea, dove potete scegliere di perlustrare colte note profondissime oppure di lasciarvi cullare in superificie da sorridenti movimenti sonori. C'è tutto lo scibile musicale di questo immenso pianista che proprio perché non se l'è mai tirata più di tanto, forse non viene apprezzato il giusto.
I dischi sono due.
Il primo è dedicato agli standard più evocativi, presentati accuratamente dall'artista sempre con una dolce vena ironica: si spazia da Bill Evans a Thelonious Monk, passando per Bud Powell fino a Stevie Wonder, concludendo la cavalcata con un brano di Corea stesso inspirato/dedicato a Paco De Lucia (la cui versione originale sta nel contraddittorio Touchstone - 1982).
Il secondo disco è meno jazz, forse più contemporaneo: parte con opere di Scriabin e Bartók, poi riassapora alcuni momenti coreani dei Children´s Song più noti (purtroppo manca il bellissimo 6, quello che diventerà Song to the Pharaoh Kings), finisce con dieci improvvisazioni decisamente fascinose.
Grande interazione col pubblico e azzeccata sequenza dei brani. Unica nota dolente, un missaggio a volte distratto. Da comprare assolutamente.
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