11 febbraio 2006

le vignette "blasfeme" viste da un pastore valdese

Qualche post fa, ho inserito una bellissima lettera di un pastore valdese (parzialmente pubblicata da Repubblica) che riscosse lodi e approvazioni anche da parte di laici o atei (come il sottoscritto).
Ebbene, dopo mia esplicita richiesta, Sergio mi ha scritto questo breve e illuminante intervento sul caso delle vignette blasfeme.
Ovviamente non voglio aggiungere nulla, se non una doverosa precisazione: quando qualcuno mi regala interventi come questo, non vuole dire automaticamente che approvi il resto del mio blog. Questa è una palestra di confronti, tant'è che domani leggerete un pensiero in merito, questa volta da parte di un sacerdote cattolico.

Caro Alessandro L.,
non avrei molto da aggiungere a quello che scrive oggi su La Repubblica Michele Serra nella sua rubrica L'amaca, ma qualcosa te la dico lo stesso.
Credo che la satira sia una cosa salutare e la sua tolleranza è indice di democrazia. L'espulsione di Luttazzi dalla TV italiana (tanto per citare un caso di casa nostra) è dunque un esempio di quanto poco democratico sia il regime berlusconiano.
Detto questo, bisogna però aggiungere che anche la satira dovrebbe porsi dei limiti (preferibilmente da se stessa). Scherzare troppo sul "sacro" può diventare offensivo e avere conseguenze nefaste in ambienti già di per sé non educati alla tolleranza.
Una fede come quella islamica (che rispetto) vieta in maniera assoluta la rappresentazione di Dio o di Maometto. Sfidare quel divieto è già problematico; rappresentare addirittura il profeta dell'Islam con una bomba in testa, quasi a riaffermare l'assurda equazione Islam=Terrorismo non è affatto saggio e ne abbiamo visto gli effetti.
Naturalmente, molte delle reazioni violente sono state pilotate ad arte da qualche burattinaio (le vignette erano infatti state pubblicate diversi mesi fa), ma ciò non toglie nulla al fatto che quelle vignette andavano evitate. Da noi in occidente si può scherzare su tutto, anche sulla religione (vedi i vari Benigni, Covatta etc.) e molti religiosi, me incluso, sanno riderne di gusto, quando non si sorpassa limite.
Di fatto, le vignette hanno evidentemente sorpassato quel limite per chi appartiene alla fede islamica. Credo che la cosa fondamentale, cui dovremmo sempre fare attenzione, è che non possiamo pretendere di applicare i nostri criteri a culture e religioni diverse dalle nostre, alrimenti pecchiamo di etnocentrismo.
Questo è quanto è accaduto con le vignette in questione e molti ne hanno saputo approfittare per fini iniqui: sia quelle fazioni integraliste islamiche propense a fomentare odio e violenza contro l'occidente, sia le varie organizzazioni razziste e xenofobe qui in Europa (dalla squallida Lega Nord ai partiti di estrema destra, incluso quello che in Danimarca vede aumentare i consensi proprio grazie alle violenze di questi giorni).
In ultima analisi, queste vignette cosa hanno prodotto e chi ci ha guadagnato? Basterebbe, a mio giudizio, riflettere su questa domanda per comprendere che la pubblicazione di quelle vignette è stato un grave errore.
Un caro saluto
Sergio Manna

Nessun commento: