Ricevo da Mik, un caro amico (altrettanto dotto e arguto), questo intervento laico sulla questione delle vignette "blasfeme".
Vale la pena avventurarsi in questo post, credetemi.
Buona lettura,
minimAle
Una risata ci seppellirà. Una vignetta, volendo, anche…
Oggi viviamo in un mondo senza ironia, uno di quei mondi che in un altro pianeta s’ambienterebbe benissimo in un racconto di (alien)Asimov, quei mondi, per intenderci, dove ci sono i mostri (noi), dove qualunque cosa arrivasse da fuori sarebbe preda di temibili fiere. Altro che la guerra dei mondi. Siamo formichine che fanno la guerra al loro mondo (il quale ha da tempo deciso di sterminarci, e ubi maior…). Ho letto, su questo blog, di dotte, umane, sentimentali, corrette dissertazioni. E vorrei personalmente classificarle come inutili. È forse l’unico modo per riconoscere il loro valore. Valore effimero in un mondo che ha sistematicamente crocefisso profeti, abbruciato filosofi, violentato scienziati (Alan Touring per citarne uno), ignorato sibille mentre ha esaltato condottieri feroci, adulato prostitute (e sto pensando a qualcosa di più interessante di Alba Parietti), idolatrato dittature e glorificato lo shopping.
Si obbietterà, immagino, da più parti che Hollywood(Planet) ci offre musica, arti, scienze, filosofie e fitness. Nulla da eccepire. Banalità le mie considerazioni, banalità le obiezioni. Intanto consentitemi un conato. La mattina quando apro i giornali, il pomeriggio quando navigo in rete, la sera quando vedo i cinegiornali (avete letto bene… cine… sono montati, la cronaca istantanea è filtrata da Clemente Mimun), la notte quando non riesco a vedere le stelle perché un lampione saetta luce al sodio dentro i miei occhi.
Chiunque potrebbe spiegare meglio di me cosa siano tolleranza e intolleranza, guerra e pace, amore e sesso… anche Loredana Lecciso (credo lo abbia fatto recentemente su RaiUno). Nessuno, purtroppo, riesce ancora a somministrarmi un emetico contro il conato che la mattina, il pomeriggio, la sera e la notte m’affligge.
E allora vivo, ingrasso, leggo, non pratico fitness, ascolto (poco) e parlo (molto, ma molto poco con me stesso), convinto che una risata ci seppellirà. Quella di Dio osservando la Chiesa cattolica apostolica romana, quella di Allah osservando Hamas, quella del prossimo uragano osservando Mr. Bush, quella della Verità osservando Berlusconi. Con la risata finale della Morte osservando il sottoscritto (è parecchio che ti seguo, caro…).
Se Maometto, insieme alle schiere di vergini che attendono i martiri, avesse avuto tempo di vedere la vignetta (funzionerà il fax da quelle parti?) probabilmente esclamerebbe ‘cretino!’. Non credo perderebbe un solo istante della contemplazione dell’Eterno telegrafando a Bin Laden le proprie rimostranze. Se il Misericordioso si degnasse, anche solo per un istante, di osservare la parte del pianeta di propria competenza credo tornerebbe immediatamente a giocare a carte con Visnù. Esclamando ‘chi si contenta gode’. E piazzerebbe una scala a incastro fenomenale (anche se ho l’impressione che le partite finiscano sempre in parità… tra onniscenti non c’è gusto).
Io credo ci abbiano creati (il Caso o la Necessità) solo per dimostrare che nulla è perfetto. Che si può ridere della morte, che si può piangere per amore e che gli spinelli lasciano più mal di testa che erezioni decenti. E che si può ridere anche del divino, tanto loro (Dio, il Misericordioso, Visnù e Zeus) restano e noi andiamo…(dove? Questo sarebbe confortante… il viaggio terreno dell’uomo è come un Cervia-Ravenna con Trenitalia, pessimo).
Mi perdoni il pastore valdese Sergio, insieme a don Paolo, ma preferirei mangiare con loro una buona ribollita piuttosto che rattristarci dell’ineluttabile stupidità umana (nota: non sto scherzando… quando volete, dove volete… pago io e prometto di farlo con soldi sudati e non frodati al fisco. minimAle paga per sé, perché chi ha il coraggio di un blog deve avere il coraggio delle conseguenze).
Le loro riflessioni sono talmente ineccepibili e intonate da essere tristemente silenziose. In un mondo fonoassorbente (dove una donna su 5 è, tra l’altro, scontenta del proprio assorbente, così recitano migliaia di poster che tappezzano Roma in questi giorni vicino a Berlusconi), le voci di Sergio e Paolo sono come quelle di Giovanni nel deserto, Cristo sulla croce e Roncalli da un famoso balcone. Fonoassorbite. O al massimo coperte da una prima serata su RaiUno. Si trattava solo di un paio di vignette. Ridiamoci sopra o giriamo pagina (se non v’han fatto sorridere). Il resto è solo fuffa. In attesa della risata che ci seppellirà.
Mik
PS Caro Sergio Manna, mi scriverebbe cortesemente? Avrei delle curiosità in merito a Pietro Valdo che mi farebbe piacere soddisfare…
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