30 maggio 2009

l'Eur al cinema

Credo di essere uno dei pochi romani ad amare l’Eur, quello strano quartiere ideato da Mussolini e concepito con un’architettura razionalista che è stata sfruttata in film molto belli.
Ricordo il bellissimo
La Notte (1961) di Michelangelo Antonioni, L’Ultimo Uomo Sulla Terra (1964) di Ubaldo Ragona e Titus (1999) di Julie Taymor. In quest’ultimo la regista proponeva all’interno di uno stesso dialogo un campo sul Colosseo Quadrato e il controcampo sui Fori Romani, dimostrando un’abilità di elevatissima raffinatezza.
L’Eur sembra un ambiente adatto alla solitudine.
O meglio: nonostante abbia numerosi negozi, banche e una nota sede prestigiosa al centro del laghetto, nonostante sia supertrafficato alle giuste ore, nonostante un’intera area sia densa di tristi attività notturne, sembra sempre sul punto di svuotarsi e di riempirsi subito dopo.
Questi lunghi colonnati, queste strade larghe con un verde misurato e alberi ammiccanti, ricorda certi film di fantascienza basati su un futuro devastante e senza speranza. Eppure io lo trovo bellissimo.
Tenendo conto che ho (avuto) la fortuna di abitare in tre delle zone più belle di Roma (Prati, Celio e Testaccio), sembra che stia andando contro il buon gusto. Ma questa strana aria di freddi marmi e di architetture sempre identiche dà un’idea di disimpegno che raramente si può vivere nella capitale, circondata com’è da vestigia di ogni tempo.






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