La rara felicità di poter dire «non l’ho visto», a proposito di un film di cui parlano tutti
Partiamo da una citazione. Una volta, Arbasino elencò le tre categorie di persone più facili da incontrare: le giovani promesse, che però restano sempre tali; il solito stronzo... la maggior parte; il venerato maestro, raro, ma sempre però prossimo a diventare il celebrato cazzone.
Con una prosa raffinatissima, piena di humor e cultura, con riferimenti e dotte citazioni, spaziando da destra a sinistra passando per il centro senza soluzione di continuità, colpendo tutti e gli opposti di questi tutti... Berselli scrive contro e intorno a queste tre categorie una serie di ritratti forti, solenni e condivisibili, che strappano risate e sorrisi perpetui.
Nomi e cognomi di personaggi che vi stanno sulle scatole, si stanno sulle scatole, vogliono stare sulle scatole, sono nati per arrivare subito sulle scatole... noti, meno noti, amici, nemici e indifferenti.
Per me, poi, che amo sottolineare le parti di un libro che più ritengo interessanti, è stato molto semplice abbandonare la matita, tante e tali le sottolineature che avrei dovuto rimarcare.
È quel libro che tutti vorremmo scrivere, ma che non abbiamo l'arguzia e la sfrontatezza necessarie per esibirci in un continuo, dolcemente petulante, irriverente, arrogante e smanioso elencare le ipocrisie di un'Italia sempre esistita e mai stigmatizzata abbastanza.
Già, le ipocrisie. Ce n'è per tutti, e tutti sembrano fare a gara per apparire dentro questo piccolo grande libro. Perché alla fine vince il conformismo dell'ego, mai ammesso e sempre praticato
Nessun commento:
Posta un commento