L era il nostro professore di italiano. Reduce antico della storica battaglia di Valle Giulia (di cui portava i segni di una manganella nel frontone semicalviziato), aveva intrapreso un lungo percorso psicologico e spirituale, tanto da passare dal comunismo razionale alla vocazione religiosa irrazionale.
Nella dialettica, però, manteneva un contegno tipicamente pre '77, rasentando qualche volta il ridicolo, ma disarmando sempre e comunque i suoi interlocoturi. Sull'amicizia una volta disse che "è come fare l'amore". Detto da lui, assumeva un significato per nulla volgare, anzi.
A era forse il mio migliore amico al liceo. Condividevamo solo la vicinanza dell'elenco alfabetico, sempre attaccati in quei lunghi cinque anni. Però lui era di destra, io no. Lui era appassionato di cose, io di spiritualità. Lui era laziale, io juventino...
Aveva una madre tipicamente italica, appiccicosa; un padre tipicamente italico, assente; una sorella tipicamente italica, isterica. A scuola e nella vita andava sempre così e così; purtroppo non gli bastava la mia amicizia, forse perché avevo la sua stessa età e non potevo confortarlo con un approccio adulto.
Un bel giorno venne da me stremato e disperato: L l'aveva invitato nella sua casa campana e aveva più volte dormito con lui. E la cosa si era ripetuta per quasi due mesi. Da quel "dormito" in poi cominciò a lacrimare sommessamente cercando di nascondersi dal mio sguardo. Là dove io avevo fallito con l'amicizia, era arrivato L con il suo corpo.
Il problema era: se ne parla col "padre preside"? No, perché mamma-papà-sorella di A avrebbero saputo. In più proprio il preside era stato protagonista di una proposta smaccatamente indecente nei miei confronti, i cui esiti drammatici riuscii ad evitare per pura fortuna.
Insomma, eravamo soli e non potevamo dire a nessuno di quella violenza e di quel tentativo di adescamento. Il tempo alleviò quelle ferite, ma paradossalmente da quel giorno la nostra amicizia si fermò.
Non ho più visto A, so solo che fa il poliziotto.
Quando finii il liceo, non m'iscrissi subito all'Università: per quindici mesi feci il volontario in un posto. Lì di casi di pedofilia non si potrebbe parlare perché i ragazzi in cura erano comunque quasi o almeno maggiorenni. Però so per certo che tre di questi disgraziati furono allontanati, proprio perché avevano subito da giovani prelati attenzioni simili a quelle che L aveva destinato ad A. Anziché colpire i carnefici, il responsabile di quel posto aveva cacciato via le vittime.
Avrei altri esempi da raccontare, ma sarebbero troppo evidenti e rischierei qualcosa.
In più c'è una cosa che nessun giornalista ha il coraggio di dire: in Italia la lobby dei pedofili è potentissima.
Già, i preti pedofili. La denuncia della Bbc era cosa nota, almeno per chi sapeva girare in rete. Il problema è che il parlarne adesso e apertemante non può essere considerato un attacco al VaticanChiesa, sarebbe da furbi intrisi di malafede.
Anzi, il VaticanChiesa per primo dovrebbe allontanare ogni sospetto di omertà, promulgando e diffondendo questo terribile filmato. Non dovrebbero chiarirci la posizione di Joseph, ma il perché esista di fatto un documento che inviti all'omertà - documento ribadito negli anni '80. Insomma, spostare così platealmente e furbescamente il motivo del contendere fa male alla verità e non blocca alla radice il perpetuare questi reati.
Eppoi, che la cosa accada solo al di fuori del Rubicone dovrebbe insospettire chiunque. Possibile che in Italia non ci siano mai stati casi simili? Possibile che il caso di L sia isolato?
Nei tanto odiati USA hanno adottato contromisure addirittura imbarazzanti: nel mio post pasquale invitai a visitare un database che gli statunitensi usano per conoscere quale diocesi sia macchiata di pedofilia.
È notizia di pochi giorni fa che un pezzo grosso di quelle parti abbia dovuto stravendere gioielli e possedimenti per pagare i risarcimenti alle decine di bambini martoriati.
Se la Rai non trasmetterà l'inchiesta della Bbc si dimostrerà almeno omertosa. Eppoi il video gira in rete da tempo, l'abbiamo visto in molti, forse troppi. Lo dico perché tra chi l'ha visto ci son anche i ragazzetti di oggi, che hanno grosse difficoltà ad usare un barlume di spirito critico.
Non posso dire che il VaticanChiesa protegga i preti pedofili o la pedofilia, ma posso pensare liberamente che se gli alti cardinali continueranno su questa strada, contribuiranno attivamente a minare il Vangelo ma soprattutto l'infanzia dei nostri bambini.
È un prezzo troppo alto.
Vaticano, Italia, Criminalità, Crimen sollicitationis
1 commento:
Andrea, l'educazione sessuale nelle scuole è un problema immenso in questo paese genuflesso.
Ma vi ricordate lo "scandalo" di Lupo Alberto di 10 anni fa (e più)? Vi sembra sia cambiato qualcosa da allora? Di HIV ci si continua ad infettare e nessuno che faccia qualcosa per cambiare la situazione. Evidentemente riecheggiano ancora le parole del Ministro della Salute (omaggiato poi di medaglia) "L'AIDS lo prende chi lo va a cercare".
Per non parlare poi di sesso e sessualità; o più in generale di piacere condiviso e di rispetto per l'altro. Non sia mai! Si dovessero incazzare i porporati!
E poi si scandalizzano se continuano gli stupri di gruppo, le violenze ai danni di gay e lesbiche.
Purtroppo questo (insieme alla pedofilia, che associo comunque ad una visione distorta e repressa della sessualità) è un fenomeno che continuerà ad esistere fin quando non riusciremo a parlare di sessualità senza nè allusioni, nè morbosità, nè ipocriti moralismi.
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