11 maggio 2024

14 VETTE, in compagnia di Nirmal Purja

Anche se non siete appassionati, conoscete sicuramente Nirmal Purja per questa foto. Premesso ciò, è un alpinista ed ex militare nepalese che ha scalato tutti e 14 gli Ottomila in soli sei mesi e sei giorni: un record tutt’oggi imbattuto, che gli ha fatto ottenere anche cinque Guinness dei primati.
Per farvi un’idea (guardate le date!):

23 aprile 2019 Annapurna I (8091 metri)

12 maggio 2019 Dhaulagiri I (8167)

14 maggio 2019 Kangchenjunga (8586)

22 maggio 2019 Everest (8848)

22 maggio 2019 Lhotse (8516)

24 maggio 2019 Makalu (8485)

03 luglio 2019 Nanga Parbat (8126)

15 luglio 2019 Gasherbrum I (8080)

17 luglio 2019 Gasherbrum II (8035)

24 luglio 2019 K2 (8614)

26 luglio 2019 Broad Peak (8051)

23 settembre 2019 Cho Oyu (8201)

27 settembre 2019 Manaslu (8156)

29 ottobre 2019 Shisha Pangma (8027)

La sua straordinaria impresa non ha mai avuto la giusta eco mondiale, solo perché “non sono un bianco occidentale”. Piccola consolazione mediatica è il film 14 vette (2021), che racconta quei mesi con una scelta stilistica convincente, a metà tra il documentario e il film-quasi-thriller.
Tra interviste, riprese originali mozzafiato e simulazioni, lo spettatore rivive quei giorni quasi come fosse sul campo, godendo di tanta bellezza e di tanto coraggio.
Vi suggerisco di vedere questo piccolo gioiello: fa bene all’anima e insegna molto, sulle persone e sulla Natura

09 maggio 2024

L'AUTOBIOGRAFIA di Bud Spencer (Burno)

Nata da pochi anni, la Casa Editrice Burno ha pubblicato anche questa dolcissima autobiografia di Bud Spencer, uno dei massimi interpreti della cinematografia per giovani della mia generazione. Un attore morbido, simpatico, paterno, pieno di calore umano e di simpatia senza confini.
È un'autobiografia senza pretese, ma proprio per questo molto interessante, perché esplora mondi e geografie che oggi risulta impossibile anche e solo immaginare.
Un libro dove trovate anche moniti educativi ma non didascalici, come anche un certo modo rigoroso ma solare di intendere il senso del dovere, quel vivere la vita con il sorriso da una parte e la dignità dall'altra.
Bud Spencer per me è soprattutto questo, ma anche questo e questo
Mi rendo perfettamente conto che per i ragazzi di oggi un ragazzone del genere sia anacronistico e anche ingenuo, ma è il simbolo genuino e autentico di un periodo storico in cui ogni cosa aveva il tempo di sedimentare, di crescere, di diramarsi, di diventare genitore o fratello o amico o visione.
Si teme spesso di scadere nel passatismo quando si affrontano certi argomenti. È sensato e forse legittimo. Ma almeno avevamo la possibilità di assorbire con gusto i nostri giorni, di assaporare ogni singolo istante, senza che la realtà dei grandi rovinasse la nostra immaginazione.

20 aprile 2024

LA SOCIETÀ DELLA NEVE andrebbe proiettato nelle scuole

La società della neve (2023) è un bel film commovente. Nonostante sia leggermente lungo (come sembra imporre un probabile “standard Netflix”), riesce a raccontare il terribile dramma delle Ande in maniera addirittura poetica.

Sono rimasto perplesso solo per come sia stato strutturato il finale: non vengono raccontati tutti i tentativi dei due “eroi” di raggiungere i soccorsi, prima di quello risolutivo. Così com’è, mi è sembrata un’impostazione sbilanciata rispetto al resto della sceneggiatura.

Voglio dire che i tempi narrativi del film seguono un ritmo lento (ma giusto) che tiene lo spettatore dentro una tensione emotiva consistente: questa sorta di scatto finale troppo repentino toglie un po’ di spessore.

Non vi spoilero l’origine della voce fuori campo, ma vi posso dire che funziona con dolce esattezza, mantenendo compatti i quadri narrativi e coinvolgendo lo spettatore senza ricorrere al pietismo.

Pochissima musica, ma al momento giusto (durante i soccorsi, poi, strappa più di qualche lacrima); fotografia eccellente; montaggio elegante; regia molto compassata.

L’epilogo, poi, è struggente: quando la cinepresa indugia sui resti ormai abbandonati della fusoliera, il cannibalismo e quei terribili 73 giorni arrivano addosso tutti insieme, mozzando il fiato senza pietà.

Se il nostro fosse un Paese adulto e maturo, sarebbe molto interessante proiettarlo nelle scuole, lasciando poi libero sfogo alle considerazioni dei giovanissimi

17 aprile 2024

LA VIAGGIATRICE DEL TEMPO di Ute Lemper

Che meraviglia! Un libro bellissimo e pieno di poesia, storia, musica, filosofia, pensieri, ragionamenti, spontaneità, sensualità, autocritica. Un libro che lascia veramente un segno nel lettore, pagina dopo pagina, riga dopo riga; dove ogni parola sembra scelta accuratamente, ogni momento diventa epico, da gustare con calma e dedizione.

Onestamente, odio le definizioni preconfezionate, ma se questa è una "scrittura femminile", allora credo che buona parte delle donne che ho letto finora dovrebbe farsi un giro qua dentro e prendere appunti su come si parla di sé stesse e dei propri sentimenti.

Nella splendida prefazione, Ute Lemper tiene a precisare che il libro è scritto da lei stessa, senza intermediari o "aiutini" di ghost writer più o meno improvvisati. E ha pure il coraggio di riprendere in mano la sua prima biografia, discutendola, rimettendola in asse, dandole la giusta dimensione, ma senza rinnegarla e senza pentimenti.

Vengono i lucciconi quando parla delle Torri Gemelle, o quando parla al telefono con Marlene Dietrich, o quando affronta la Shoah, o quando ha la capacità di criticare il nazismo e la Germania ma senza scendere nelle dichiarazioni furbe o tattiche, o quando riesce a rendere con pochissime pennellate il fallimento del suo primo matrimonio e la crisi asfissiante del secondo.

Il suo percorso artistico è una battaglia continua, ricca di soddisfazioni, di cadute accettate, di imprevisti che non la scalfiscono in alcun modo. Si sente apolide ma curiosa, libera ma con tanta disciplina, aperta al nuovo ma senza cedere alle lusinghe delle suggestioni più facili.

Raramente, ho incontrato un libro così genuino e prezioso, che finisce troppo presto e che lascia un sorriso da ebeti sulle labbra. Ne consiglio vivamente la lettura

16 aprile 2024

100% WALTER (CHIARI) - BIOGRAFIA DI UN GENIO IRREGOLARE

Biografia godibile e saporita, scritta a quattro mani dal figlio di Walter Chiari, Simone, e dall'esperto Michele Sancisi. 

Grazie al primo, si vivono in prima persona, quasi in diretta, le emozioni, le sensazioni, la non-quotidianità, di un uomo fuori dagli schemi ma anche dotato di uno stile affascinante, ricco di contraddizioni ma pur sempre elegante.

Grazie al secondo, invece, si conoscono a fondo le vicende pubbliche e professionali, in rigoroso ordine cronologico, di un vero e proprio mattatore che ha caratterizzato la televisione (e il teatro) di almeno tre generazioni.

È un libro denso, pieno di cose, di aneddoti, che emana nostalgia e dolcezza, dove anche gli errori più pesanti (la cocaina, tra tutti) vengono trattati con composta indulgenza.

A chi si aspetta un chiarimento sul caso Luttazzi mi vien da dire che alla fine restano ancora dei puntini di sospensione; ma è ben poca cosa rispetto a un insieme che funziona, diverte e fa riflettere.

In coda, trovate una corposa analisi di tutte le performance del Walter nazionale.

Un libro ben fatto che forse potrebbe interessare anche a chi vuole conoscere un periodo storico più in generale, pieno di persone, personaggi, idee e anche un po' di sana leggerezza.

MICHAEL CIMINO di Charles Elton (La Nave di Teseo)

Ci sono saggezza e malinconia in questa bella biografia di Charles Elton. Mai un momento agiografico (nemmeno per sbaglio), mai una polemica buttata là: è un libro che rende omaggio a un maestro complicato, presentando il conto della sua vita, senza cercare l'effetto o la compassione.
Diventa, quindi, credibile la ricostruzione di tutto il caos generato da I cancelli del cielo, un capolavoro che a suo tempo fallì miseramente e che la vulgata di sempre ha considerato responsabile del fallimento della United Artists.
Elton ne ricostruisce le vere dinamiche, restituendo al film la sua dignità e collocando la figura di quel fallimento dentro a motivi più complessi, non ultimo il fatto che l'autorato era in crisi in sé e che alcuni di quei registi emergenti avevano bisogno di un agnello da sacrificare sull'altare della Storia del Cinema.
Ovviamente, il libro non parla solo di questo momento così cruciale: racconta benissimo Il cacciatore (facendo venire voglia di rivederlo) e tutte quelle pellicole che Cimino ha saputo impreziosire o con i suoi testi o con la sua regia.
È un libro che involontariamente insegna anche a evitare certi errori senza scendere per forza a compromessi dolorosi; ridisegna alcune biografie eccellenti; aiuta a saper scrivere testi con stile ricco ma anche fluido.
Ne consiglio vivamente la lettura.

13 aprile 2024

povere POVERE CREATURE!

In Italia, sussiste una sorta di ricatto a priori, per cui non conviene esprimere considerazioni controcorrente su alcune opere, anche quando queste sono oggettivamente imbarazzanti. È il caso di Povere creature! (2023), un film che deve piacere per forza, nonostante sia tecnicamente mediocre ed esteticamente ridicolo.

La regia non ha nerbo né idee; il montaggio è approssimativo; la direzione della fotografia si affida a ottiche usate a casaccio e senza criterio narrativo; la sceneggiatura è un pastiche di situazioni scollegate (spero che il romanzo sia migliore, sebbene ampiamente debitore di Heinlein e Greenaway); le recitazioni, ai limiti della querela per sciatteria; la musica, una presa per i fondelli.

Si salva giusto Emma Stone, che recita con mestiere, ma senza pensare che il lavorare per sottrazione sarebbe stata la formula migliore, almeno in questo contesto.

Si dice che sia un film contro i pregiudizi, un’elegia della libertà di scelta, il simbolo del riscatto delle donne. Davvero? Trenta minuti di sesso e novanta minuti di noia, per erigere uno sbiadito anacronistico monumentino all’emancipazione femminile?

10 aprile 2024

MARCKALADA di Paolo Chiesa (Laterza)

Un secolo e mezzo prima del viaggio di Cristoforo Colombo, in Italia si conosceva già l’esistenza dell’America. La prova sta in un antico manoscritto perduto, ritrovato e ora conservato in un luogo sconosciuto. Una scoperta straordinaria che ci rivela un medioevo insolito e misterioso
Un libro decisamente documentato, ben oltre la minuziosità più certosina che possiate immaginare, che purtroppo soffre per la scrittura sapiente e cattedratica dell'ottimo Paolo Chiesa. 
Però è un mio limite: forse perché è un periodo in cui soffro i testi dottrinali, forse perché l'intera vicenda poteva essere trattato in maniera più fluida, senza perdere di autorevolezza.
Sicuramente, è un tassello essenziale da accostare alla lettura della Saga di Eirik il Rosso, il classicone che racconta le gesta dei vichinghi che "scoprirono" l'America intorno all'Anno Mille.

NE UCCIDE PIÙ LA GOLA CHE LA SCIARPA di Renato Pozzetto (Rizzoli)

Questa classica autobiografia si legge tutta d'una fiato. Nella sua apparente evanescenza, però, nasconde una verità più profonda: l'apparente leggerezza di quegli anni veniva da una lunga gavetta che preparava proprio alla leggerezza, che insegnava i giusti tempi e le giuste pause, che indicava quali confini superare ma anche come tornare poi dentro i margini del buongusto.
Ci ostiniamo ad avere una pessima opinione dei primi anni Ottanta, mentre invece furono proprio protagonisti come Cochi e Renato che riuscirono a mantenerli ancora densi e pieni di opportunità.
Non è un libro di insegnamenti né tantomeno l'elenco di formule vincenti per riuscire ad arrivare da qualche parte; però è un racconto che lascia qualcosa dentro.