Una scrittura asciutta che racconta anche momenti famigliari o i tipici passaggi da romanzo di formazione, in cui la fortuna, il coraggio e la voglia di scoprire si amalgamano e si rincorrono con un'attenzione ponderata sull'uso delle parole (e non potrebbe essere altrimenti).
Ovvio che si parli di Battisti, ma è sorprendente il come. Mai astioso, mai polemico, quasi nostalgico, di quella nostalgia che sembra chiedersi "perché?". Perché si sono allontanati senza motivo? Perché hanno smesso di esplorare insieme quei sentieri unici e irripetibili. Forse, anzi sicuramente, la risposta sta già nelle domande; però dispiace vedere come la Canzone Italiana non sia stata più capace di riprendersi dopo quel divorzio.
Lucio Battisti e Mogol hanno costruito qualcosa di unico e irripetibile, che questo libro ha il coraggio di raccontare bene e nitidamente.
Ne consiglio la lettura
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